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Compendio della Dottrina Islamica

Compendio della Dottrina Islamica by : Ayatollah Mohammad Hosseyn Tabataba’

 

Il presente libro E un compendio dei principi e dei precetti della religione islamica ed E la traduzione (dall’originale persiano) dell’opera “Kholàseye Ta’àlime Eslàm” dell’Allàmah Tabatabai.

Esso E composto di tre fondamentali parti, che abbiamo denominato: «I Principi», «L’etica» e «Le Norme».

Nella prima parte sono esposti i principi fondamentali della fede islamica (Unicità Divina, Profezia, Risurrezione), i quali sono stati illustrati mediante delle dimostrazioni relativamente semplici e concise, sulle quali il lettore deve meditare. La seconda parte riguarda l’etica; in essa E trattata la questione del dovere ed E illustrato in breve il dovere dell’uomo verso Dio, verso se stesso e verso i suoi simili. Nella terza parte invece sono spiegate alcune delle norme che regolano la quotidiana vita del musulmano praticante. Particolare importanza E stata data alle norme che regolano la preghiera, che costituisce il “pilastro” della religione islamica. E stato dato anche un breve accenno alle norme che regolano il digiuno del mese di ramadan.

La presente traduzione E un rifacimento della precedente eseguita dal Centro Culturale Islamico Europeo (prima edizione – aprile 1988). L’Associazione Mondiale dell’Ahl ul-Bayt si propone con essa di far conoscere al pubblico italiano gli aspetti fondamentali della divina dottrina islamica.

Nella speranza che la traduzione di quest’opera possa servire a chi ama approfondire le proprie conoscenze riguardo ai principi e ai precetti morali e pratici della religione islamica, chiediamo a Dio di perdonare le nostre colpe e di guidarci sul retto sentiero.

Mostafà Bakhshkon

Santa città di Qum, 22 ottobre 1999
Introduzione
La religione costituisce un insieme di principi e una serie di precetti pratici e morali che i Profeti hanno portato agli uomini, da parte di Dio, per guidarli sul retto sentiero. L’adesione a tali principi e la pratica di questi precetti, determinano la beatitudine dell’uomo in questo mondo e nell’Aldilà. L’essere religioso e il seguire gli ordini di Dio e del Profeta conduce dunque l’uomo alla beatitudine di quest’effimero mondo e dell’eterna e infinita vita oltremondana.

In effetti, nessuno di noi può negare che il vero beato E chi nella propria vita mira a nobili obiettivi, si astiene dal vivere in istato di traviamento, ha un carattere integro, compie buone azioni e mantiene un cuore sereno e un coraggio indefesso di fronte agli ostacoli della vita. Questa E la beatitudine verso la quale ci guida la Religione di Dio, beatitudine che non può essere raggiunta senza di essa.

I principi religiosi s’annidano nel cuore umano e, al pari di una guardia segreta, lo accompagnano ovunque e in ogni stato, distogliendolo dal vizio e inducendolo alla virtú. La fede E il piú saldo dei sostegni e permette di allontanare ogni paura, ogni angoscia, ogni malinconia. Gli uomini pii non si fanno prendere dal panico in nessuna circostanza e mai, dentro di sé, si sentono vili e deboli; essi, infatti, si vedono collegati all’illimitato potere del Creatore dell’universo, lo ricordano sempre, godono continuamente della Sua protezione e grazie a Lui hanno costantemente un cuore certo e uno spirito forte.

Oltre ai principi, la religione ci prescrive anche di avere un carattere integro e di compiere, per quanto possiamo, azioni buone e degne.

Nella religione possiamo pertanto distinguere:

1) i principi

2) l’etica

3) la pratica

Chiariamo ora questa sommaria esposizione.
I Principi

L’Esistenza di Dio
Se ci rivolgiamo alla nostra ragione, se ci affidiamo alla no­stra coscienza, comprendiamo che quest’universo non può essere venuto ad esistere da sé e che il suo meraviglioso ordine non può compiersi senza l’opera di un ordinatore. Sicuramente vi E un creatore che, mercé la propria illimitata potenza e infinita cono­scenza, ha dato origine a quest’immenso e magnifico universo e lo ha messo in movimento con un preciso ordine e secondo leggi costanti e invariabili. Nulla E stato creato invano e nessun essere può sfuggire alle divine leggi che governano l’universo.
La Profezia
E forse possibile credere che il Signore, con tutta la misericordia e la sollecitudine che ha verso le sue creature, possa abbandonare a se stesso l’uomo, capolavoro della creazione? E possibile pensare che il Signore possa abbandonare gli individui della società umana ai propri intelletti, che sono per lo piú in preda alle passioni e, perciò, traviati ed erranti? La risposta a queste domande E fin troppo chiara: egli per mezzo d’infallibili messaggeri ha inviato agli uomini le Sue leggi, affinché applicandole possa raggiungere la beatitudine e la felicità.
L’Aldilà
Nel corso della vita terrena i preziosi effetti e gli inestimabili vantaggi della pratica delle norme religiose non si manifestano in modo completo; né i probi raggiungono la loro reale ricompensa né i delinquenti e gli oppressori sono completamente puniti. Da ciò deduciamo che esiste un altro mondo ove tutte le azioni della gente sono attentamente vagliate al fine di ricompensare i probi e punire gli empi.

La religione ispira agli uomini questi e altri1 principi e li mette in guardia dall’ignoranza e dall’inconsapevolezza.
L’Etica
La religione c’invita ad acquisire tutte le virtú, ad avere un buon carattere, a adornarci con buone e lodevoli qualità. C’invita inoltre ad avere coscienza del dovere, a essere benevoli, filantropi, gentili, fedeli, affabili, garbati e giusti; ci prescrive inoltre di difendere i nostri diritti, senza oltrepassarne i limiti, di non offendere l’onore e non violare i beni e l’integrità fisica degli altri. La religione ci raccomanda di compiere qualsiasi tipo di sacrificio per l’apprendimento del sapere e di scegliere, in tutte le attività della vita, la via della giustizia e della moderazione.
La Pratica
La religione ci comanda di compiere azioni proficue e utili alla società e a noi stessi e vieta quelle che provocano corruzione. Essa c’insegna inoltre a eseguire atti d’adorazione quali la preghiera e il digiuno, che sono segno di sottomissione e ubbidienza a Dio.

Queste sono le norme che la religione ha portato e che ci ordina di rispettare. Alcune di esse riguardano le questioni di fede, altre sono di carattere etico e altre ancora di carattere pratico.

Per finire ripetiamo che l’accettazione e l’applicazione di tali norme costituiscono l’unico mezzo per raggiungere la beatitudine. In effetti, nessuno di noi può negare che l’essere umano non ha altra beatitudine all’infuori di quella derivante dall’essere realista, possedere un carattere integro e agire rettamente.
L’Importanza della Religione ed i vantaggi offerti da essa

E forse necessario che l’uomo segua una religione?
Esiste forse qualche relazione di dipendenza tra la vita degli uomini e la religione, la fede in Dio? Non può forse la società umana proseguire la sua esistenza senza religione e fede in Dio? Non E forse vero che E chiamato religioso chi afferma l’esistenza di una divinità per l’universo ed esegue particolari pratiche al fine di soddisfare la sua volontà?

Qualcuno potrebbe pensare che se nella società i doveri di ogni individuo sono precisamente determinati conformemente alle leggi inventate dall’uomo e ognuno si sforza di compiere il proprio dovere, le leggi umane possono sostituire quelle divine e la religione diviene cosi superflua. Esaminando un minimo i precetti e le norme dell’Islam si giunge però alla conclusione opposta. La religione islamica non si occupa infatti soltanto delle questioni inerenti al culto, ma stabilisce anche per tutte le questioni individuali e sociali dell’uomo, leggi e norme perfette. Certo, l’Islam analizza in modo strabiliante lo sterminato mondo umano, disponendo per ogni azione (individuale o sociale che sia) dell’uomo adeguate norme. Insomma, questa straordinaria religione con i suoi celesti precetti garantisce, sotto ogni aspetto e nel massimo grado possibile, la beatitudine e la felicità dell’umanità.

Ogni persona dotata di giustizia ammetterà quindi che le leggi create dal limitato pensiero e dalle relativamente scarse conoscenze dell’uomo non possono rivaleggiare con le norme e i precetti dell’Islam.

Dio l’Altissimo descrive nel generoso Corano la religione islamica nel modo ora esposto; per convincersene si mediti sul contenuto dei seguenti versetti coranici.

“In verità, presso Dio, la religione {quella vera e giusta} E l’Islam; coloro cui E stato dato il Libro, per via di mutua malevolenza e invidia, non sono entrati in contrasto tra loro se non dopo aver ricevuto la conoscenza della religione vera. Coloro che negano i segni di Dio sappiano che, in verità, Egli E rapido nel regolare i conti cogli empi”(Santo Corano, 3:19)

La religione alla quale tutti i profeti hanno invitato la gente consiste sostanzialmente nell’adorare Dio e nel sottomettersi ai suoi precetti. I sapienti delle religioni passate, nonostante fossero in grado di distinguere il vero dal falso, a causa del loro fanatismo e della loro ostilità, non si sottomisero alla verità, andando ciascuno per una via diversa; fu in tal modo che comparvero le diverse religioni. In realtà essi hanno rinnegato i segni di Dio ed Egli presto li punirà per le loro blasfeme azioni.

“Chiunque scelga di seguire una religione diversa dall’Islam, sappia che essa non gli sarà mai accettata ed egli nell’Aldilà sarà nel novero di quelli che non raggiungeranno la salvezza e la beatitudine ”(Santo Corano, 3:85)

“O voi che avete creduto, entrate tutti nella pace e non seguite le orme di satana, perché, in verità, egli E vostro palese nemico” (Santo Corano, 2:208)

“Osservate il patto di Dio ora che lo avete stretto; non rompete i giuramenti dopo averli rinsaldati, poiché avete costituito Dio come vostro garante. In verità Dio sa ciò che fate”. (Santo Corano, 16:91)

Tale versetto vuole esprimere che il musulmano E tenuto a rispettare tutti i patti stretti con Dio o con gli uomini e che non ha il diritto di violarli.

“Invita la gente al sentiero del tuo Signore con saggezza e graziosa predica; disputa con loro nella maniera migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio di chiunque altro chi E uscito dal Suo sentiero; Egli conosce meglio di chiunque altro chi segue la retta via” (Santo Corano, 16:125)

Tale versetto vuole affermare che il Musulmano, per il progresso della propria religione, deve discutere con gli altri conformemente al loro grado di comprensione e in modo che sia loro utile e se non riesce a ricondurre qualcuno sul retto sentiero con l’argomentazione logica, deve servirsi del “jiadàl” {discussione dialettica}, che E uno dei metodi per provare una tesi.

“E quando viene recitato il Corano ascoltatelo e fate silenzio; forse in tal modo sarete toccati dalla misericordia divina”(Santo Corano, 7:204)

“O voi che avete prestato fede, obbedite a Dio, all’Inviato e ai Detentori di Autorità a voi stessi appartenenti. Se poi v’accade di disputare su qualche cosa, devolvetela a Dio e all’Inviato, se credete in Dio e nel Giorno Estremo. Questo modo di procedere E meglio per voi e prospetta una fine migliore” (Santo Corano, 4:59)

Questo versetto c’insegna che nella società islamica per ri­muovere le controversie non v’E altro mezzo che il Corano e le parole del Profeta; ogni controversia deve essere risolta con l’ausilio di queste due fonti. Se poi a volte vediamo un vero Mu­sulmano risolvere una controversia mediante l’uso dell’intelletto, dobbiamo sapere che egli lo fa perché il Corano ha accettato i giudizi del sano intelletto.

“O Profeta, E per misericordia divina che sei diventato cosi bonario nei loro confronti; se tu fossi stato sgarbato e duro di cuore si sarebbero dispersi dintorno a te. Perdonali dunque e chiedi il perdono di Dio per loro. Consultati con loro sulle varie questioni e quando hai preso una decisione confida in Dio, perché, in verità, Dio ama chi confida in Lui” (Santo Corano, 3:159)

Poiché essere cortesi, benevoli e consultarsi reciprocamente sulle varie questioni sono cose che creano affetto e amore tra le persone, poiché gli individui di una comunità devono essere affezionati alla propria guida, affinché il Profeta possa influire sulle persone, Dio gli ordina di essere bonario e di consultarsi con loro. Tuttavia, siccome E possibile che la gente sbagli, il Signore gli ordina anche di essere, dopo aver consultato i suoi, autonomo nelle proprie decisioni e di rimettersi, in ogni cosa che fa, a Dio, poiché nessuno può contrastare la volontà divina.

Dio l’Altissimo nello stesso modo nel quale ha presentato l’Islam presenta la religione giudaica e quella cristiana, i cui rispettivi libri ispirati sono la Torà e il Vangelo, che contengono precetti e norme di carattere sociale. Dice infatti nel Corano:

“Ma come fanno a volerti come giudice, quando, presso di loro, v’E la Torà che contiene la legge di Dio?! E poi, dopo che hai giudicato conformemente ad essa, respingono la tua sentenza! Essi non sono credenti!” (Santo Corano, 5:43)

“In verità, Noi abbiamo fatto discendere la Torà; in essa v’E la guida verso la verità e la luce. I Profeti, che erano sottomessi alla legge di Dio, con essa giudicavano fra chi diventò giudei e lo stesso facevano i loro pii educatori e i loro sapienti, e ciò perché era stata loro chiesta la custodia del Libro di Dio e che erano i suoi testimoni. Non temete dunque la gente ma temete Me! Non barattate i Miei segni a vile prezzo! Coloro che non giudicano mediante ciò che Dio ha fatto discendere, sono miscredenti” (Santo Corano, 5:44)

“Dopo di loro {i profeti inviati prima del Messia} mandammo Gesú figlio di Maria, attestante la verità della Torà, che era stata fatta discendere prima di lui, e gli demmo il Vangelo, nel quale v’era guida {verso il vero} e luce, attestava la verità della Torà, prima di esso inviata, ed era guida e consiglio per i timorati di Dio” (Santo Corano, 5:46)

“La Gente del Vangelo {i seguaci di Gesú} devono giudicare secondo ciò che Dio ha rivelato in esso; quelli che non giudicano in conformità a ciò che Dio ha rivelato sono empi” (Santo Corano, 5:47)

“E Noi facemmo discendere su di te questo libro {il Santo Corano} giustamente; esso attesta la verità dei libri ispirati in precedenza ed E loro guardiano e protettore. Giudica quindi tra loro secondo quanto Dio ha fatto discendere e non andare dietro alle loro passioni, rinnegando cosi ciò che della verità E disceso su di te...” (Santo Corano, 2:208)

Da quanto E stato finora detto, diviene chiaro che, secondo il Corano, la religione E il metodo di vita dal quale l’uomo {se vuole raggiungere la sua reale beatitudine, la propria vera felicità} non può sfuggire; si E inoltre compreso che la differenza esistente tra la religione e la legislazione sociale E che la prima proviene da Dio l’Altissimo, mentre la seconda E frutto del pensiero umano. In altre parole, la religione collega la vita sociale della gente con l’adorazione di Dio, con la sottomissione a Dio, mentre nelle legislazioni sociali non viene data alcun’importanza a questa relazione.
I vantaggi della religione
Da quanto sinora detto si E compreso che la religione esercita una profonda influenza riformatrice sull’individuo e sulla società, tanto che essa può essere tranquillamente considerata l’unica via di salvezza dell’uomo, l’unico modo che egli ha a disposizione per raggiungere la beatitudine.

In effetti, gli individui di una società non vincolata alla religione perdono il proprio realismo, la propria attitudine a pensare e a ragionare, vanificano i giorni della propria preziosa vita nello smarrimento, nella superficialità, nell’incoscienza e ignorano ciò che dice il loro intelletto. Essi si riducono insomma a vivere al pari di sciocchi animali e cadono inevitabilmente nell’immoralità e nel vizio, perdendo del tutto quelle caratteristiche proprie dell’essere umano.

Gli individui di una tale società, non solo non raggiungeranno il loro finale grado di perfezione e l’eterna beatitudine, ma subiranno anche, nella loro breve e fugace vita di questo mondo, le nefaste conseguenze e gli spiacevoli effetti delle proprie turpi azioni; alla fine vedranno le conseguenze della propria incoscienza, comprenderanno in modo assai chiaro che l’unica via che porta alla beatitudine E quella della religione, della fede in Dio e, alla fine, si pentiranno della loro indegna condotta. Dio l’Altissimo nel Santo Corano dice:

“Chi si tiene lontano dal male e dal peccato E salvo. Chi invece compie il male e pecca non raggiungerà la salvezza {e brucerà nel fuoco dell’Inferno}” (Santo Corano, 91:9-10)

Si, la beatitudine dell’uomo, la felicità dell’individuo e della società, dipendono dal rispetto dei precetti religiosi e ciò che conta E la sostanza dei fatti, la pratica, non le apparenze, le parole. Chi si ritiene musulmano e attende con animo cupo, vile carattere e cattiva condotta l’angelo della beatitudine E esattamente come il malato che ignora la ricetta che ha preso dal medico e pretende pure di guarire. Certamente con una tale mentalità non raggiungerà mai il suo scopo. A tal proposito Dio l’Altissimo nel Corano dice:

“Tra i Musulmani, gli Ebrei, i Sabei 2 e i Cristiani, quelli che hanno realmente creduto in Dio e nel Giorno del Giudizio e che hanno operato rettamente, avranno presso Dio una generosa ricompensa” (Santo Corano, 2:62)

In conformità a questo versetto, taluni potrebbero ritenere che gli individui che hanno creduto in Dio e nel Giorno del Giudizio e hanno agito rettamente saranno salvi anche pur non avendo riconosciuto per tali tutti o parte dei Profeti. E perciò necessario ricordare che i versetti 150 e 151 della “Sura delle Donne” dichiarano miscredenti le persone che non riconoscono tutti i Profeti o anche alcuni di essi:

“Coloro che negano Dio e i Suoi Profeti, intendono creare divisione tra Dio e i Suoi profeti, dicono: ‘Crediamo in alcuni e neghiamo altri’ e intendono seguire una via intermedia, questi, sono in verità i miscredenti {al pari dei Giudei che hanno negato Gesú e Muhammad (S), e i Cristiani che hanno negato Muhammad (S)}” (Santo Corano, 4:150-151)

Perciò soltanto coloro che avranno creduto in tutti i Profeti e avranno operato rettamente potranno trarre beneficio della propria fede. La Religione e la Società
La civiltà dell’Uomo
Analizzando le cause e gli agenti che, nelle epoche passate, hanno dato origine alle diverse società umane, costatiamo che l’uomo in vita sua non vuole e non ricerca che la propria beatitudine e la propria felicità. Egli non può realizzare questa beatitudine se non assicurandosi in modo completo la totalità dei mezzi di sussistenza dei quali necessita per vivere.

L’uomo comprende insitamente che non sarà mai in grado di procurarsi da solo l’enorme quantità di mezzi di cui necessita per assicurarsi la tranquillità e la beatitudine a cui aspira. Egli si rende perfettamente conto che da solo non avrà mai il potere di risolvere i problemi della propria vita, non sarà mai in grado di raggiungere la perfezione.

Per questo motivo, per soddisfare i propri bisogni, si vede costretto a adattarsi alla vita sociale, ad accettare che il piú agevole mezzo che ha a disposizione per raggiungere il proprio scopo E la collaborazione con gli altri individui della società in cui vive. E ciò che spinge gli individui di una società a collaborare per assicurarsi i necessari mezzi di sussistenza.

Ciascuno si impegna al fine di assicurare parte di tali mezzi e quando tutti hanno svolto il proprio dovere i singoli risultati vengono combinati tra loro e ognuno, in proporzione alla propria operosità e alla propria posizione sociale, si prende una parte del risultato totale e la sfrutta per portare avanti la propria vita. Questa collaborazione ed equa spartizione del risultato del lavoro comune permette all’uomo di garantirsi il suo benessere e la sua beatitudine.
L’assetto sociale: una necessità
Poiché esiste commistione tra i risultati delle singole attività degli individui della società e siccome tutti vogliono giovarsi di tali risultati, sorgono inevitabilmente determinati conflitti d’interesse. E infatti chiaro che, di solito, gli interessi materiali sono l’origine dei diversi tipi di discordie e distruggono l’amore e la cordialità tra la gente.

Onde preservare l’affiatamento e l’amore tra gli individui della società E necessario instaurare una serie di norme la cui osservanza impedisca ogni possibile disordine e degenerazione anarchica. In effetti, senza un assetto la società umana cadrebbe in uno stato di disordine tale da non poter durare nemmeno per un giorno.

E poi naturale che tali norme differiscano secondo il livello di civiltà o di barbarie proprie a ogni popolo, a ogni nazione, varino secondo i diversi livelli di cultura delle società e delle loro diverse organizzazioni di governo. Ma ripetiamo che in nessun caso la società può fare a meno di una serie di usi, di costumi e di norme rispettate da almeno la maggioranza dei suoi membri. Mai E esistita nella storia dell’umanità una società assolutamente priva di usi, costumi e norme comuni.
Libertà e assetto sociale
Poiché l’essere umano compie tutte le proprie azioni con il proprio arbitrio e la propria elezione, si sente libero di agire e immagina questa sua libertà d’azione come assoluta, libera da vincoli e condizioni. Egli aspira a una libertà totale, rifugge da ogni genere di limitazione ed E perciò insofferente a ogni proibizione, ad ogni privazione a lui rivolte. Quando gli viene imposta una limitazione egli prova dentro di sé un particolare affanno, uno speciale senso di abbattimento. E per questo che le norme che regolano la società, per quanto poche siano, siccome limitano in certa misura l’essere umano, sono sempre contrarie alla sua liberale indole.

L’uomo comprende tuttavia che qualora non accettasse, allo scopo di preservare la società e l’ordine esistente in essa, di cedere, di fronte alle leggi, parte della propria libertà, questa cadrebbe in un disordine tale da annientare del tutto la sua libertà e la sua tranquillità. Egli sarebbe in tal caso libero di violare i diritti altrui, ma non avrebbe alcuna garanzia della difesa dei suoi. Perciò l’uomo, allo scopo di preservare parte della propria libertà, rinuncia a parte di essa e rispetta le norme che regolano la società.
Ciò che minaccia l’esecuzione delle leggi
Secondo quanto abbiamo detto, giungiamo a riscontrare una sorta di contrasto, di incompatibilità tra l’indole liberale dell’uomo e le norme vigenti nella società; E come se le leggi, al pari di una robusta catena, lo legassero ed egli cercasse costantemente di liberarsi. Tale atteggiamento E il maggior pericolo per il mantenimento dell’ordine sociale e delle leggi che ad esso presiedono.

Pertanto, a fianco delle norme e dei doveri di carattere pratico, vengono sempre disposte una serie di norme applicate per punire i contravventori, intimorire la gente e impedire loro di violare le leggi. Al fine poi di animare gli individui al rispetto delle leggi, si infonde in loro la speranza di ricevere ricompense e premi. Non si può tuttavia negare che il timore di essere puniti e il desiderio di essere ricompensati sono fattori che possono contribuire solo in parte all’esecuzione delle leggi penali.

Tali fattori non consentono infatti di abolire al cento per cento la trasgressione delle leggi e non sono in grado di preservarne completamente l’autorità e la padronanza, perché le leggi penali, al pari delle altre leggi, possono venire infrante dall’uomo e sono costantemente minacciate dalla sua liberale indole. Cosi le persone dotate di influenza e di potere possono, senza alcun timore, violare pubblicamente la legge oppure, servendosi della loro influenza, costringere l’organo giudiziario e il potere esecutivo ad accettare le loro illecite pretese.

Coloro che non possiedono una posizione influente, per raggiungere i loro scopi, possono invece approfittare della disattenzione e della debolezza delle autorità che hanno la responsabilità di dirigere e governare la società e trasgredire di nascosto, oppure possono sfruttare altri mezzi come le tangenti, gli agganci e le parentele. E ovvio che tali comportamenti finiscono per mandare in rovina la società.

Le migliaia di violazioni e di trasgressioni che ogni giorno costatiamo nelle diverse società umane sono la migliore prova di quanto abbiamo ora detto.
La fonte principale di questo pericolo
Occorre a questo punto vedere donde provenga il pericolo di cui al paragrafo precedente e come si debba domare la superba e liberale indole dell’uomo, al fine di ostacolare la violazione della legge nella società.

L’origine di questo pericolo, che costituisce la principale causa della corruzione sociale, che le stesse leggi non riescono a prevenire, risiede nel fatto che le normali metodologie sociali, che danno luogo alle leggi create dall’uomo, prendono in considerazione la sola dimensione materiale dell’esistenza dell’uomo, tralasciando quella spirituale e trascurando i suoi istinti interiori. Tali metodologie mirano esclusivamente alla coordinazione e al mantenimento dell’ordine, dell’equilibrio esistente tra le azioni della gente affinché queste si svolgano in modo tale da non sfociare in contrasti e conflitti.

La legge sociale pretende dagli individui della società il rispetto dei suoi articoli, mira a controllare tutte le loro azioni che riguardano la vita sociale, senza curarsi minImamente delle loro qualità interiori, degli intimi sentimenti che li spingono a compiere tali azioni e che costituiscono i nemici interiori e nascosti delle leggi.

Pertanto, ogniqualvolta nel dirigere la società venga trascurata l’indole liberale dell’uomo e centinaia di altri fattori interni {come l’egoismo, la lussuria}, che costituiscono la principale causa della corruzione, la società cadrà in uno stato di disordine e i conflitti, i disordini esistenti si intensificheranno giorno dopo giorno; tutte le leggi sono infatti continuamente minacciate dalle aggressioni di potenti ribelli e dai “notturni” assalti di abili ladri, causati da questi stessi fattori interni. Nessuna legge può quindi opporsi da sola alla corruzione o prevenire l’insorgere dei conflitti.
Le Religione e le Leggi create dall’Uomo

L’eccellenza della religione sulle altre leggi
La piú avanzata metodologia sociale per garantire l’esecuzione della legge consiste nel varare leggi penali e istituire un organo di sorveglianza. Tuttavia, come abbiamo già detto in precedenza, né le sanzioni né l’esistenza di una forza di polizia sono in grado di avere ragione degli istinti ribelli dell’uomo e fare in modo che le leggi da esso inventate per dirigere la società vengano effettivamente applicate.

La religione oltre a incaricare una forza di polizia del mantenimento dell’ordine pubblico e varare leggi per punire i contravventori e gli scellerati, dispone anche di potenti strumenti con i quali E in grado di vincere ogni forza avversa.

La religione a seguito del legame che crea tra vita sociale e adorazione di Dio l’Altissimo rende l’essere umano responsabile dinanzi a Dio di tutte le proprie azioni, sia di quelle che riguardano la sua vita individuale sia di quelle che riguardano la sua vita sociale. Poiché Dio l’Altissimo, con il Suo infinito potere e la Sua illimitata conoscenza, domina l’essere umano sotto ogni aspetto ed E perfettamente al corrente di ogni suo pensiero e intimo segreto, la religione affida il compito di sorveglianza e di custodia dell’uomo, oltre che a una guardia esteriore, a una guardia interiore, la quale, nel suo lavoro di vigilanza, E infallibile. A tal proposito, Dio l’Eccelso nel Santo Corano dice:

“Dio sa perfettamente ciò che essi fanno” (Santo Corano,8:47)

“Ed Egli E con voi ovunque voi siate” (Santo Corano, 57:4)

“Il tuo Signore ripagherà completamente le loro azioni, ché, in verità, Egli sa perfettamente ciò che fanno” (Santo Corano,11:111)

“ In verità Dio vi sorveglia”(Santo Corano,4:1)

Se ora poniamo a confronto la persona che vive in un ambiente in cui vige il diritto umano con quella che vive in un ambiente religioso, l’eccellenza e la superiorità della religione ci apparirà in tutta chiarezza.

In una società i cui individui sono religiosi, siccome sanno che Dio osserva costantemente le loro azioni, la vita si svolge in assoluta pace e armonia. Gli individui che vivono in una tale società si rispettano, non si comportano tra loro in modo violento, non si calunniano ed evitano persino di essere sospettosi nei confronti del prossimo. La religione vieta infatti all’uomo di essere sospettoso nei confronti degli altri, cosa che viene però trascurata dalle leggi create dall’uomo. Il Santo Corano a tal proposito dice:

“O voi che avete prestato fede, tenetevi lontano da molti dei sospetti, ché, in verità alcuni sospetti costituiscono peccato” (Santo Corano,49:12)

In un ambiente religioso l’uomo sta completamente tranquillo, vive i giorni della sua vita in assoluto benessere e alla fine raggiunge l’eterna beatitudine.

Contrariamente a quanto E stato finora detto, in un ambiente in cui vigono solamente le leggi inventate dall’uomo, gli individui evitano di compiere atti vietati solo quando vedono che la forza di polizia osserva le loro azioni, diversamente E possibile che compiano qualsiasi trasgressione.

Ogni individuo religioso, secondo quanto gli ha insegnato la religione, sa che la sua esistenza non si circoscrive ai pochi giorni trascorsi in questo mondo effimero ed E conscio del fatto che dopo la sua morte un’altra vita, illimitata e infinita, l’attende; egli sa bene che con la morte non si annienta ed E altresi conscio del fatto che l’unica via che l’uomo ha per raggiungere la perpetua beatitudine e l’eterna tranquillità consiste nell’osservare i precetti religiosi, inviati dal Signore Altissimo mediante i Suoi messaggeri.

Egli sa che i precetti religiosi provengono da Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, l’Onniveggente, che conosce perfettamente ogni azione esteriore dell’uomo e ogni suo sentimento intimo e pensiero nascosto. Egli sa che verrà da Lui ripagato per ogni buona azione che ha compiuto nel corso della sua vita e punito per ogni sua trasgressione. Nessuno può sfuggire alla giustizia di Dio nascondendogli i peccati che ha commesso.

Ogni individuo religioso in base ai principi della propria religione, sa che ogni volta che osserva un precetto religioso ubbidisce al proprio Signore e che, nonostante che solitamente il servo, in quanto servo, non abbia diritto a nessun compenso dal suo padrone per l’esecuzione di un suo ordine, riceverà, per grazia e benevolenza del Signore, una generosa ricompensa per aver eseguito i Suoi ordini. Da questo punto di vista, ogni suo atto d’obbedienza costituisce in realtà una transazione che egli accetta di eseguire di propria volontà.

Egli cede volontariamente una parte della propria libertà in cambio del compiacimento di Dio Benevolo e della Sua futura ricompensa. Cosi la persona osservante, rispettando i precetti religiosi, E, in assoluta beatitudine, occupata a transare volontariamente la propria libertà con una merce infinitamente piú preziosa.

Al contrario, colui che non E religioso, siccome considera l’osservanza delle norme e delle leggi un danno per se stessa, siccome la sua liberale indole non riesce a sopportare di perdere parte della propria libertà, cerca sempre di violare la legge e riconquistare cosi la libertà perduta.

La religione presenta caratteristiche che la differenziano ulteriormente dal diritto umano; ad esempio gli osservanti rifuggono volontariamente dal peccato, mentre coloro che seguono il diritto umano non lo fanno che per timore di essere puniti dalla legge; la religione governa totalmente l’essere umano, mentre la legge non E dotata di un simile potere: essa lo domina sia esteriormente sia interiormente, contrariamente alla legge che non può ordinare e dominare che esteriormente. La religione non E solamente un’autorità che impedisce di agire in modo biasimevole, E anche un maestro che insegna all’essere umano le virtú e le doti, il che non accade nel caso del diritto umano, di natura esclusivamente repressiva.

Se i vantaggi offerti dal diritto umano fossero considerati eguali a una unità, quelli della religione sarebbero superiori a diverse migliaia. Coloro dunque che si adoperano al fine di annientare la religione e non vedono altro che il diritto laico, sono simili a chi amputa con le sue stesse mani la propria gamba sana per sostituirla con una di legno.

Da quanto precede, possiamo dedurre che la religione E il migliore mezzo per dirigere e guidare la società umana, e piú di ogni altro metodo riesce a indurre la gente al rispetto delle leggi vigenti nella società.
Un tentativo di soluzione
I paesi sottosviluppati del mondo che, nel corso del secolo scorso, hanno voluto impegnarsi sulla via del progresso e dello sviluppo, accettando il metodo di governo laico senza tenere conto delle manchevolezze del diritto laico e del grande potere della religione, si sono immersi nella barbarie e nella decadenza.

Di contro, le nazioni progredite e astute del mondo, accortesi delle lacune presenti nel diritto laico, al fine di salvarlo da una sconfitta certa, si sono dedicate alla ricerca di una soluzione e hanno cambiato metodo. Tali nazioni hanno organizzato il loro metodo di istruzione e educazione in modo tale che gli individui della società vengano, in ogni caso, a formarsi acquistando una serie di virtú e considerino in tutte le loro attività sociali la legge come un qualcosa di sacro e inviolabile.

Questo tipo di formazione E in grado di salvare la legge non religiosa, fa si che essa trovi il suo corso ordinario e garantisce di conseguenza, in modo notevole, il benessere e la felicità degli individui della società.

Bisogna però prestare attenzione che questi metodi si basano su teorie e concetti che possono essere suddivise in due diverse categorie:

concetti e principi (come umanitarismo, benevolenza, compassione verso i propri dipendenti) fondati sul realismo e presi indubbiamente dalle religioni rivelate. In effetti, la religione, dai tempi piú antichi, ancora prima del sorgere delle civiltà avanzate, invitava gli uomini a seguire tali principi. Perciò la beatitudine e la felicità venute a esistere nelle società progredite a causa dell’applicazione di tali concetti sono parte dei doni concessi dalla religione all’umanità.

Concetti e principi inconsistenti e illusori, che appartengono al mondo delle favole. In tale ambito rientra ad esempio il comportamento di coloro che fanno credere alla gente che se soffriranno oppure verranno uccisi per la salvezza della loro patria, i loro nomi verranno incisi in lettere d’oro nelle pagine della storia. Non si può negare che in molti casi queste fandonie danno risultati pratici; E possibile infatti che taluni rimangano impressionati da esse e facciano dei sacrifici in campo di battaglia, uccidendo un gran numero di nemici.

Bisogna tuttavia sapere che esse arrecano danni molto maggiori dei vantaggi che offrono, poiché rendono l’uomo superstizioso e rovinano il suo senso della realtà; per coloro che non hanno fede in Dio, nel Giorno del Giudizio e che considerano la morte dell’uomo come il suo annientamento, la vita eterna e la beatitudine imperitura che viene dopo la morte non avranno infatti piú alcun senso.
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1. Che verranno in seguito dettagliatamente esposti.

2. - Gli Zoroastriani che si avvicinano alla religione degli Ebrei e che scelgono un credo risultante dalla commistione di quello zoroastriano e quello ebreo, vengono detti Sabei.
L’Islam

Il desiderio di religione E insito nell’uomo
L’essere umano desidera insitamente la religione. Egli durante tutta la sua vita si dà costantemente da fare per realizzare la propria felicità, ricerca i mezzi piú efficaci a consentirgli di soddisfare i propri bisogni e raggiungere cosi i propri scopi; egli, senza dubbio, aspira a un mezzo invincibile e sempre efficace per realizzare i suoi desideri.

In natura non esiste alcuna causa il cui effetto sia perpetuo, invincibile e insoggiogabile. Da ciò si deduce che questa naturale tendenza dell’uomo a ricercare un invincibile mezzo per raggiungere la felicità e la reale pace interiore, E in realtà desiderio d’Islam, perché soltanto Dio l’Altissimo E invincibile, insoggiogabile nella sua volontà, immune da qualsiasi difetto e mancanza, e il solo metodo di vita avente una reale e totale relazione con Dio l’Altissimo E quello indicato dalla religione islamica.

E possibile quindi affermare che tale desiderio istintivo dell’uomo E una delle migliori prove in favore dei tre principi della religione (l’Unicità di Dio, la Profezia e la Risurrezione), poiché la comprensione innata dell’uomo, necessaria conseguenza della sua particolare natura, non sbaglia mai. Cosi egli non confonde mai il concetto di amicizia con quello di inimicizia, come non confonde la sensazione di sete che prova dentro di sé, con quella che avrebbe nel caso in cui fosse dissetato.

E poi vero che talvolta l’uomo desidera cose che apparentemente non hanno nulla a che vedere con quanto abbiamo sinora detto; desidera ad esempio, avere, al pari di un uccello, ali e piume per volare, o addirittura essere, al pari di un astro, nell’alto dei cieli. Tuttavia nel fondo del cuore egli desidera seriamente una reale causa che lo conduca alla beatitudine, desidera raggiungere la pace assoluta, aspira a una vita realmente umana e finché vivrà, questo desiderio non si estinguerà mai.

Insomma, se nell’universo non fosse esistita una causa invincibile {Dio}, l’uomo, con l’essenza incontaminata che ha, non l’avrebbe pensata; se non fosse esistita una pace assoluta {propria della vita oltremondana}, se il metodo religioso {trasmessoci da Dio attraverso l’invio di profeti} non fosse stato vero, il loro desiderio non avrebbe mai trovato spazio nell’animo umano.
Breve sguardo alla storia delle religioni
La piú sicura e affidabile (dal punto di vista religioso) fonte con cui E possibile effettuare una sommaria ricerca riguardo alla comparsa delle religioni E il generoso Corano. Esso E infatti immune da ogni sorta di errore, esente da ogni tipo di faziosità.

Il glorioso Corano descrive in forma sintetica le origini della religione affermando che la religione di Dio, che non E altro che la religione islamica1, accompagna l’uomo fin dal primo giorno della sua comparsa.

L’attuale generazione umana, come afferma espressamente il Corano, deriva da un’unica coppia formata da un uomo, chiamato dal Corano Àdam {Adamo}, e da una donna, chiamata da questo sacro libro Hawwà {Eva}. Adamo era profeta di Dio e come tale riceveva la rivelazione divina. La sua religione era assai semplice; essa comprendeva alcuni comandamenti generali come il dovere di ricordare Dio, di fare del bene al prossimo (in modo particolare ai genitori), di preservarsi dalla corruzione, di non uccidere i propri simili e di non commettere atti turpi.

Dopo la morte di Adamo e della sua sposa, i loro figli condussero un’esistenza assolutamente tranquilla, senza contrasti. Man mano che la popolazione umana aumentava di numero, veniva a crearsi la prima forma di vita collettiva; fu a questo punto che l’uomo inizio a imparare a organizzare la propria vita e fece il primo passo verso la civiltà.

Aumentando ulteriormente la popolazione, questo gruppo primitivo si divise dando luogo alle prime tribú della storia umana. In ognuna di esse v’erano delle eminenti persone, rispettate e onorate dai membri della tribú alla quale appartenevano. Tali personalità erano cosi riverite e venerate, che dopo la loro morte i membri del clan costruivano i loro monumenti e ne facevano oggetto di lode ed encomio. Fu cosi che l’idolatria iniziò a diffondersi tra la gente. Ciò E confermato sia dalle tradizioni degli Imam che dalla storia dell’idolatria.

Gradualmente per effetto dei soprusi fatti dai potenti ai danni dei deboli comparvero i primi contrasti tra la gente che, aggravati di contrasti casuali, sfociarono in veri e propri conflitti. L’insorgere di tali contrasti, di tali conflitti, che deviarono l’uomo dal sentiero della beatitudine e lo trascinarono verso la rovina, verso la malasorte, fu la causa per la quale Dio, il Benevolo, inviò i Profeti e assieme a loro i Libri Ispirati, risolutori dei contrasti degli uomini. A tal proposito, Dio l’Altissimo, nel Corano, dice:

“La gente {inizialmente} formava un’unica comunità; {in seguito ai contrasti insorti tra gli individui di tale comunità} Dio inviò i Profeti affinché rendessero lieta novella {ai probi} e ammonissero {gli empi}, e con essi inviò il Libro affinché giudicasse di ciò in cui discordavano...”(Santo Corano, 2:213) La religione islamica

La sacra religione islamica E, in ordine cronologico, l’ultima religione celeste e, per questo motivo, la piú completa. L’avvento di questa religione aboli le precedenti; E infatti logico che quando esiste il completo non v’E piú bisogno dell’incompleto.

L’Islam E stato inviato all’umanità mediante il venerato profeta Muhammad (S) figlio di Abdillàh (S)2. Questa porta della salvezza e della beatitudine fu aperta agli uomini nel momento in cui, superate le ere dell’immaturità e dell’ignoranza, essi divennero atti a raggiungere la perfezione umana e a ricevere e mettere in pratica i sublimi insegnamenti divini.

L’Islam ha perciò portato all’uomo verità e conoscenze adeguate alla comprensione dell’individuo realista, gli ha donato virtú che lo distinguono dalle restanti creature e precetti in grado di organizzare la sua vita individuale e sociale.

Da questo punto di vista, l’Islam costituisce una serie di principi e di norme {di validità universale e perpetua} di carattere morale e pratico, la cui messa in pratica garantisce la beatitudine dell’uomo in questo mondo e nell’Aldilà.

Le norme della religione islamica sono tali che ogni singolo individuo appartenente alla grande famiglia umana e ogni società umana che le metta in pratica potrà raggiungere le migliori condizioni di vita e la piú elevata forma di perfezione. La religione islamica dona ugualmente i suoi proficui effetti a ogni individuo, a ogni società: qualsiasi individuo, grande o piccolo, sapiente o ignorante, uomo o donna, bianco o nero, orientale od occidentale che sia, senza alcuna differenza, può giovarsi dei vantaggi offerti da questa pura religione e soddisfare nel migliore e piú completo dei modi le sue esigenze. Infatti, l’Islam fonda infatti i suoi principi e i suoi precetti sulla natura insita delle cose ed E perciò in grado di considerare le necessità dell’essere umano e indicare i mezzi in grado di soddisfarle.

In effetti, la natura insita dell’uomo E, in ogni individuo, in ogni razza e in ogni era, la stessa: piccoli o grandi, uomini o donne, sapienti o ignoranti, bianchi o neri che siano, sono in ogni caso membri di questa grande famiglia e hanno perciò stessa natura primordiale e gli stessi bisogni. Lo stesso dicasi per le generazioni future che appartenendo anch’esse alla grande famiglia umana avranno le stesse esigenze di quelle passate.

Ripetiamo quindi che l’universale ed eterna religione islamica, E in grado soddisfare tutte le reali e naturali esigenze dell’uomo. E questo il motivo per cui Dio l’Altissimo la chiama “Religione Naturale”, invitando gli uomini a mantenere viva la propria natura umana, ed E questo suo carattere naturale che ha portato gli eminenti sapienti islamici ad affermare che essa E semplice da osservare e non E severa con l’uomo.
Confronto tra l’Islam e le altre religioni
Abbiamo in precedenza spiegato come la religione sia superiore agli altri metodi di organizzazione e guida della società. Abbiamo poi accennato all’eccellenza dell’Islam sulle altre religioni. In base a tali conclusioni siamo poi riusciti a comprendere che i vantaggi che offre l’Islam alla società umana sono notevolmente maggiori di quelli offerti da qualsiasi altra religione o metodologia sociale. Questa realtà diviene ancora piú chiara quando si confronti l’Islam con le altre religioni e con i diversi metodi sociali.

La dottrina islamica non E come l’attuale dottrina cristiana che considera solo la felicità ultraterrena della gente, trascurando quella terrena. Essa non E nemmeno come l’attuale religione giudaica, che si preoccupa solo di istruire e educare un’unica nazione, e neppure come gli insegnamenti zoroastrici {e di talune altre sette e religioni}, limitati a pochi argomenti di carattere etico e liturgico.

L’Islam prende infatti in considerazione l’istruzione, l’educazione, la felicità terrena e la beatitudine ultraterrena di tutti gli uomini, in tutti i luoghi e in tutte le ere, fino al Giorno del Giudizio.

Solo in questo modo E possibile correggere le società e condurre l’uomo verso la beatitudine di questo mondo e dell’Aldilà; infatti, correggere una sola società o un’unica nazione, con i rapporti internazionali che si fanno di giorno in giorno sempre piú vicini e intensi, E un lavoro inutile ed E come voler depurare una goccia d’acqua in un fiume inquinato. Inoltre limitarsi a riformare una sola società, trascurando le altre, E un comportamento che contraddice lo spirito di riformismo.

Negli insegnamenti islamici sono state considerate tutte le idee che E possibile che vengano in mente all’uomo a proposito della creazione del mondo e dell’essere umano, tutti i vizi e le virtú che E possibile che vengano ad annidarsi nell’animo umano, tutte le azioni, le attività eseguibili da un essere umano nell’ambiente in cui vive.

Dio ha eletto quei principi aventi carattere realistico {a capo dei quali v’E l’Unicità di Dio l’Altissimo} e li ha costituiti fondamento e origine della religione islamica. Per quanto concerne poi l’etica, l’Islam elegge ogni qualità che, nella realtà e presso la retta ragione, E buona, E virtú. Sulla base dell’etica, l’Islam dispone poi una serie di norme pratiche nelle quali sono stati considerati tutti i particolari, i dettagli della vita dell’uomo e, di conseguenza, determinati i doveri individuali e sociali d’ogni individuo, sia egli nero o bianco, cittadino o contadino, uomo o donna, piccolo o grande, servo o padrone, comandante o comandato, abbiente o povero.

Dice Dio l’Altissimo: “Una buona parola {una vera e giusta fede} E simile a un buon albero, la cui radice E salda e la cui fronda si eleva alta in cielo”(Santo Corano, 14:24)

Chiunque esamini attentamente i principi, l’etica e le norme della religione islamica, scoprirà un oceano sconfinato e straordinariamente armonico di sapienza e di spiritualità {che perfino la mente perspicace E incapace di comprenderne i limiti, di raggiungerne gli abissi} con l’ausilio del quale l’uomo può avvicinarsi a Dio, adorarlo e formarsi spiritualmente.

E questo straordinario insieme di principi e di precetti che il Dio, l’Unico, ha rivelato al Suo prediletto profeta Muhammad (S).
Confronto tra l’Islam e le altre metodologie sociali
Esaminando attentamente le metodologie delle società progredite del mondo, comprendiamo bene che se da un lato esse hanno dato luogo al loro straordinario progresso scientifico e industriale, hanno permesso loro di raggiungere la luna, Marte e di creare sconcertanti organismi statali, dall’altro però hanno mandato in rovina l’umanità, hanno provocato in meno di un quarto di secolo, ben due guerre mondiali {nelle quali sono morte milioni di persone innocenti} e ora stanno spingendo l’umanità verso una terza guerra mondiale, che se scoppiasse provocherebbe l’annientamento dell’umanità.

Con questi metodi, fin dal primo giorno della loro comparsa, in nome dell’umanitarismo e col falso proposito di voler liberare i popoli oppressi, il continente europeo E riuscito a schiavizzare completamente i popoli dei quattro continenti e pochi individui sono riusciti a diventare, sotto tutti gli aspetti, assoluti padroni di centinaia di milioni di persone innocenti.

Non si può certo negare il fatto che le nazioni progredite fruiscano dei beni e dei piaceri materiali e che siano riuscite a realizzare molte delle aspirazioni umane {come la giustizia sociale e i progressi in campo culturale, industriale e artigianale}, però, considerando il rovescio della medaglia, vediamo che sono afflitte da innumerevoli disgrazie e sventure, le piú importanti delle quali sono i conflitti internazionali e gli stermini che continuano ogni giorno ad aggravare i problemi del mondo.

E evidente che tutti questi frutti, talvolta amari, tal altra dolci, sono il prodotto dell’albero della civilizzazione e il diretto risultato del metodo di vita di queste nazioni, di queste società, apparentemente impegnate sulla via del progresso.

Per ciò che riguarda i frutti dolci, i quali hanno portato la felicità nella società umana e dai quali l’uomo ha tratto vantaggio, essi non sono stati originati solo dalla mera applicazione della legge, ma anche da una serie di virtú {quali la sincerità, l’onestà, la coscienza del dovere, la benevolenza e l’abnegazione} possedute dagli individui appartenenti a tali nazioni. La legge infatti esiste anche nelle nazioni arretrate dell’Asia e dell’Africa, eppure vediamo il loro sottosviluppo e la loro infelicità in continua crescita.

Per quanto riguarda invece i frutti amari di quest’albero, i quali hanno reso difficile la vita all’uomo, hanno provocato sventura e malasorte e stanno ora trascinando le stesse nazioni per cosi dire “progredite” al pari delle altre, verso la rovina, derivano da una serie di vizi quali la cupidigia, l’iniquità, la crudeltà, la superbia e la pervicacia.

Esaminando attentamente i precetti della sacra religione islamica, ci accorgiamo che essa ha ordinato all’uomo di acquisire le virtú e ha proscritto i vizi poc’anzi richiamati. In linea generale, l’Islam invita l’uomo ad assumere un comportamento giusto, corretto, nel quale vi sia il bene e l’interesse dell’umanità, mettendolo in guardia contro ogni azione ingiusta, scorretta, che turba la pace, la quiete degli uomini {benché assicuri il bene e l’interesse di una particolare nazione}.

Da quanto precede possiamo concludere che:

il metodo dell’Islam offre vantaggi maggiori di quelli offerti da qualsiasi altro metodo sociale: “Questa E la religione retta e salda, ma la maggior parte degli uomini non sanno” (Santo Corano, 30:30); gli aspetti positivi riscontrabili nella contemporanea civiltà occidentale, sono tutti, indistintamente, doni della pura religione islamica, dei quali hanno usufruito i popoli occidentali. Infatti, diversi secoli prima del sorgere della civiltà occidentale, l’Islam esortava la gente verso quegli stessi precetti morali la cui osservanza ha permesso agli occidentali di superare i Musulmani. A tal proposito, il Principe dei Credenti, Ali (as)3, dal letto di morte, disse alla gente: “Non sia che vi comportiate in modo tale da essere superati dagli altri nell’osservanza del Corano”.

Secondo i precetti dell’Islam, il principale obiettivo deve essere la moralità e su di essa si debbono fondare le leggi. E infatti il trascurare la moralità, il disporre le leggi al solo scopo di raggiungere determinati interessi materiali che spinge gradualmente l’umanità verso il materialismo, priva gli uomini della spiritualità {unica cosa che distingue l’uomo dall’animale}, sostituendola con l’indole feroce del lupo e della pantera e con gli istinti propri alla vacca e alla pecora. A tal proposito, il sommo Profeta (S) disse: “Il mio principale obiettivo E l’educazione morale degli uomini”.
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1. Dice Dio l’Eccelso nel sacro Santo Santo Corano,:

“In verità la religione, presso Dio, E l’Islam” (Santo Corano, 3: 19).

2. (S) abbreviazione di “salla allahu wa alehi wa aliyhi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”.

3. (as) abbreviazione di “‘aleyhi-ha-hum assalam”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadija, Fatima, Maria, Asya ) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zeynab, Ruqayya, Oum Kulthum,Fatima Masuma ...
L’Esistenza, l’Unicità e gli attributi di Dio

L’uomo ricerca in modo innato l’origine della creazione
L’uomo tende, in modo innato, a ricercare la causa della comparsa di ogni fenomeno e nega categoricamente la possibilità che i fenomeni vengano a esistere da sé, senza l’intervento di alcuna causa.

Cosi un autista la cui vettura si arresti improvvisamente scenderà dall’auto per controllare la parte che sospetta essersi guastata e scoprire cosi la causa dell’arresto; non riterrà invece che l’auto si sia arrestata senza un preciso motivo. Quando poi vorrà farla ripartire prenderà gli strumenti appositamente disposti in essa e si metterà a lavoro per ripararla, senza restare passivo in attesa di una partenza casuale.

Quando l’uomo ha fame pensa a procurarsi del cibo, quando ha sete va alla ricerca dell’acqua e quando sente freddo cerca di procurarsi un abito pesante o una stufa. Anche in tali casi, mai resterà passivo affidandosi al caso e attendendo che le cose si risolvano da sé.

Colui che desidera costruire un edificio naturalmente si sforzerà di procurare i materiali da costruzione necessari e un sufficiente numero di operai e muratori. Non spererà invece che il suo desiderio si realizzi da sé, in modo del tutto casuale.

Da quando l’uomo esiste sulla terra, vede intorno a sé montagne, foreste e immensi mari. Egli ha sempre visto il sole, la luna e le stelle in ordinato e perpetuo movimento. Gli scienziati, con il loro instancabile lavoro di ricerca scientifica, hanno sempre indagato sulle cause della comparsa di questi stupefacenti esseri e nessuno di loro ha mai affermato che siccome l’uomo da quando ha messo piede sulla terra ha visto questi esseri nello stesso stato in cui ancor oggi si trovano, allora essi sono venuti a esistere da sé, senza l’intervento di alcuna causa.

Quest’innata disposizione a ricercare le cause, le ragioni, spinge l’uomo a indagare riguardo alla comparsa del creato e del suo stupefacente ordine e a chiedersi se quest’immenso universo (le cui componenti sono in relazione tra di loro e che, in realtà, formano un unico grande fenomeno) sia venuto a esistere da sé, senza l’intervento di alcuna causa, oppure tragga origine da un fattore esterno.

A proposito poi dello strabiliante ordine del creato, egli E spinto da questo innato istinto di ricerca a chiedersi se tale ordine (che guida ogni cosa verso il proprio specifico obiettivo ed E presente in tutto l’universo secondo costanti e assolute leggi) sia retto da un essere dotato di potere e sapere infiniti, oppure sia venuto ad esistere in modo casuale.
La prova dell’esistenza di un Creatore
Quando l’uomo segue il proprio istinto di realismo, trova in ogni angolo dell’universo numerose prove dell’esistenza del Creatore, del Sostentatore dell’Universo. Egli infatti, con tale innato istinto, comprende che ognuna delle creature che godono del beneficio dell’esistenza, che nel loro essere, volenti o nolenti, percorrono un ben determinato sentiero e dopo un po’ lasciano il proprio posto ad altre creature, non sono venute a esistere da sé; il preciso itinerario che percorrono durante la propria esistenza non E stabilito da loro stesse.

Esse, insomma, non hanno il minimo ruolo nella propria creazione e nell’assetto dell’itinerario della propria esistenza. Ad esempio, non E stato l’essere umano a scegliere d’essere uomo o d’avere le caratteristiche proprie dell’essere umano.

Parimenti, l’istinto poc’anzi citato, non accetterà mai l’ipotesi che tutti gli esseri che circondano l’uomo siano venuti ad esistere da sé, in modo del tutto casuale e mai approverà che l’ordine che li governa sia privo di qualsiasi fondamento, sia frutto del caso. Vediamo infatti che la coscienza umana nega tale casualità persino nel caso di pochi mattoni disposti ordinatamente l’uno sull’altro.

Ecco perché un’innata voce annuncia dal profondo dell’animo che l’universo E sicuramente dotato di una causa che lo ha creato e che provvede a mantenerlo. Tale causa, tale essere infinito, tale fonte di sapere e potere illimitati, E Dio, creatore di tutto ciò che esiste:

“Dio E Colui che ha donato a ogni cosa la sua particolare creazione e poi l’ha guidata sul sentiero della vita e della permanenza”(Santo Corano, 20:50)
La fede in Dio E sempre esistita tra gli uomini
Attualmente, la maggioranza degli uomini E credente, E convinta del fatto che esiste una divinità che ha creato l’universo e adora tale divinità.

In base a quanto afferma la storia, anche gli uomini del passato erano per la maggior parte credenti. Benché tra le diverse comunità religiose vi fossero divergenze di vedute e nonostante che ogni popolo descrivesse l’origine della creazione in modo diverso

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