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Vari testi sulla Preghiera

Vari testi sulla Preghiera by : Gruppo di Traduzione Islam Shi'ita

 

Cambiare vita significa ricreare sulla Via Retta rivelata da Dio l’orientamento integrale dei propri Atti, Pensieri e Parole verso Dio Signore dei Mondi e ciò con una radicale rottura con le nostre abitudini inveterate. Ciò va di fato attuato con la ricerca di un modo di vita che sia conforme e che predisponga all’osservazione della Legge, dei Suoi Ordini e dei Suoi Precetti.

Laddove vi sono situazioni che per esperienza risultano immodificabili e che ostacolano l’Anima nel suo compito, esse vanno tagliate con la spada della discriminazione e col cambiamento del terreno nel quale queste abitudini trovarono il loro ambiente ideale di proliferazione.

Stapparsi dal comodo terreno, velenoso ricetto delle nostre false abitudini ereditate dall’aggregato malato di preconcetti e desideri vani - disgregare tale aggregazione attraverso un atto di conoscenza e volontà diretto esclusivamente al Bene di Dio che è il nostro stesso Bene.

Il veicolo di tale atto non può che essere la Determinazione intellettuale che vede ciò che è meglio per l’anima sulla Via di Dio e predispone la vita a portare il peso, la responsabilità, il destino di un’esistenza "per" Dio e "per" la Sua Verità, non "per" il mondo e la Sua Vanità.

Tale atto è un atto che determina l’esistenza al servizio di Dio e che "testimonia" il Suo Ordine in se stessi e nel mondo - è un atto ad un tempo Spirituale, Religioso e Politico: spirituale perché determina il proprio orientamento interiore nei confronti della conoscenza di Dio che è conoscenza del Sé autentico e del principio spirituale dell’essere umano, Religioso perché tale orientamento si realizza qui e ora nella pratica di una Legge Rivelata e nella Comprensione dei Suoi Significati, Politico perché testimonia un agire altro rispetto a quello del mondo attuale.

Il nostro agire religiosamente conforme ai Principi che ci sono stati trasmessi dai Profeti (AS) e dagli Imam (AS) non può non essere visto dagli altri come un atto politico nel senso reale del termine, vale a dire teso a determinare un retto orientamento dell’agire umano che, contemplando tutti i piani della realtà, si oppone e ostacola i disegni di un modo che vuole essere svincolato dal principio Divino non riconoscendolo, non accettandolo e non volendo chiaramente che la Sua Volontà sia Guida all’azione e all’insegnamento e determini il destino degli uomini e delle società. Il nostro agire conformemente alla Legge ci farà altri, estranei e pericolosi per questo mondo, in quanto la Legge di Dio e i disegni degli esseri umani sono irriducibili e inconciliabili.

La determinazione spirituale efficiente che ci rende necessaria la conoscenza di Dio determina quest’ultima informandola in una Rivelazione che è frutto di salvezza per chi la riconosce, la accetta e la vive - e vivere una Rivelazione che pone una Realtà unica che va realizzata senza che vi sia contrasto tra ciò che uno pensa e ciò che uno fa. E’ un Atto Politico che si pone come segno di discriminazione per un mondo nel quale Dio e la Sua Volontà sono stati rimossi, accantonati e apparentemente neutralizzati.

La nostra Fede è un segno distintivo che fa ritrovare alla nostra esistenza il suo asse portante - ordine che non è solo nostro ma di tutti gli esseri dotati di intelletto e quindi potenzialmente capaci di comprenderlo.

Si tratta quindi di non separare i vari piani e aspetti dell’esistenza ma di rimetterli tutti "integralmente" a Dio che li ricollegherà e penetrerà col Suo Spirito ricostituendone l’equilibrio interno, unico modo per non cadere nell’impossibilità di difendere e mantenere la dignità di esseri umani in cerca della Sua Conoscenza e della Sua Verità, pronti a testimoniarne la Via, l’Ordine e la Rivelazione.

E’ necessario quindi ritrovare un’identità chiara e stabile in tutti gli elementi e rapporti della nostra vita nella quale coltivare interamente la nostra Via verso il Vero, senza fratture tra l’interiore e l’esteriore, tra l’io e gli altri, ma con perfetta consapevolezza che le manifestazioni dell’agire dell’uomo o convergono verso un unico Fine o si disgregano in fini molteplici e vari che disgregano ad un tempo l’anima e l’intelletto dell’essere umano.

In sintesi, lo spazio della Religione nella nostra vita deve essere lo spazio stesso della nostra vita.

di Shaykh Mortadha Al-Basha, fonte: www.raoofonline.com [8]

L’Imam Zayn al-‘Abidin (a) nella “conversazione intima degli obbedienti a Dio” (munajat al-muti°i n li’Llah) dice:

“Allah conducici con le navi della Tua salvezza, facci godere del piacere di invocarTi, giungere all’abbeveratoio del Tuo amore e gustare la dolcezza del Tuo affetto e della Tua vicinanza”.

Di certo, il culto, l’invocazione, la prossimità divina, contengono un piacere, una dolcezza ed una felicità; e questo è descritto da molte tradizioni oltre ad essere direttamente sperimentato dalle persone.

Ma molti di noi, nonostante abbiano trascorso tanti anni nel compimento degli atti di adorazione rivolti ad Iddio l’Altissimo, non percepiscono ancora questa dolcezza, piacere e felicità. Qui noi vogliamo citare quattro importanti fattori per realizzare il godimento e sentire il piacere nel compimento delle ‘ibadat (atti di adorazione) ed invocazioni.

1) La mente ed il cuore devono essere consapevoli dell'importanza dell'’Ibadah

L’essere umano è un essere razionale e si rivolge verso qualsiasi cosa in base alla consapevolezza dell’importanza, della gravità e del ruolo che essa ha nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

Più aumenta la sua consapevolezza dell’importanza dell’atto, più aumenta il suo impegno e intensifica l’azione. Ad esempio, chi è consapevole dell’importanza di avere una laurea scientifica per assicurarsi un futuro, si applica per ottenerla e sacrifica volentieri il suo tempo e sforzi, vegliando la notte, per raggiungere tale obiettivo.

Anche chi è consapevole dell’importanza di ottenere un buon posto di lavoro, per averlo, si muove in base all’importanza e responsabilità, andando da un posto ad un altro e stando in piedi in lunghe code ad aspettare.

Anche noi nella nostra vita terrena abbiamo bisogno di percepire il ruolo e l’importanza delle ibadat, dell’invocazione e delle pratiche religiose, per assicurarci la vita eterna. Bisogna notare che la percezione ha due stadi: il primo è la ragione e il secondo è il cuore, ed ogni stadio ha vari livelli. Dobbiamo perciò far giungere quella consapevolezza ed importanza ai livelli più alti di entrambi gli stadi, perché non è sufficiente il credere della mente, se non crede anche il cuore.

2) Dedicare un tempo per l'’Ibadah

Chi legge un’invocazione pensando a quando finirà, non potrà coglierne i significati e sentirne lo spirito. Chi legge il Sacro Corano mentre la sua preoccupazione è terminare la Sura, non potrà immergersi nell’atmosfera del Libro di Dio. Chi prega pensando alla fine della sua Salat, non ha capito che per il credente essa costituisce un’ascensione spirituale.

Dobbiamo quindi dedicare tempo alle ‘Ibadaht, in modo da concentrare i nostri sforzi mentali e fisici nel compierle.

In un famoso hadith, il Profeta di Dio (S) dice a Bilal (che aveva l’incarico dell’Adhan, la chiamata alla Preghiera, n.d.t.) “Dacci una pausa, Bilal”. E la pausa da cosa è rappresentata, dal terminare la Preghiera? No, al contrario, è costituita dal compimento stesso della Salat, con cui ci si eleva in un altro mondo, cosi da costituire un mezzo per la tranquillità del Profeta dell’Islam (S).

Allora, il riposo del credente non è nel finire l’’Ibadah, ma nel compierla, provando cosi serenità e gioia nel suo impegno nel ricordo di Allah, cercando di non preoccuparsi di altro, cosi da non influenzare il suo pensiero e la sua attenzione.

3) Essere disponibili e preparati per l'’Ibadah, prima che entri il suo tempo

Quando qualcuno vuole fare un esame, per compierlo ad un livello accettabile è necessario che sia preparato psicologicamente, mentalmente e fisicamente, cosi come chi deve presenziare di fronte ad un personaggio importante o svolgere un compito particolare si prepara in tutti i modi e raccoglie le informazioni necessarie. Allora anche l’‘Ibadah necessita di preparazione per essere pronti a compierla, e di seguito cito alcuni esempi.

La Preghiera (as-Salat): alcuni credenti si attivano per la Preghiera solo dopo che è ‘entrato’ il suo orario. Inizia l’Adhan e loro sono ancora occupati con i conti, discorsi o telefonini, passando cosi direttamente da queste preoccupazioni a fare il Takbirat al-Ihram (il gesto rituale che dà inizio alla Preghiera), ed entrando cosi nella Salat con il cuore ed i sensi ancora coinvolti nel dunya (questo basso mondo) e faccende varie.

Invece le nobili narrazioni invitano a prepararsi per la Preghiera prima del suo tempo e il nobile hadith narra: “Non ha rispettato la Salat chi ha ritardato il wudu fino all’ingresso del suo tempo”.

Quindi, per armonizzare i nostri sensi e le nostre anime con la Preghiera, dobbiamo prepararci prima che entri il suo tempo, affrettandoci anche nell’entrare in moschea, come hanno esortato a fare le tradizioni.

Il digiuno (Siyam): ci prepariamo al mese benedetto di Ramadhan, facendo i conti nell’agenda di nuove telenovele e acquistando tanto di quel cibo che nei supermercati si vedono carrelli talmente pieni e pesanti da non riuscire a spingerli. Quindi passiamo il mese del Ramadhan guardando la televisione, cucinando, mangiando, bevendo e facendo acquisti dove ci sono offerte e saldi, non lasciando cosi all’anima spazio per gustare la dolcezza del digiuno.

L’Imam Ridha (A) dice:

“Aumenta le tue invocazioni, le richieste di perdono e la lettura del Corano, e ritorna [pentito] ad Allah dai tuoi peccati, cosi sarai puro quando arriva il mese di Allah, l’Onnipotente” . Cosi, tramite queste pratiche citate dall’Imam Infallibile (A), avviene la vera preparazione al benedetto mese di Ramadhan.

La notte del Decreto (Laylat-ul Qadr): per entrare in armonia (nell’atmosfera) e sciogliersi (spiritualmente) nella notte di Al-Qadr, dobbiamo prepararci prima.

Forse una delle ragioni per cui la saggezza Divina l’ha inserita negli ultimi dieci giorni, è il preparare i credenti, nelle notti precedenti, ad accogliere questa grande notte.

O cari, cosa possiamo dire noi se Mosè al-Kalim (A), uno tra i Profeti, conosciuto per la determinazione e forza di volontà, aveva bisogno di quaranta notti per arrivare all’appuntamento particolare che aveva con Allah l’Altissimo?

Allah dice:

“E fissammo per Mosè un termine di trenta notti, che completammo con altre dieci, affinchè fosse raggiunto il termine di quaranta notti stabilito dal suo Signore” (Sacro Corano, Sura Al Araf, Ayat 142).

Il Pellegrinaggio (Hajj): nel corso di tre o quattro giorni, vogliamo capire ed imparare a memoria tutte le regole di giurisprudenza, i segreti, le buone maniere e comportamenti riguardanti il pellegrinaggio.

E’ possibile tutto questo, in cosi breve tempo?

Perché non cominciamo a prepararci al Pellegrinaggio sin dal mese di Ramadan? Ricordate che le invocazioni di Ramadan accennano già all’Hajj, anzi nell’hadith dell’Imam Sadiq (A) si dice:

“O Issa, mi piacerebbe che Allah l’Onnipotente ti vedesse prepararti all’Hajj tra un Hajj e l’altro”.

Questo è un grado elevato, in cui il credente inizia a prepararsi a tutti i livelli, per arrivare dopo undici mesi a compiere il pellegrinaggio come Muhammad (S), impegnandosi cosi durante questi mesi a pensare all’Hajj in modo continuo e graduale.

4) Lasciare il peccato

Amir al-Muminin ‘Ali (A) dice:

“Come può trovare la dolcezza dell’‘Ibadah, chi non digiuna dalle passioni?”

Quindi, perché l’anima possa gustare il piacere e la dolcezza dell’’Ibadah, deve digiunare dalle passioni, dai peccati e dai dubbi.

L’’Ibadah è una bevanda squisita, se tu la mescoli con la bevanda marcia e maleodorante dei peccati, non puoi gustare il suo buon sapore. Per cui, come il giusto e lo sbagliato non si uniscono in un unico “recipiente”, lo stesso avviene anche per la luce ed il buio.

I dubbi riguardo alla Preghiera si possono dividere in tre tipi:

1) Quelli che annullano la preghiera.

2) Quelli che non bisogna prendere in considerazione.

3) Quelli che possono essere corretti.

1. I dubbi che annullano la preghiera

(se una persona ha uno di questi dubbi non può interrompere subito la preghiera, se però il dubbio persiste può interromperla e recitarla di nuovo):

a. Dubbio sul numero di raka°h che sono state realizzate in una preghiera che avrebbe dovuto essere di due raka°h (per esempio, nella preghiera della mattina dubitare di aver realizzato una o due raka°h).

b. Dubbio sul numero di raka°h che sono state realizzate in una preghiera che avrebbe dovuto essere di tre raka°h (per esempio, nella preghiera del tramonto dubitare di aver realizzato due o tre raka°h).

c. Nella preghiera che avrebbe dovuto essere di quattro raka°h:

• Se dubita di aver realizzato una raka°h o più (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno dubitare di aver realizzato una o tre raka°h).

• Se prima di aver finito la seconda prosternazione della seconda raka°h dubita di aver realizzato due o più raka°h (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno, prima di aver finito la seconda prosternazione della seconda raka°h, dubitare di aver realizzato due o tre raka°h).

• Se dubita di aver realizzato due raka°h o cinque oppure due o più di cinque (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno dubitare di aver realizzato due o cinque oppure due o sei raka°h).

• Se dubita di aver realizzato tre raka°h o sei oppure tre o più di sei (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno dubitare di aver realizzato tre o sei oppure tre o sette raka°h).

• Non sa quante raka°h ha realizzato (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno non sa quante raka°h ha realizzato).

• Se dubita di aver realizzato quattro raka°h o sei oppure quattro o più di sei (per esempio, nella preghiera del mezzogiorno dubitare di aver realizzato quattro o sei oppure quattro o sette raka°h).

2. I dubbi che non bisogna prendere in considerazione:

a. Dubbio su una parte della preghiera, quando ci si trova in una parte successiva (per esempio, si è alla prosternazione e si dubita di aver recitato la Sura Hamd).

b. Dubbio sulla preghiera, quando il suo tempo è ormai scaduto. c. Dubbio dopo il saluto della preghiera.

d. Dubbio di una persona che dubita molto.

e. Dubbio dell’Imam della preghiera se la persona che lo segue non ha dubbi e viceversa.

f. Dubbio sul numero delle raka°h in una preghiera meritoria, dove, se si dubita per esempio tra due o tre raka°h realizzate in una preghiera meritoria che prevede due raka°h, bisogna considerare di averne dette due.

3. I dubbi che possono essere corretti (solo nella preghiera di quattro raka°h). Interrompere la preghiera in questi casi è peccato:

Stato in cui viene il dubbio Dubbio Quante rakaàh considerare Correzione
Dopo la seconda prosternazione Tra due o tre raka°h Considerare tre raka°h e dire la quarta Realizzare una raka°h della preghiera di sicurezza in piedi o due raka°h da seduti
Dopo la seconda prosternazione Tra due o quattro raka°h Considerare quattro raka°h Recitare due raka°h della preghiera di sicurezza in piedi
Dopo la seconda prosternazione Tra due o tre o quattro raka°h Considerare quattro raka°h Recitare due raka°h della preghiera di sicurezza in piedi e due raka°h da seduti
Dopo la seconda prosternazione Tra quattro o cinque raka°h Considerare quattro raka°h Due prosternazioni dell’errore
In qualsiasi stato Tra tre o quattro raka°h Considerare quattro raka°h Recitare una raka°h della preghiera di sicurezza in piedi o due raka°h da seduti
In piedi Tra quattro o cinque raka°h Deve sedersi e recitare la testimonianza e il saluto della preghiera Recitare una raka°h della preghiera di sicurezza in piedi o due raka°h da seduti
In piedi Tra tre o cinque raka°h Deve sedersi e recitare la testimonianza e il saluto della preghiera Recitare due raka°h della preghiera di sicurezza in piedi
In piedi Tra tre o quattro o cinque raka°h Deve sedersi e recitare la testimonianza e il saluto della preghiera Recitare due raka°h della preghiera di sicurezza in piedi e due raka°h da seduti
In piedi Tra cinque o sei raka°h Deve sedersi e recitare la testimonianza e il saluto della preghiera Due prosternazioni dell’errore

Note

La preghiera di sicurezza

• Deve essere recitata subito dopo la preghiera.

• Le sue raka°h sono come quelle di una preghiera normale, eccetto il fatto che dopo la Sura Hamd non deve essere recitata nessuna sura e non ha il qunut.

• L’intenzione non deve essere fatta ad alta voce.

• Deve essere recitata a bassa voce.

Le due prosternazioni dell’errore

• Subito dopo la preghiera si fa l’intenzione e si va in prosternazione dicendo: “Bismillahi wa billahi wa sallallahu °ala Muhammadin wa Alihi” (esistono anche altre versioni, questa è quella più semplice), ci si siede e si va nuovamente in prosternazione, dicendo la stessa formula, ci si siede e si recita la testimonianza e il saluto della preghiera.

• Casi in cui si può correggere la preghiera dicendo le due prosternazioni dell’errore:

• se si parla involontariamente durante la preghiera,

• se si dimentica una prosternazione,

• se nella preghiera di quattro raka°h, dopo la seconda prosternazione, dubita di aver recitato quattro raka°h o cinque,

• e per sicurezza obbligatoria:

• se involontariamente dice il saluto della preghiera dove non avrebbe dovuto dirlo,

• se dimentica la testimonianza della preghiera.

Nel cuore della notte, quando la gran parte delle persone dorme e non vuole o non riesce a sopraffare la propria stanchezza, il vero credente si alza per la pregare la preghiera notturna (salat al-layl). In molti versetti del sacro Corano, Iddio esorta i credenti a stare svegli una parte della notte per adorare Iddio Onnipotente:

} وَالْمُسْتَغْفِرِينَ بِالأَسْحٌارِ. {

“… e coloro che chiedono perdono prima dell’alba”

} وَمِنَ اللَّيْلِ فَتَهَجَّدْ بِهِ نٌافِلَةً لَّكَ. {

“Compi la preghiera del tahajjud durante una parte della notte, si tratta di un’aggiunta in tuo favore”

} وَالَّذِينَ يَبِيتُونَ لِرَبِّهِمْ سُجَّدًا وَقِيٌامًا. {

“…e coloro che trascorrono la notte in prostrazione e in piedi per il loro Signore”

} تَتَجٌافَى جُنُوبُهُمْ عَنِ الْمَضٌاجِعِ يَدْعُونَ رَبَّهُمْ خَوْفًا وَطَمَعًا وَمِمٌّا رَزَقْنٌاهُمْ يُنفِقُونَ. {

“Si alzano dal letto e invocano il loro Signore, con timore e speranza, e spendono ciò di cui Noi li abbiamo priovvisti”

} كٌانُوا قَلِيلاً مِّنَ اللَّيْلِ مٌا يَهْجَعُونَ. وَبِلأَسْحٌارِ هُمْ يَسْتَغْفِرُونَ {

“…dormivano poco durante la note e prima dell’alba chiedono perdono”

La preghiera notturna era obbligatoria per l’Inviato d’Iddio (S) cosi come fu obbligatoria per tutti i profeti che lo precedettero1. Nelle tradizioni dell’Ahl al-Bayt (AS) è detto quanto segue:

1. La preghiera notturna protegge il credente durante il giorno2;

2.La preghiera notturna è una kaffarah per i peccati commessi durante il giorno.

3. Una casa ove viene recitata la preghiera notturna emana la luce delle genti del paradiso in maniera analoga alle stelle che emanano la luce per gli abitanti della terra3;

4. Le persone nobili della nostra comunità sono quelle che preservano il Corano [imparandolo a memoria] e stanno svegli la notte in adorazione4;

5. Tre fattori elevano il rango di una persona: iniziare il salute di pace quando si incontra una persona, sfamare i poveri e pregare la preghiera notturna5;

6 .La preghiera notturna rende più bello il proprio volto, rende più piacevole l’odore del corpo, rafforza gli occhi, accresce il sostentamento e rimuove dolore e angoscia6;

7. Chi non compie la preghiera notturna non viene considerato uno sciita dell’Ahl al-Bayt (AS)7;

8. Il compimento della preghiera notturna è causa del compiacimento Divino e dell’amore degli angeli, è sunnah dei Profeti (AS), conduce al vero riconoscimento d’Iddio, è un fondamento della dottrina islamica, apporta pace all’anima, sconfigge Shaytan, è un’arma contro i propri nemici, fa accettare le proprie invocazioni, accresce benedizioni e sostentamento, causa l’intercessione quando giunge l’angelo della morte, apporta luce alla tomba, protegge la persona mentre è nella tomba, facilita l’interrogatorio di Munkar e Nakir, diviene un compagno ed un amico nella tomba.

Come compiere la Preghiera Notturna

La preghiera notturna consiste di undici rakat da compiere dopo la mezzanotte. Le prime otto (nawafil) vengono compiute come se fossero quattro preghiere supererogatorie in unità di due rakat ciascuna (con il “salam” finale alla fine di ogni unità). La nona e la decima rakat vengono incluse in un’altra preghiera di due rakat chiamata “salat ash-shaf’”. Infine l’ultima rakah, denominata “salat al-witr” viene compiuta singolarmente.

Il tempo migliore per compiere questa preghiera è l’ultimo terzo della notte8. E’ meritorio compiere il tasbih di Fatimah az-Zahra’ (SA) dopo ogni due rakat di preghiera notturna9.

Durante la seconda rakat di ognuna delle prime quattro preghiere nawafil è meritorio recitare il qunut. Se possibile si pianga oppure ci si sforzi perlomeno di farlo10.

E’ meritorio che, durante la prima e la seconda rakat della preghiera notturna, dopo la sura al-Fatihah, si reciti trenta volte la sura al-Ikhlas 11.

E’ meritorio che, dopo al recitazione della sura al-Fatihah, durante la terza rakat si reciti la sura al-Muzzamil e durante la quarta rakat si reciti la sura al-Naba’.

Poi si reciti durante la quinta rakat la sura Ya Sin oppure la suraal-Waqi’ah e durante la sestarakat si reciti la sura al-Dukhan oppure la sura al-Muddathir. Poi si reciti durante la settima rakat la sura al-Mulk e durante l’ottava rakat si reciti la sura al-Insan12.

Comunque è permesso recitare qualsiasi sura dopo la Fatihah durante tutte le prime otto rakat.

Durante la “salat ash-shaf’”, dopo la sura al-Fatihah, si reciti la sura al-Nass nella prima rakat e la sura al-Falaq nella seconda rakat. In questa preghiera non si deve compiere il qunut.

La “salat al-witr” è la destinazione finale del viaggiatore spirituale che compie la preghiera notturna. Più una persona sta in piedi durante questa preghiera, e meno dovrà stare in piedi durante il Giorno del Giudizio13.

Durante la “salat al-witr”, dopo la sura al-Fatihah, si reciti tre volte la sura al-Ikhlas, una volta la sura al-Falaq e una volta la sura al-Nass. E’ bene poi prolungare il qunut piangendo o sforzandosi di farlo (nonostante per esso sia sufficiente una semplice invocazione o liturgia).

E’ stato riportato che l’Inviato d’Iddio (S) era solito invocare il perdono divino per settanta volte durante il qunut della “salat al-witr”14. L’Imam al-Sadiq (as) ha detto che chi recita la formula “astaghfirullah rabbi wa atubu ilayhi” (“cerco il perdono d’Iddio mio Signore e torno a Lui”) per settanta volte durante il qunut verrà annoverato tra “coloro che chiedono il perdono prima dell’alba” (mustaghfirina bil-ashar) ed entrerà in paradiso15.

Uno degli atti più importanti da poter essere praticati durante il qunut della “salat al-witr” è chiedere il perdono per quaranta credenti16. Ciò può essere fatto dicendo semplicemente “Allahummah ighfir li [e qui si pronuncino i nomi dei credenti]” (“Oh mio Dio! Perdona…”).

E’ stato riportato che l’Imam al-Sajjad (as), durante il qunut della “salat al-witr”, era solito ripetere per trecento volte “al-‘Afu”(“chiedo perdono”)17 .
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1. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.122.

2. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.136; “Tafsir al-Qummi”, p. 701.

3. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.136.

4. “Bihar al-anwar”, vol.87, P.161; “Rawdhatul-wai`dhin”, p. 320.

5. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.138; “al-Amali” di Shaykh Saduq, p. 141.

6. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.141; “al-Khisal”, vol. 1, p. 42.

7. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.161; “Irshad al-qulub”, p.316.

8. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.223; “al-Hidayah”, p.35.

9. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.243.

10. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.272; “Misbah al-Mutahajjid”, p. 107.

11. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.232.

12. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.243.

13. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.154.

14. “Bihar al-anwar”,vol.87, p.121; “Tahdhib al-ahkam”, vol.1, p.272.

15. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.120; “Man la yahduruhul-faqih”, vol.1, p.30.

16. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.284; “Misbah al-Mutahajjid”, p.101.

17. “Bihar al-anwar”, vol.87, p.275; “Misbah al-Mutahajjid”, p. 101.

Hujjatulislam Muhammad Husayn Falah-Zadeh

Tratto da “Una guida alle norme religiose” in accordo ai verdetti dell’Imam Khomeyni, con i verdetti dell’Ayatullah Seyyed Ali Khamenei dell’Hujjatulislam Muhammad Husayn Falah-Zadeh

L’unità della Ummah Islamica è una delle questioni a cui l’Islam ha prestato maggiore attenzione. Per raggiungere e preservare questo importante obiettivo, l’Islam ha stabilito differenti mezzi, uno dei quali è la preghiera congregazionale. Nelle preghiere congregazionali, uno dei credenti, che ha delle qualità particolari, si pone di fronte agli altri, mentre i restanti realizzano una linea o più linee dietro seguendolo nella realizzazione della preghiera. Colui che si pone di fronte agli altri per guidarli nella preghiera è chiamato “imam” e chi segue l’imam nel realizzare la preghiera è chiamato “ma’mum”.

L’importanza delle preghiere congregazionali

Per le grandi ricompense che sono state menzionate in molte tradizioni profetiche riguardo l’offerta delle preghiere congregazionali, sottolineeremo la grande importanza di quest’atto di adorazione attraverso lo studio di alcune norme. Qui faremo riferimento ad alcune di esse:

-Le preghiere congregazionali sono raccomandate per tutti, specialmente per chi vive vicino una moschea (“Tawdih al-Massa’il” dell'Imam Khomeyni, norma 1399).

-E’ raccomandato aspettare un po’ di tempo per poter offrire la preghiera in modo congregazionale. -La preghiera congregazionale che non è offerta all’inizio del suo tempo è migliore della preghiera che è offerta all’inizio del suo tempo ma individualmente.

-Una preghiera congregazionale realizzata velocemente è migliore di una preghiera lenta offerta individualmente (Tawdih al-Massa’il, norma 1402).

-Non è bene astenersi dal partecipare alla preghiera congregazionale senza un motivo.

-Non è permissibile non partecipare nelle preghiere congregazionali per indifferenza (Tawdih al-Massa’il, norma 1401).

Condizioni della preghiera congregazionale

Nel realizzare le preghiere congregazionali devono essere osservate le seguenti condizioni: -Il ma’mum (seguace) non deve essere davanti all’imam. Come precauzione obbligatoria, il ma’mum deve trovarsi leggermente dietro l’imam.

-Lo spazio dell’imam non deve esser più alto di quello del ma’mum.

-Lo spazio tra l’imam ed i ma’mumin e tra una fila di ma’mumin e un’altra non deve essere molto.

-Non deve esserci nulla (come un muro, una tenda o simili) tra l’imam ed i ma’mumin o tra le file di ma’mumin. Porre una tenda tra le file di uomini e quelle delle donne non presenta problemi (Al-Urwatul Wathqa, vol. 1, pag. 7).

-L’imam deve essere adulto, giusto e capace di realizzare la preghiera correttamente. (Tawdih al-Massa’il, norma 1453).

Unirsi alla preghiera congregazionale

In ogni rak’a, ci si può unire alla preghiera congregazionale solo mentre l’imam recita le due sure o realizza il ruku’. Se uno non può unirsi all’imam in tempo, deve attendere la rak’a successiva. Anche se si può raggiungere solo il ruku’ dell’imam, questo è considerato come una rak’a per lui.

Differenti casi di unirsi alla preghiera congregazionale

Prima rak’a:

Mentre l’imam recita le sure, il ma’mum non deve recitarle, ma deve realizzare le altre parti della preghiera insieme o dopo (ma non prima) l’imam.

Mentre l’imam è in ruku’, il ma’mum deve realizzare il ruku’ e gli altri atti della preghiera dopo l’imam (Tawdih al-Massa’il, norma 1427).

Seconda rak’a:

Mentre l’imam recita le sure, il ma’mum non deve recitarle, ma deve realizzare il qunut, ruku’ e sujud dopo l’imam.

Quando l’imam recita il tashahhud, come precauzione obbligatoria, il ma’mum deve essere in posizione tra l’alzato ed il seduto.

Se si tratta di una preghiera di due rak’a, il ma’mum deve alzarsi e realizzare una rak’a da solo. Se è una preghiera di tre o quattro rak’a, quando l’imam è nella terza rak’a, il ma’mum deve recitare le due sure (anche se l’imam recita i quattro tasbihat).

Quando l’imam completa la terza rak’a e si alza per la quarta rak’a, il ma’mum deve recitare il tashahhud e poi alzarsi per realizzare la terza rak’a.

Nell’ultima rak’a, quando l’imam recitare il tashahhud e il taslim per completare la preghiera, il ma’mum deve alzarsi e realizzare la sua ultima rak’a (Tawdih al-Massa’il, norme 1439-1440).

Mentre l’imam è in ruku’, il ma’mum deve realizzare il ruku’ con l’imam e continuare la preghiera come menzionato sopra.

Terza rak’a:

Se il ma’mum sa che vi è abbastanza tempo per recitare sura al-Hamd e l’altra sura o vi è tempo per sura al-Hamd solamente, egli può unirsi all’imam e deve recitare le due sure o solamente sura al-Hamd.

Se il ma’mum sa che non vi è abbastanza tempo per recitare neanche una sura, come precauzione obbligatoria, egli deve aspettare finché l’imam assume la posizione di ruku’ e poi unirsi a lui.

Quando il ma’mum si unisce all’imam mentre l’imam è in ruku’, il ma’mum deve realizzare il ruku’ con l’imam e le due sure non sono richieste per lui, ma egli deve continuare la preghiera come menzionato sopra (Tawdih al-Massa’il, norme 1442-1443, Tahriral-Wasila, vol. 1, p. 271-272, norme 5-6, 8.)

Quarta rak’a:

Possiede le stesse norme della terza rak’a. Quando l’imam è seduto per recitare il tashahhud ed il taslim dell’ultima rak’a, il ma’mum può alzarsi e completare la sua preghiera da solo o stare in posizione tra il seduto e l’alzato finché l’imam completa il tashahhud ed il taslim e poi alzarsi e completare la preghiera.

Il ma’mum deve realizzare il ruku’ e sujud con l’imam (benché l’ultima rak’a dell’imam è la prima rak’a del ma’mum) e realizzare il resto della preghiera nello stesso modo menzionato sopra (Tawdih al-Massa’il, norme 1442-1443, Tahriral-Wasila, vol. 1, p. 271-272, norme 5-6, 8).

Norme della preghiera congregazionale

Il ma’mum può realizzare ogni preghiera quotidiana dietro l’imam che realizza anch’egli una delle preghiere quotidiane.

Per esempio, se l’imam realizza la preghiera del mezzogiorno, il ma’mum può realizzare la preghiera del pomeriggio (come congregazionale) dietro di lui. Inoltre, se il ma’mum ha realizzato la preghiera del mezzogiorno prima dell’inizio della preghiera congregazionale, egli può realizzare la preghiera del pomeriggio (come congregazionale) dietro l’imam che realizza la preghiera del mezzogiorno (Tawdih al-Massa’il, norma 1408)

Una preghiera congregazionale può esser realizzata con il minimo di due persone; una è l’imam e l’altra sarà il ma’mum.

Questo non è però vero per la Preghiera del Venerdi, la Preghiera di Eid al-Fitr e quella di Eid al-Adha (Al-Urwatul Wuthqa, p. 766, norma 8).

Le preghiere raccomandate non possono essere recitate congregazionalmente, eccetto la preghiera di richiesta (ad Allah) per la pioggia (Tawdih al-Massa’il, norma 1467).

Il dovere del ma’mum nella preghiera congregazionale

Il ma’mum non deve recitare il takbirat ul-ihram prima dell’imam. E’ precauzione obbligatoria che il ma’mum non reciti il takbirat ul-ihram prima l’imam abbia finito di recitarlo (Tawdih al-Massa’il, norma 1467).

Il ma’mum deve recitare ogni cosa nella preghiera eccetto la sura al-Hamd e l’altra sura che segue, ma se la prima o la seconda rak’a del ma’mum è la terza o la quarta rak’a dell’imam, in questo caso il ma’mum deve recitare la sura al-Hamd e l’altra sura dopo questa (Tawdih al-Massa’il, norma 1461).

Come il ma’mum segue l’imam

Non vi è problema se il ma’mum recita le sure, il dhikr e il tashahhud prima o dopo l’imam, eccetto il takbirat ul-ihram che non deve esser recitato prima dell’imam.

Non è permissibile per il ma’mum realizzare gli atti della preghiera, come il ruku’, alzarsi dal ruku’ o sujud, prima dell’imam. Il ma’mum non può realizzare il ruku’ o alzare la sua testa dal ruku’ o sujud prima dell’imam.

Non vi è problema nel realizzare gli atti della preghiera dopo l’imam, non comportando un problema se questo non avviene con eccessivo ritardo (Tawdih al-Massa’il, norme 1467-1469, 1470, al-Urwatul Wuthqa, vol. 1 pag. 785).

Alcune norme

Se una persona si unisce alla preghiera congregazionale mentre l’imam è in ruku’, è possibile uno dei seguenti casi:

- quando uno si unisce alla preghiera congregazionale nel ruku’ prima che l’imam finisca di recitare il dhikr di ruku’, la sua preghiera congregazionale sarà corretta.

- quando uno si unisce alla preghiera congregazionale al ruku’ e l’imam ha finito di recitare il dhikr di ruku’ ma è ancora nella posizione di ruku’, la sua preghiera congregazionale sarà corretta.

- quando uno va in posizione di ruku’ ma non può raggiungere il ruku’ dell’imam, la sua preghiera sarà corretta come individuale (non congregazionale) ed egli deve completare questo tipo di preghiera.

Se il ma’mum inavvertitamente (fa quanto segue) prima dell’imam:

-realizza il ruku’ (prima dell’imam), è obbligatorio rialzarsi e fare il ruku’ con l’imam.

-Alzarsi dal ruku’, egli deve tornare in ruku’ e attendere con l’imam. In questo caso, il ruku’ aggiuntivo, che è un rukn, non invalida la preghiera.

-Realizzare sujud, è obbligatorio per lui alzare la testa dal sujud e andare in sujud di nuovo con l’imam.

-Sedersi dal sujud, egli deve tornare in sujud (Al-Urwatul Wathqa, vol. 1, pag. 786, norma 12; Tawdih al-Massa’il, norma 1428) (per due volte non ci sono problemi, ma se lo ripete per la terza volta la sua preghiera sarà invalida).

-Non vi è problema se il luogo del ma’mum è più alto di quello dell’imam, come quando l’imam è in uno spazio sotterraneo della moschea e il ma’mum al piano rialzato. Comunque è problematico offrire le preghiere congregazionali nelle costruzioni di oggi che hanno più piani (Tawdih al-Massa’il, 1416).

Alcuni atti raccomandati e sconsigliati nella preghiera congregazionale

E’ raccomandato che l’imam sia davanti, nel mezzo della fila, ed i sapienti e le persone pie siano nella prima fila.

E’ raccomandato che la fila dei ma’mumin sia organizzata senza lasciare spazio tra loro.

Se vi è un posto nelle file della preghiera congregazionale, è makruh rimanere soli in una fila.

E’ makruh per il ma’mum recitare il dhikr con voce cosi alta che l’imam possa ascoltarlo (Tawdih al-Massa’il, pag. 197-198).

L’abluzione Spirituale

Dio dice nel Santo Corano:

“In verità Allah ama coloro che si pentono e coloro che si purificano” (2:222)

E’ stato riportato che il Santo Profeta (S) ha detto:

“Se potete stare sempre in stato di wudhu fatelo poiché se l’Angelo della morte viene a prendere l’anima di un servo di Dio, mentre questi è in stato di wudhu, egli muore come un martire”.

Si riporta inoltre che l’Imam Ja’far (as) ha detto:

“Wudhu su wudhu è luce su luce”

L’imam Khomeyni rinnovava regolarmente il Wudhu

In una delle sue memorie la Signora Dabbagh scrive: “…Uno di questi punti era l’ordine e la disciplina della vita personale di quel grande uomo (l’Imam Khomeyni):

la disciplina nel leggere i giornali, la disciplina nei suoi incontri, la disciplina nel leggere le lettere e la disciplina nel rinnovare il suo wudhu. Era però raro che allorché si chiedesse di lui, si riceveva la risposta che fosse andato ad adempiere all’abluzione. Egli aveva piuttosto delle ore precise per ciò.

Ricordo un giorno nell’edificio di fronte alla casa dell’Imam a Parigi, io e altri fratelli eravamo impegnati a sentire delle audio-cassette. Ricordo che improvvisamente dovetti lasciare il posto, poiché era giunto il tempo per il wudhu dell’Imam.

Pensai di andare a controllare che il lavandino fosse pulito ed in ordine. Non mi piaceva che la casa della quale ero responsabile fosse disordinata. I fratelli dissero:- Suvvia, vuole dire che ha un orario specifico per questo?-. Andai comunque e pulii, ed incidentalmente l’Imam giunse in quel preciso momento”

Signora Marziye Hadidechi, nota come Dabbagh, fu membro della delegazione inviata a Mosca per consegnare il messaggio dell’Imam Khomeyni a Gorbaciov

L’imam Khomeyni chiudeva il rubinetto dell’acqua tra gli atti del Wudhu

In diverse occasioni ho visto l’Imam Khomeyni adempiere al wudhu ed ho notato che chiude il rubinetto dell’acqua tra gli atti del wudhu e lo riapre solo quando necessario, al fine di evitare che l’acqua venga sprecata.

Ciò mentre la maggior parte di noi non ripone la minima attenzione sul tema dell’israf (spreco). Ad esempio, dal momento in cui intendiamo adempiere al wudhu il rubinetto è tenuto aperto fin quando l’abluzione non viene completata.

Ovunque l’Imam Khomeyni compisse il wudhu, egli riponeva molta attenzione al consumo dell’acqua. Tale vigilanza è stata testimoniata anche nei suoi più piccoli movimenti. Egli adempiva sempre al ghusl prima della chiamata alla preghiera del venerdi, e mai lo trascurava.

Ovunque l’Imam adempiva al wudhu, lo faceva con tutte la parti del corpo rivolte verso la qibla. Anche se il lavandino non era in direzione della qibla, dopo essersi riempito la mano d’acqua chiudeva il rubinetto e si posizionava in direzione della qibla.

L’Imam Khomeyni, in accordo al suo impegno e alla sua credenza Islamica, cercava di mettere in pratica tutto quello che insegnava. Se ad esempio durante il wudhu si ricordava di uno dei membri della sua famiglia che non usava acqua più del necessario, egli cautamente faceva lo stesso”

Dottor Mahmud Burujardi, genero dell’Imam Khomeyni

Non è Tempo per un’intervista Adesso

Un giorno a Parigi qualcuno giunse e disse: “Alcuni Americani sono venuti per fare un’intervista all’Imam Khomeyni per un programma che andrà in onda in diretta. Se ciò avviene, anche gli altri paesi Europei lo seguiranno e potrà essere un passo effettivo al fine di rivelare le posizioni e i movimenti della Rivoluzione”. Incidentalmente, era un venerdi.

Andai dall’Imam Khomeyni e lo informai sull’evento. Egli disse: “Adesso è il tempo per l’atto meritorio del ghusl del venerdi, non il tempo per un’intervista”. Quando ebbe finito l’atto meritorio del venerdi, disse: “Ora sono pronto per l’intervista”.

Signora Marziye Hadidechi

La Preghiera

Dio dice nel Santo Corano:

“Siate assidui alle preghiere e alla preghiera mediana e, devotamente, state ritti davanti ad Allah” (2:238)

E’ stato riportato che il Profeta (S) ha detto:

“La migliore tra le azioni presso Dio è quella di pregare all’inizio del suo tempo stabilito.”

Un giovane estremamente osservante del tempo della Preghiera

Una della importanti caratteristiche distintive dell’Imam Khomeyni è l’adempimento della preghiera all’inizio del suo tempo stabilito e l’importanza data alle preghiere supererogatorie (nawafil). Questa caratteristica era insita in lui sin dall’inizio della sua giovane età, quando non aveva ancora superato i venti anni.

Alcuni amici dissero: “All’inizio pensavamo che, Dio non voglia, egli adempiesse alle sue preghiere per far mostra di sé. Per tale ragione, cercammo di fare qualcosa al fine di farglielo notare. Per lungo tempo ci pensammo e cercammo di parlargli in vari modi.

Ad esempio, esattamente all’inizio del tempo della preghiera, apparecchiavamo la tavola (per mangiare) oppure organizzavamo un viaggio. Ma egli ci diceva:- Andate pure a mangiare, io devo adempiere alle mie preghiere. Mangerò quello che rimane-. O mentre stavamo partendo per un viaggio (all’inizio del tempo della preghiera) egli ci diceva:- Andate avanti. Io vi seguirò e vi raggiungerò più tardi -. Passò molto tempo e non solo egli mai abbandonò le sue puntuali preghiere, ma esortò anche a noi ad adempiere alle preghiere all’inizio del loro tempo stabilito”.

Muhammad Aba’i

Quello che L’Imam as-Sadiq (as) aveva voluto dire

L’altra questione a cui egli dava molta importanza è quella di pregare all’inizio del tempo stabilito. Egli narrò una tradizione dell’Imam Ja’far as-Sadiq (as) che diceva: “Se una persona considera la sua preghiera in maniera superficiale sarà privata della nostra intercessione”.

Una volta gli dissi: “Prendere le preghiere in maniera superficiale può indicare quando persona qualche volta adempie alle sue preghiere e altre volte no”. Egli disse: “No. Questo, piuttosto, è contro la religione. L’Imam Sadiq (as) intendeva dire che quando, ad esempio, giunge zuhr e la persona non adempie alle sue preghiere, egli ha invero dato la preferenza a qualcos’altro”.

Mahmud Burujardi

La Preghiera nei momenti di grande difficoltà

[Questo episodio si riferisce al tempo in cui l’Imam Khomeyni venne catturato dalle forze dello Shah].

L’Imam Khomeyni mi narrò quanto segue: “Vi ho detto che non ho ancora adempiuto alle mie preghiere. Fermatevi in un posto cosi che possa adempiere al wudhu-. Essi dissero:- Non abbiamo il permesso di fare ciò-.

Dissi:- Ma voi siete armati mentre io non ho nessuna arma. Inoltre voi siete in molti, mentre io sono solo, non potrei fare niente-. Essi dissero:- Non abbiamo il permesso di fare ciò-. Capii che non vi era motivo di insistere, poiché essi non si sarebbero fermati. Allora dissi:- Bene, ma almeno fermatevi cosi che possa adempiere al tayammum-.

Quindi essi fermarono la macchina. Comunque, non mi diedero il permesso di uscire. Mentre ero nella macchina mi piegai e battei le mani sulla terra onde adempiere al tayammum. La preghiera la dovetti offrire in direzione opposta della qibla.

Questo perché noi stavamo andando a Tehran da Qom e la qibla era a sud. Fu una preghiera adempiuta con un tayammum, in cui mi trovavo opposto alla direzione della qibla e mentre la macchina era in movimento. Cosi è come pregai la preghiera del mattino. Forse queste due unità di preghiera hanno compiaciuto Dio”.

Farideh Mustafawi

In verità questi sono momenti in cui i veri credenti vengono chiaramente distinti

In una delle riunioni, dove vi era Hadhrat Ayatollah Khamene’i in quanto a presidente del tempo, cosi come Agha Rafsanjani (presidente del parlamento), anche i Comandanti delle Guardie della Rivoluzione, altre forze ed io eravamo presenti.

La riunione ebbe luogo nella piccola sala dell’Imam: egli era seduto in una sedia e noi sedevamo in terra davanti a lui in cerchio. Non ricordo di chi fosse il turno di parlare quando, all’improvviso, l’Imam lasciò la stanza. La mossa dell’Imam ci stordi enormemente. Chi stava parlando non ebbe modo di finire quello che aveva da dire e non capi più se dovesse o meno continuare a parlare e a chi si dovesse indirizzare.

Quindi il primo a riprendere la parola fu Agha Rafsanjani che disse: “Agha, si sente poco bene?”. L’Imam Khomeyni ritornò brevemente e disse cordialmente: “No, è l’ora della preghiera”. Guardai al mio orologio inconsciamente. Sapevo che il tempo della preghiera di Tehran giungesse prima e avrei detto che l’Imam non avrebbe fatto differenza per qualche minuto ma lo stato di adorazione dell’Imam era tale che egli non ripose nessuna attenzione a quello che l’ultimo a parlare aveva detto i momenti prima dell’inizio della preghiera.

Il Martire Ali Sayyid Shirazi

L’imam è informato della decisione del martire Rajai

Una cosa che l’Imam Khomeyni enfatizzò enormemente, mostrando una grande sensibilità verso di essa, era la preghiera all’inizio del suo tempo stabilito. Anche mio padre diceva che sin dalla sua adolescenza, egli (l’Imam Khomeyni) era solito pregare all’inizio del tempo stabilito.

Se ricordate, all’alba della vittoria della Rivoluzione, il Martire Rajai introdusse una legge che intimava la chiusura dei ministeri e delle organizzazioni governative per mezz’ora durante la preghiera. Tale questione era assai interessante nonché una lezione da cui trarre insegnamento. Quando gli fu chiesto dall’Imam Khomeyni riguardo alla sua opinione su tale questione, egli rispose: “Se non causa danno al tempo e al lavoro di nessuno, che si faccia”.

Dottor Mahmud Burujardi

Non deve accadere che spunta il sole e io devo pregare qadha

Una notte prima della sua scomparsa, gli ero vicino (all’Imam Khomeyni) nell’ospedale dalle dieci del pomeriggio alle cinque di mattina. Egli si svegliò diverse volte dal suo sonno e chiese dell’acqua. Quando gli portai del succo di frutta mi disse: “Mi dia acqua naturale”. Egli non prese il succo di frutta. Egli mi chiese inoltre l’ora un numero di volte e diceva continuamente: “Non deve accadere che spunta il sole e io devo pregare qadha (in ritardo)”.

Husayn Sulaymani

Prendete indietro il cibo cosi che possa adempiere alla preghiera

Il giorno in cui (l’Imam Khomeyni) fu trasferito all’ospedale, egli chiese di essere informato riguardo alla preghiera di mezzogiorno e del pomeriggio cosi che egli avesse potuto pregare all’inizio del tempo stabilito e poi avrebbe mangiato.

Un giorno si accorse che gli fu portato un piatto di cibo all’interno della camera. Egli chiese: “Vuole dire che è l’ora della preghiera?”. I presenti dissero: “Si, è l’ora della preghiera”. L’Imam li guardò e gli disse con tono arrabbiato: “Perché non mi avete svegliato?”. Essi dissero: “Dovuto al vostro particolare stato sfavorevole non volevamo svegliarla”. Allora disse nuovamente con tono infastidito: “Perché mi trattate in questo modo? Prendete indietro il cibo cosi che possa adempiere alla preghiera”.

Mahdi Imam Jamarani

Le Grandi Stazioni raggiunte dal pregare all’inizio del tempo stabilito

[Questa narrazione è stata riportata da un sapiente studente dell’Ayatullah Muhammad Taqi Misbah Yazdi].

Gli chiesi (al mio insegnante, Ayatollah Misbah Yazdi): “Quale è, secondo voi, il programma di adorazione corretto ed equilibrato per un ricercatore di conoscenza?”.

Egli disse con la sua umile attitudine di sempre: “Mi vergogno a parlare di ciò, poiché io stesso ne sono enormemente privato. Ho però sentito cose da grandi persone che vi dirò: il defunto Allamah Tabatabai e Ayatollah Bahjat hanno citato Ayatollah Qadi (l’insegnante in irfan di Allamah Tabatabai) dire: “Se una persona prega le preghiere obbligatorie all’inizio del loro tempo stabilito e non giunge a stazioni elevate, mi deve maledire (oppure disse: “deve sputarmi in faccia”).

L’inizio del tempo stabilito per la preghiera è un grande segreto! Il fatto che l’uomo dia importanza ed adempia alla preghiera all’inizio del suo tempo ha in sé stesso molti effetti anche se la preghiera non è adempiuta con la presenza del cuore (e la concentrazione).

Shaykh Muhsin Gharawiyyan

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