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La Gnosi Islamica (Irfan) e la Saggezza (Hikmah)

La Gnosi Islamica (Irfan) e la Saggezza (Hikmah) Author : Ayatollah Muhammad Taqi Misbah al-Yazdi

 

Concetto di Irfan, Sufismo, Hikmat e filosofia. Pubblicato in inglese in: al Tawhid Islamic Journal vol. 14 No. 3 Fall 1997

Nel Nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso

Gli esseri umani che vivono in questo mondo possono essere comparati a palle liberate nello spazio, ognuna delle quali ha una potenza e un’energia segreta che permette loro di volare verso un regno infinito, trascendente. Indubbiamente, l’attrazione dei piaceri sensuali le fa precipitare verso la prigione del mondo materiale, creando in essi un movimento verso la decadenza e la degradazione. Inoltre, i desideri e le tendenze sataniche ed egoistiche che trovano una forma concreta nelle culture e civiltà materialistiche, accelerano la loro decadenza e caduta.

Pochi sono, in realtà, coloro che sono stati benedetti con una percezione intuitiva delle realtà spirituali e i cui cuori sono aperti ai messaggi divini; coloro che lasciano alle proprie spalle i desideri e gli attaccamenti decadenti e animali e s’innalzano verso orizzonti celesti e luminosi; coloro che compiono un gigantesco passo in avanti nel corso della loro evoluzione spirituale verso la vera fonte di ogni felicità, bellezza, potere, armonia e perfezione; in altre parole, verso Allah (SwT)1.

Ma anche coloro che si schiantano bruscamente contro la terra come palle, si trovano poi frustrati e insoddisfatti nella prigione della materia e iniziano a muoversi con la stessa velocità, ma in un senso contrario al loro movimento di caduta, verso il trascendente regno celeste. E ciò può ripetersi numerose volte.

Al presente siamo testimoni di questa reazione in un gruppo di individui che, disilluso dalla decadenza della cultura occidentale, è assetato di valori spirituali e si rotola verso questo o quel cammino, cercando una corrente di acqua pura ma, purtroppo, la maggior parte cade vittima di bugiardi che, in luogo del nettare della gnosi, spargono sulle loro labbra veleno, spingendoli in un precipizio ancor più profondo di quello da cui cercavano di fuggire, in altre parole portandoli alla loro rovina, tramite un’altra porta!

La tendenza centrifuga a fuggire dalla cultura materialista non è limitata soltanto ad individui isolati. Oggi siamo testimoni di un’espansione dei movimenti sociali islamici in tutto il mondo, incluse le società più decadenti e deboli spiritualmente. Ciò che ha accelerato questi movimenti è la vittoria di una grande Rivoluzione Islamica iraniana la quale, guidata da un grande gnostico, avvantaggiandosi del fiorente talento del popolo e sotto la luce degli insegnamenti islamici, ha superato tutte le forze sataniche e avanza con impeto e fermezza nonostante tutti i seri ostacoli che la circondano.

Sebbene questa non sia la prima volta che un uomo spirituale abbia condotto un movimento sociale, non è un compito facile segnalare altri esempi di movimenti di tale profondità e grandezza e di simile costanza e immutabilità. Ad ogni modo, questo fenomeno può fornire un forte incentivo per un’analisi del ruolo che le inclinazioni spirituali svolgono, specialmente quella della gnosi islamica, nell’originare una positiva evoluzione nelle vite degli esseri umani.

Sin dall’antichità sono esistite nel mondo islamico tendenze conosciute come “gnosi” (°irfan) e “sufismo” (tassawuf), che hanno raggiunto il loro apogeo in molti paesi, come l’Iran e la Turchia, dal quarto fino all’ottavo secolo dell’Egira. Anche oggi esistono numerosi rami del sufismo nel mondo islamico. Inoltre, si sono riscontrate tendenze simili tra i seguaci di altri credo, e ciò ha fatto sorgere la questione se quanto chiamato “gnosi islamica” esista realmente, o se i musulmani hanno attinto da altri questa tendenza e se, per intenderci, ciò che viene chiamato gnosi islamica sia in realtà gnosi dei musulmani e non dell’Islam. Possiamo inoltre chiederci, nel caso in cui esista una gnosi islamica, se questa sia identica a quella che troviamo oggi tra i musulmani o sia stata soggetta a cambiamenti e alterazioni.

Si sono avute differenti risposte a questa domanda. Alcuni negano completamente l’esistenza della gnosi nell’Islam, considerandola un’eresia, come qualcosa da rifiutare. Altri hanno sostenuto che è aliena agli insegnamenti dell’Islam ma compatibile con esso. In questi stessi termini, alcuni hanno affermato che l’°irfan è un’innovazione elogiabile, allo stesso modo del monachesimo nel Cristianesimo, rispetto al quale il Santo Corano dice: "Il monachesimo, invece, lo istituirono da loro stessi, soltanto per ricercare il compiacimento di Allah. Non fummo noi a prescriverlo"(Santo Corano, Sura al-Hadid, 57:27).

Infine, vi è un terzo gruppo che considera la Gnosi, non solo come un aspetto integrale dell’Islam, ma il cui stesso nocciolo e spirito proviene dal Santo Corano e dalla Sunnah del Profeta (S)2, proprio come per le altre discipline dell’Islam. Essi, di conseguenza, rifiutano la nozione secondo cui essa sarebbe stata presa in prestito da qualche altra religione o scuola di pensiero, sostenendo che l'esistenza di similitudini tra la gnosi islamica e altre credenze non costituisce una prova del fatto che sia stata importata da queste religioni o filosofie, cosi come nemmeno l’esistenza di somiglianze tra i principi dell’Islam e quelli di altre dottrine rivelate prova che questi siano stati presi da altre religioni.

Noi crediamo che l’ultima posizione sia la più giusta. Bisogna tenere in conto, senza dubbio, che affermare la legittimità e originalità della gnosi islamica non è sinonimo di approvazione di tutto ciò che viene praticato nel mondo islamico sotto il nome di gnosi e sufismo, cosi come tutte le pratiche e credenze riscontrabili tra i gruppi musulmani non possono essere considerate, di fatto, islamiche.

Poiché se fosse cosi, saremmo obbligati a concludere che, o l’Islam è un amalgama di credenze e valori contraddittori, o facciamo fronte a versioni contraddittorie dell’Islam. In ogni caso, mentre ammettiamo l’esistenza della gnosi islamica, i cui più alti gradi furono raggiunti dal Profeta (S) e dai suoi legittimi successori, non neghiamo la presenza di elementi estranei nel sistema dottrinale degli gnostici musulmani, e consideriamo criticabili le credenze e pratiche di molte sette sufi.

Prima di imbarcarci in una discussione riguardante la gnosi islamica, sarà conveniente chiarire la definizione dei termini °irfan (misticismo o gnosi) e tasawwuf (sufismo), al fine di evitare incomprensioni e confusioni.

Il termine °irfan, allo stesso modo di ma°rifah, significa letteralmente “sapere”, “conoscenza”. Senza dubbio, come termine tecnico è venuto a denotare un particolare tipo di conoscenza, ottenuta non attraverso l’esperienza, la ragione o l’apprendimento, ma per mezzo della percezione intuitiva diretta. Inoltre, il termine arriva ad estendersi alle teorie che possono derivare da tali percezioni.

D’altra parte, queste conoscenze intuitive generalmente vengono raggiunte mediante esercizi e discipline spirituali, ed i mezzi e le pratiche utilizzati dai “ricercatori” sono conosciuti come “gnosi pratica” (°irfan °amali), a differenza delle posizioni teoriche alle quali già abbiamo alluso, che vengono chiamate “gnosi speculativa” (°irfan nazhari), e che si trovano a volte combinati in una forma di ragionamento logico, come accade per esempio nel caso della “Filosofia Illuminativa” (Falsafat-ul Ishràq).

Il termine tasawwuf molto probabilmente deriva dalla parola sùf, o “lana”, e significa “usare indumenti di lana” come simbolo di una vita austera, libera da ogni genere di comfort e piacere sensuale. In questo modo, tasawwuf è un termine con maggiore affinità con la “gnosi pratica”, mentre il termine °irfan è più intimamente associato alla “gnosi speculativa”.

Cosi, nell’area della gnosi possiamo distinguere per lo meno tre elementi:

• Primo, un corso specifico di azione, il quale, secondo i suoi difensori, garantisce al ricercatore una conoscenza intuitiva, immediata e diretta di Allah (SwT), dei Suoi Nomi, Attributi Divini e delle Sue manifestazioni.

• Secondo, i particolari stati spirituali e fisici di conoscenza che un ricercatore sperimenta e le percezioni spirituali che egli alla fine raggiunge.

• Terzo, le teorie e affermazioni basate su esperienze spirituali ma che sono in parte intelligibili a individui che possono non aver attraversato personalmente il sentiero della gnosi pratica. Senza dubbio, queste teorie e affermazioni offrono il loro senso e la loro essenza profonda solamente agli autentici gnostici.

Le spiegazioni menzionate mettono in chiaro che il vero gnostico è colui che ha seguito una serie di pratiche e di esercizi particolari che lo hanno condotto ad una comprensione diretta, intuitiva e profonda di Allah (SwT), dei Suoi Attributi ed Azioni; mentre la gnosi speculativa è solo una testimonianza e una interpretazione di tali comprensioni; una testimonianza ed una interpretazione che possono essere incomplete e carenti.

Inoltre, in base ad una interpretazione aperta e liberale possiamo applicare il termine “gnosi” a tutti i sentieri percorsi con il proposito di raggiungere la “Verità”, la liberazione spirituale, e gli stati di conoscenza e le percezioni spirituali ai quali essi conducono. Interpretato in questa maniera, esso può includere la gnosi buddista e indù e le tradizioni mistiche di alcune tribù siberiane e africane. Interpretato ugualmente in modo ampio, il termine “religione” può anche esser applicato al Buddismo e a varie forme di venerazione di elementi della natura.

E’ appropriato menzionare qui brevemente altri due termini che si relazionano alla presente discussione: hikmah e falsafah. Parola puramente di origine araba, hikmah letteralmente significa “conoscenza certa”. E’ generalmente usata in riferimento alle forme pratiche di conoscenza e anche il Santo Corano la utilizza nella stessa maniera:

“Ciò è quanto ti è stato rivelato dal tuo Signore a titolo di saggezza (hikmah)”(Santo Corano, Sura Al-Isrà’, 17: 39)

Come termine, indubbiamente, è venuto ad indicare la Metafisica ed anche la Filosofia e l’Etica pratiche. D’altra parte, nella terminologia dell’Etica si riferisce a quella facoltà dell’anima che concerne l’utilizzo della ragione come il giusto mezzo tra i due estremi dell’astuzia e della sciocchezza. In ogni caso, non è applicabile né alle filosofie eretiche né agli scettici.

Falsafah, invece, deriva dal greco e allude a tutti i tentativi razionali e intellettuali per comprendere le leggi e principi universali e astratti, anche se tale impegno conduce alla negazione della possibilità dell’evidente, della conoscenza immutabile o anche alla negazione della stessa esistenza di un mondo oggettivo.

Un’analisi dettagliata dei versetti del Glorioso Corano, delle parole del Nobile Profeta (s) e di quelle dell’Ahl ul-Bayt (as)3, rivelerà senza dubbio profondi concetti nel regno della gnosi speculativa e numerose istruzioni e regole operative, a proposito del viaggio spirituale dello gnostico.

Come esempio, possiamo riferirci a quei versetti inerenti l’unità dell’Essenza, agli Attributi e Atti divini che troviamo nella Sura al-Tawhid:

“Di': ‘Egli Allah è Unico, Allah è l'Assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è eguale a Lui". (Santo Corano, Sura al-Ikhlas, 112: 1-4).

all’inizio della Sura al-Hadid:

“Glorifica Allah ciò che è nei cieli e nella terra. Egli è l'Eccelso, il Saggio. Appartiene a Lui la sovranità dei cieli e della terra, dà vita e dà morte, Egli è l'Onnipotente. Egli è il Primo e l'Ultimo, il Palese e l'Occulto, Egli è l'Onnisciente...Egli conosce ciò che penetra nella terra e ciò che ne esce, quel che scende dal cielo e quel che vi ascende; Egli è con voi ovunque voi siate. Allah osserva ciò che fate.” (Santo Corano, Sura Al-Hadid; 57: 1-4).

e alla fine della Sura al-Hashr:

“Egli è Allah, Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio, il Conoscitore dell'invisibile e del palese. Egli è il Compassionevole, il Misericordioso; Egli è Allah, Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio, il Re, il Santo, la Pace, il Fedele, il Custode, l'Eccelso, Colui che costringe al Suo volere, Colui che è cosciente della Sua grandezza. Gloria ad Allah, ben al di là di quanto Gli associano. Egli è Allah, il Creatore, Colui che dà inizio a tutte le cose, Colui che dà forma a tutte le cose. A Lui {appartengono}i nomi più belli. Tutto ciò che è nei cieli e sulla terra rende gloria a Lui. Egli è l'Eccelso, il Saggio.” (Santo Corano, Sura Al-Hashr; 59: 22-24).

oltre a quelli che attestano la presenza di Allah (SwT) in tutto l’universo, il Suo completo controllo su tutte le creature e il fatto che esse costantemente, sebbene inconsciamente, rendano lode ed omaggio a Lui:

“Non vedi come Allah è glorificato da tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra e gli uccelli che dispiegano {le ali}? Ciascuno conosce come adorarLo e renderGli gloria. Allah ben conosce quello che fanno.”(Santo Corano, Sura An-Nùr; 24: 41).

“I sette cieli e la terra e tutto ciò che in essi si trova Lo glorificano, non c'è nulla che non Lo glorifichi lodandoLo, ma voi non percepite la loro lode. Egli è indulgente, perdonatore.”(Santo Corano, Sura Al-Isrà’; 17: 44).

“Volenti o nolenti si prostrano ad Allah coloro che sono nei cieli e sulla terra e anche le ombre loro, al mattino e alla sera.”(Santo Corano,Sura Ar-Ra’d; 13: 15).

“Non hanno visto che le ombre di tutto ciò che Allah ha creato, si allungano a destra e a sinistra prostrandosi umilmente davanti a Lui? Si prostra davanti ad Allah tutto ciò che c'è nei cieli, tutti gli animali della terra e gli angeli che non sono affatto orgogliosi”(Santo Corano, Sura An-Nahl; 16: 48-49).

Ci sono inoltre versetti che espongono la pratica islamica del pellegrino spirituale e la sua ricerca spirituale, riguardando la contemplazione e la meditazione, il ricordo (dhikr) e la concentrazione costante in Allah (SwT), le orazioni e veglie notturne, il digiuno, le prostrazioni prolungate durante la notte e la ripetizione dei Nomi di Allah (SwT), la profonda umiltà, la completa obbedienza a Allah (SwT), il pianto e la caduta in prostrazione durante la recitazione del Santo Corano, la purezza dell’intenzione nella realizzazione delle prescrizioni religiose, l’adempimento di opere buone per amor di Allah (SwT) al fine di giungere alla Sua prossimità e al Suo soddisfacimento, il tenere fede e fiducia in Allah (SwT), l’arrendersi totalmente alla Volontà divina:

“Ma coloro che credono hanno per Allah un amore ben più grande”( Santo Corano, Sura Al-Baqarah; 2: 165).

“Allah susciterà una comunità che Lui amerà e che Lo amerà” (Santo Corano, Sura Al-Ma’idah; 5: 54).

“Allah si compiace di loro e loro si compiacciono di Lui.” (Santo Corano, Sura Al-Bayyina; 98: 8).

“O anima ormai acquietata, ritorna al tuo Signore soddisfatta e accetta; entra tra i Miei servi, entra nel Mio Paradiso.” (Santo Corano, Sura Al-Fajr; 89: 27-30).

“Invece coloro che sottomettono ad Allah il loro volto e compiono il bene, avranno la ricompensa presso il loro Signore, non avranno nulla da temere e non saranno afflitti.”( Santo Corano, Sura Al-Baqarah; 2: 112).

“e durante la notte prosternati a Lui e glorificaLo a lungo nella notte.” (Santo Corano, Sura Al-Insàn; 76: 26).

“Ma tra gli uomini ce n'è qualcuno che ha dato tutto se stesso alla ricerca del compiacimento di Allah. Allah è dolce con i Suoi servi.”(Santo Corano, Sura Al-Baqarah; 2: 207).

“In verità ti abbiamo rivelato il Libro con la Verità; adora dunque Allah e rendiGli un culto sincero. Non appartiene forse ad Allah il culto sincero?” (Santo Corano, Sura Az-Zumar; 39: 2-3).

“…coloro che in piedi, seduti o coricati su un fianco ricordano Allah e meditano sulla creazione dei cieli e della terra, {dicendo}: "Signore, non hai creato tutto questo invano. Gloria a Te! Preservaci dal castigo del Fuoco!”( Santo Corano, Sura Aali °Imràn; 3: 191).

“Veglia {in preghiera} parte della notte, sarà per te un'opera supererogatoria; presto il tuo Signore ti risusciterà ad una stazione lodata” (Santo Corano, Sura Al-Isrà’; 17: 79).

Anche nelle tradizioni, orazioni e suppliche del Profeta (S) e dell’Ahl ul-Bayt (as), sono innumerevoli i casi che trattano di questi argomenti.

In risposta a questi chiari versetti del Santo Corano ed anche alle inequivocabili dichiarazioni e affermazioni del Profeta (S) e degli Imam (as), sono state assunte due posizioni estreme.

Un gruppo ha interpretato tali dichiarazioni in una maniera superficiale e letterale, giungendo cosi lontano fino al punto di affermare che Allah (SwT) sperimenta differenti stati dell’essere e che fisicamente Egli “ascende” e “discende”. Questo gruppo ha spogliato i versetti coranici, le tradizioni e le narrazioni dal loro eccelso significato spirituale, negando quindi, completamente, l’esistenza di qualsiasi forma di gnosi nei testi islamici.

Un altro gruppo, anche influenzato da vari fattori sociali, ha adottato elementi estranei all’Islam ed adottato delle fonti non islamiche, sviluppando in questo modo credenze che non possiamo dire abbiano le loro radici né nel Santo Corano né negli Ahadith (tradizioni) profetici, e di fatto, in molti casi, contraddicono affermazioni chiare e prive di ambiguità contenute in essi.

Riguardo alla pratica, da una parte hanno creato le proprie regole e riti o li hanno presi in prestito da religioni non islamiche, e dall’altra, affermano che le prescrizioni religiose non sono obbligatorie per lo gnostico che ha raggiunto una completa unione con Allah (SwT).

Naturalmente, coloro che hanno un’opinione favorevole nei confronti di tutti gli gnostici e sufi hanno fornito spiegazioni e interpretazioni che giustificano tutte le pratiche sopra menzionate, ma per esser giusti si è obbligati ad ammettere che almeno alcune delle affermazioni fatte e delle posizioni prese dai membri di questo gruppo non possono essere giustificate razionalmente.

Non dobbiamo permettere a noi stessi di esser tanto timorosamente riverenti di fronte ad imponenti figure intellettuali e spirituali al punto di accettare ciecamente tutto ciò che dicono, né di negare a qualcuno il diritto di sottoporre le sue posizioni e credenze ad una analisi critica.

Dall’altro lato, affermare questo diritto ovviamente non significa che tolleriamo e appoggiamo giudizi dogmatici, superficiali, immaturi e corrotti dal pregiudizio e che chiudiamo i nostri occhi di fronte a tutti i punti validi e positivi. Bisogna ricercare la verità, non sviando dal sentiero dell’imparzialità e della giustizia, evitando il giudizio e la condanna frutto di pregiudizio e irriflessione, supplicando Allah (SwT) di aiutarci nella ricerca della verità e nel guidare i nostri passi lungo il sentiero.

Una delle questioni fondamentali affrontate dai sostenitori e dagli oppositori della gnosi è se i fondamenti presentati dagli gnostici, presumibilmente attraverso il discernimento intuitivo interiore, possano esser soggetti al giudizio razionale, affinché, per esempio, la ragione possa dichiarare alcuni di questi invalidi. Questo è importante perché alcuni gnostici affermano di aver scoperto certi ‘tesori’ attraverso il discernimento intuitivo che la ragione non ha la capacità di comprendere, ma ciò si trova assolutamente al di fuori della portata della ragione, e di conseguenza al di là della sua giurisdizione.

Uno degli argomenti che ha dato origine a tale controversia è la concezione gnostica del Wahdat al-Wujud o “unità dell’esistenza”, esposta nelle seguenti forme:

• Una di esse sostiene che fondamentalmente non vi è niente, non vi è stato niente e non vi sarà niente eccetto Allah (SwT) l’Eccelso e quelle che si presumono siano creature non sono altro che illusioni e fantasie (panteismo).

• Un’altra forma afferma che niente esiste all’infuori dell’Essenza di Allah (SwT) o della sfera della Conoscenza divina. In tal modo, si accetta una sorta di molteplicità nell’unicità.

• Un’altra forma ancora, la più comune, è che alla fine della sua ricerca il pellegrino spirituale raggiunge lo stato di fana’ (annullamento o dissoluzione in Allah (SwT) dell’io individuale), in maniera che nient’altro che il nome rimanga di lui.

• La quarta forma, la più moderata, è che alla fine il pellegrino spirituale giunge ad una stazione laddove non vede nulla eccetto Allah (SwT), dove tutto svanisce in Allah (SwT). Più precisamente, egli percepisce che le cose svaniscono in Allah (SwT), similmente a quanto avviene nel momento in cui percepiamo che luci più deboli spariscono nella luce brillante del sole.

Quando si fanno tali dichiarazioni, generalmente gli oppositori si attengono alle argomentazioni razionali, mentre i difensori in ultimo sostengono che tali realtà si trovano in un regno fuori portata per la ragione e, di conseguenza, rifiutano di rispondere alle obiezioni sollevate dai loro critici. La questione fondamentale che sorge in questo modo, è se esistano realtà che la ragione è incapace di comprendere e che pertanto non può osare di negare e rifiutare.

Quello che può esser detto molto brevemente rispetto al problema menzionato è che, sebbene la ragione abbia a che fare con i concetti e la funzione della ragione non sia in grado di riconoscere la verità dell’esistenza oggettiva o l’origine di una qualsiasi cosa oggettiva, i giudizi positivi e negativi della ragione, quando sono auto-evidenti o possono condurre all’auto-evidenza, sono innegabili. In altre parole, sebbene la funzione della ragione non porti alla conoscenza delle origini dell’esistenza, non vi è dubbio riguardo alla validità dei giudizi espressi su questo fenomeno.

Senza dubbio, per quanto concerne l’argomento del Wahdat ul-Wujud, si può dire che la negazione dell’esistenza di tutto eccetto Allah (SwT), e della molteplicità dell’esistente, non solo viola le leggi della ragione ma anche contraddice la conoscenza empirica diretta sulla quale l’io basa le sue azioni e reazioni. Inoltre, uno potrebbe chiedere: sono verosimili i discernimenti gnostici, quando la prova più solida offerta in loro appoggio è diretta, individuale e d’immediata percezione? Si comprende, allora, che questa interpretazione del concetto di “unità dell’esistenza” è totalmente inaccettabile.

Consideriamo comunque accettabile come interpretazione quella esposta dalla “Filosofia Trascendentale” (Al-hikmat ul-muta’aliyah) di Mulla Sadra, secondo la quale l’esistenza delle creature in relazione a Allah (SwT), Gloria a Lui l’Altissimo, è un’esistenza relativa e dipendente. Per esser più precisi, possiamo affermare che sono estremamente relative e dipendenti, e non hanno alcuna indipendenza. Quello che lo gnostico percepisce è questa mancanza d’indipendenza, che egli conseguentemente denomina “mancanza di esistenza reale”.

Qui possiamo formulare la nostra domanda in un altro modo: E’ appropriato considerare il giudizio della ragione superiore alla conoscenza raggiunta dall’esperienza personale? Oppure, ponendola in un’altra maniera, è possibile negare la validità della conoscenza ottenuta attraverso la percezione diretta per mezzo di un giudizio della logica, che è una forma di conoscenza acquisita? La risposta è che la cognizione pura, immediata e senza intermediari non è altro che la percezione diretta della realtà e non può esser invalidata.

Generalmente, senza dubbio, la percezione diretta è accompagnata da interpretazione intellettuale, in un modo che soltanto procedendo con enorme cautela è possibile distinguere l’una dall’altra. Queste interpretazioni mentali, che sono in sé stesse una forma di conoscenza acquisita, possono, infatti, essere erronee, e sono queste interpretazioni ingannatrici che sono rifiutate attraverso l’analisi logica, e non le percezioni dirette e immediate in sé stesse.

Nel caso della concezione gnostica dell’“unità dell’esistenza” inoltre, quello che è in realtà percepito dallo gnostico è che l’esistenza indipendente è proprietà esclusiva solamente di Allah (SwT). Lo gnostico interpreta questo nel senso che solamente Allah (SwT) possiede esistenza reale, e di conseguenza procede a negare l’esistenza reale di ogni altra creatura.

Vale la pena menzionare che i più grandi gnostici musulmani hanno avvertito che alcune delle cose percepite negli stati gnostici sono sataniche e false, che queste traviate “ispirazioni” possono essere riconosciute attraverso determinati segni, e che per ultimo possono essere distinte mettendole alla prova mediante una corretta analisi logica, basata sul Santo Corano e la Tradizione del Profeta (S).

Ovviamente, le analisi dei differenti tipi di percezione, discernimento e conoscenza diretta e immediata, la modalità con la quale si riflettono nella conoscenza, le cause delle interpretazioni erronee e il modo di discernere tra le interpretazioni corrette ed errate, sono un argomento troppo vasto per esser trattato in questo breve scritto.

Un’altra importante questione degna di nota è la relazione esistente tra la gnosi pratica (tariqah) ed i principi della Legge religiosa islamica (shari°ah). Alcuni sostengono l’idea che la gnosi pratica costituisce una via indipendente verso la scoperta delle realtà spirituali, percorribile senza aderire alle leggi religiose islamiche.

Inoltre, essi affermano che questo sentiero è tollerato dall’Islam, venendo considerato come un’innovazione vantaggiosa, o per lo meno, non viene da esso condannato. A questo riguardo alcuni hanno detto molto più arrivando al punto di affermare che nessuna credenza religiosa è necessaria per il raggiungimento dell’illuminazione spirituale. Altri, hanno affermato che, credere in qualsiasi fede, è tutto ciò di cui si ha bisogno. Assumendo una posizione più moderata, un terzo gruppo sostiene che un ricercatore spirituale deve credere in una delle religioni rivelate.

Senza dubbio, dal punto di vista islamico il sentiero gnostico non è affatto indipendente dalla shari°ah, essendone piuttosto un aspetto più preciso e raffinato. Se noi applichiamo il termine shari°ah alle leggi esterne ed esteriori dell’Islam, si può affermare che la tariqah, il sentiero esoterico, si riferisce alla dimensione interna degli stessi principi e può esser praticato soltanto realizzando i precetti della shari°ah.

Per esempio, la legge essoterica espone le regole esteriori richieste per la realizzazione delle orazioni rituali quotidiane (salat), mentre gli insegnamenti esoterici delineano i metodi con i quali il credente può raggiungere totale concentrazione, impegnare il proprio cuore e la propria anima all’interno dell’orazione e raggiungere le condizioni che rendono possibile la perfezione nella realizzazione dei precetti religiosi. Gli insegnamenti essoterici dell’Islam stimolano all’adorazione di Allah (SwT) affinché i credenti possano liberarsi dal castigo divino e godere delle benedizioni celesti, mentre il sentiero gnostico conduce i credenti ad adorare soltanto con l’intenzione di soddisfare Allah (SwT), abbandonando tutte le altre motivazioni.

Questo è quello che incontriamo con la denominazione di ”adorazione del libero” nelle narrazioni attribuite all’Ahl ul-Bayt (as). Un altro esempio è quello della condanna del politeismo e dell’idolatria: negli insegnamenti essoterici si riferisce all’aperta e chiara adorazione degli idoli e ad altre pratiche simili, ma nel sentiero gnostico il concetto si espande al punto di includere molte più sottili forme di questo peccato. Riporre speranza in altri che Allah (SwT), avere timore di altri che Allah (SwT), chiedere aiuto ad altri che ad Allah (SwT), amare altri oltre ad Allah (SwT), se tutto ciò è ritenuto come fondamentale e indipendente, e non basato sull’obbedienza ai comandi divini, sarà considerato una forma di idolatria.

Inoltre, le differenti innovazioni (bid°ah) e sette artificiali, nella loro totalità, non solo non ci aiutano nell’ottenere il discernimento gnostico e l’illuminazione, ma in realtà possono ostruire il vero sentiero spirituale. E’ ovvio inoltre che, pratiche che sono inequivocabilmente condannate e proibite dalle leggi religiose islamiche, possono esser solamente dannose. Sebbene alcune pratiche possano temporaneamente produrre effetti “mistici”, il loro risultato finale sarà negativo. Possono essere insidie sataniche per una caduta finale e dobbiamo quindi aver cura di non venire ingannati da essi.

Per concludere, possiamo dire che il vero sentiero non è altro che quello esposto da Allah (SwT), espresso chiaramente nel Corano:

“Oltre la verità cosa c'è, se non l'errore?”(Santo Corano, Sura Yunus, 10: 32).

E la Pace sia su coloro che seguono il retto sentiero.

Nato nel mese di Barman 1313 (Gennaio 1934) nella città di Yazd, in Iran. Dopo esser entrato nella Hawzah (scuola teologica) di Yazd , ha completato in quattro anni le fasi preliminari e intermedie con Shaykh Muhammad Ali Nahawi.

Ayatollah Misbah Yazdi è poi emigrato, per continuare i suoi studi, in Najaf al-Ashraf. Dopo un anno è tornato a Qom, in Iran. Qui ha iniziato a seguire le lezioni di Kharij dell’Imam Khomeyni, sull’argomento del Fiqh (giurisprudenza). Durante i suoi studi di Tafseer (commento al Santo Corano) e Filosofia sotto Ayatollah Tabataba’i sviluppò con questo grande sapiente un rapporto spirituale ed etico ed al tempo stesso trasse beneficio dagli Ayatollah Ansari e Bahjat.

Durante il sollevamento dei sapienti religiosi contro il regime di Pahlavi, Ayatollah Misbah Yazdi iniziò le sue attività politiche, svolgendo un ruolo importante negli eventi di quei giorni – particolarmente per il suo rapporto con grandi figure quali il Martire Dr. Beheshti ed il Martire Mutahhari.

Ha inoltre svolto un ruolo efficace nella ristrutturazione della Hawza e nella sua coordinazione con le università del paese. Oltre a questo, Misbah Yazdi ha avuto un ruolo eminente nel combattere le credenze corrotte - causa della caduta delle genti nell’abisso dell’irreligiosità e della disperazione -, diffamatrici della brillante Rivoluzione Islamica dell’Iran.

Dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica, ha iniziato una nuova era di attività politiche e culturali. Oggi Misbah Yazdi è membro del Consiglio supremo della Rivoluzione culturale, capo dell’”Istituto di ricerca e di insegnamento Imam Khomeyni” e membro dell’Assemblea degli insegnanti dell’Hawzah di Qom, impartendo tutt’ora lezioni sulla filosofia e sul Santo Corano.

________________________
1. (SwT) abbreviazione di “Subh^ana wa Ta°ala”, Lode a Colui che è privo di ogni imperfezione, l’Altissimo.

2. (S) abbreviazione di “salla allahu wa alehi wa aliyhi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”.

3. (as) abbreviazione di “‘aleyhi-ha-hum assalam”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadija, Fatima, Maria, Asya ) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zeynab, Ruqayya, Oum Kulthum,Fatima Masuma ...

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