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Matrimonio e Morale nell Islam by : Sayyid Muhammad Rizvi

 

Prefazione alla Prima Edizione
Questo libro e nato da un bisogno che ho sentito dopo aver passato i miei primi tre anni in Canada. Una persona nella mia posizione di guida religiosa si ritrova sempre ad avere a che fare con domande riguardanti problemi religiosi e personali della gente. A differenza dell’atmosfera in Oriente, dove il contatto e più a livello personale, in questa parte del mondo si realizza di più attraverso la corrispondenza e le chiamate telefoniche.

Ben presto mi resi conto che ogni qual volta la domanda fosse “imbarazzante” o relativa al comportamento sessuale, chi chiamava preferiva non dare il proprio nome. E, certamente, non avevo alcuna ragione di insistere per conoscere l’identità di chi chiamava; il mio unico dovere e ascoltare e trasmettere il punto di vista islamico a chi si rivolge a me.

In ogni caso, la cosa più interessante di tali domande “imbarazzanti” era che nella maggioranza dei casi chi chiamava si sentiva colpevole per azioni completamente permissibili nell’Islam: ma a causa della loro ignoranza o disinformazione, si erano sentiti colpevoli di cose che non sono per nulla proibite dalla Shari°ah islamica; e mi dissi che deve esserci molta più gente che sta attraversando la stessa esperienza, sentendosi colpevole e depressa, e tutto a causa dell’ignoranza!

Non tutti hanno il coraggio di parlare di simili questioni, o anche solo di telefonare senza rivelare la propria identità. Decisi cosi che dovevo fare qualcosa.

Cominciai a scrivere a proposito della morale sessuale nell’Islam. Era il 1986. Quando finii la prima bozza, pensai che il materiale avrebbe potuto essere considerato troppo polemico, cosicché decisi di tastare il terreno prima di pubblicare il libro. Una conferenza su ‘Il sesso e il matrimonio nell’Islam’ fu organizzata il 9 novembre 1986 presso il “Shi°a Muslim Community Center” a Vancouver. La reazione della gran maggioranza dei membri della comunità fu molto positiva. Una signora del pubblico scrisse una lettera che riassunse la reazione della maggioranza:

“Molte grazie per l’eccellente conferenza che ci ha impartito domenica 9 novembre. Devo dire che lei e molto coraggioso e che ha presentato il materiale con gran calma e padronanza. Non avevamo mai avuto prima un Maulana che condividesse una conoscenza cosi inestimabile per educare la nostra comunità… Nella mia esperienza personale, la sua conferenza educativa ha chiarito molti miei dubbi a proposito di che cosa e permesso dalla Shari°ah…”

In seguito venni a sapere che la videocassetta della conferenza fu mandata in diversi luoghi tra loro lontani, come l’India e l’Africa dell’est. Visto che nel video avevo menzionato che si trattava delle bozze di un libro in preparazione, cominciarono a farmi domande in proposito. Tale reazione mi incoraggiò ancora di più a continuare con la pubblicazione del libro.

In ogni caso, sfortunatamente, la pubblicazione tardò tre anni a causa dei miei impegni in altre attività. Durante gli ultimi mesi del 1989, Allah l’Onnipotente mi benedisse, dandomi l’opportunità di finire il libro. Mentre terminavo, cominciai ad aggiungere varie discussioni che finirono con raddoppiare le dimensioni della bozza iniziale del 1986 e ne aumentarono il valore accademico. Ciò, spero, farà perdonare ai miei lettori i tre anni di ritardo. ***

Il Capitolo Uno si occupa di una breve rassegna storica della morale sessuale occidentale, che prepara la strada al capitolo seguente, che presenta la visione fondamentale dell’Islam a proposito del matrimonio e del sesso. In questo capitolo ho anche considerato criticamente le idee di una femminista araba, Fatima Mernissi, sulla sessualità delle donne nell’Islam. I restanti tre capitoli si occupano degli aspetti pratici del matrimonio: i rapporti sessuali; contraccezione ed aborto; le nuove tecniche di riproduzione umana. ***

Negli ultimi tre capitoli del libro, il lettore troverà una varietà di opinioni tra i Mujtahidun1 Shi°iti. La differenza di opinioni e una parte essenziale della Ijtihad2, che continua ad essere un’istituzione viva nell’Islam Shi°ita. Ho anche chiaramente riportato le opinioni dei più importanti Mujtahidun Shi°iti del nostro tempo, in particolare dell’Ayatullah al-°Odhma Sayyid Abu 'l-Qasim al-Musawi al-Khu'i e del defunto Ayatullah al-°Odhma al-Imam Sayyid Ruhullah al-Musawi al-Khomayni.

Devo mettere in chiaro fin dal principio che su alcune questioni chi scrive ha espresso le sue opinioni personali. Ciò e stato fatto principalmente nei casi in cui non e disponibile l’opinione degli attuali Mujtahidun. In ogni caso, dato che tutte le opinioni sono chiaramente menzionate, i muqallidin (seguaci) dei Mujtahidun attuali possono usare questo libro senza preoccupazioni in merito alla validità delle loro azioni.

Spero che il presente libro riceva un’accoglienza ancora migliore del video del 1986, e prego Allah, Subh^ana wa Ta°ala, di guidarmi verso le migliori opinioni e di accettare questo lavoro come un piccolo contributo al servizio dell’Islam. Inna rabbi la Sami°u 'd-Du°aa.

Sayyid Muhammad Rizvi
Richmond, B.C.
Jamadi II 1410
Gennaio 1990
Prefazione alla Seconda Edizione
La prima edizione (1990) del presente libro e stata accolta molto bene da lettori di tutto il mondo. E’ stata ristampata in Iran da un editore le cui pubblicazioni in lingua straniera vengono distribuite in tutto il mondo. Ne sono stati pubblicati brani in riviste in India, in Sudafrica e anche in lingua norvegese. Nel 1993, Mr. M. H. Assagaf ha tradotto “Marriage & Morals in Islam” in indonesiano, una lingua usata, secondo il traduttore, “dal popolo dell’Indonesia (170 milioni), della Malesia, del Brunei e di parti di Singapore e della Thailandia”.

Nel 1993 ho rivisto e ampliato l’edizione precedente. Oltre a correggere gli errori di battitura e fare alcuni piccoli cambiamenti al testo e alle note, ho aggiunto due sezioni al Capitolo Tre (“Con chi ci si può sposare?” e “L’°Aqad”), ed ho spostato la sezione “Fonti della Shari°ah" dall’Introduzione alla fine del libro, come Appendice I. Ho anche aggiunto la sezione “L’abluzione principale: Ghusl al-Janabat" come Appendice II.

Spero che la presente edizione sia ancora più utile a coloro che cercano la verità.

Wa ma tawfiqi illa bi-'Llah.

Sayyid Muhammad Rizvi
Jamadi I, 1415
Ottobre 1994
Toronto, Canada
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1. Plurale di Mujtahid, coloro che hanno perfezionato la loro conoscenza in materia di ijtihad (la facoltà di riuscire a stabilire lo stato legale o i doveri pratici, legali o razionali) e che pertanto conoscono le Leggi islamiche cosi bene dal poter emettere Fatawa (responsi giuridici) che la gente normale e tenuta a seguire. (N.d.T.)

2. “Ijtihad” significa letteralmente “sforzarsi, sottoporsi ad un duro lavoro”. Nella terminologia giuridica Islamica indica il processo di deduzione delle leggi della Shari°ah dalle loro fonti. (N.d.T.)
A) Perché Questo Libro?
Gli scrittori di solito non devono giustificare i propri argomenti di discussione. Se pensano che quello che stanno scrivendo sarà utile alla gente nella vita pratica o nella ricerca intellettuale, non sentono nessun bisogno di giustificare il proprio lavoro. Il presente libro possiede entrambe le qualità: e utile e di interesse intellettuale. Ma c’e molta gente, anche tra i Musulmani, che pensa che il sesso sia un argomento tabù in tutte le religioni. Per questa ragione, e estremamente appropriato cominciare dalla domanda: La discussione sulla morale sessuale e permessa nell’Islam?

Per rispondere a questa domanda bisogna considerare la definizione di religione dal punto di vista islamico. Chiunque abbia studiato anche superficialmente l’Islam sa che “religione” secondo la definizione islamica significa “un sistema di vita completo” che include tutti gli aspetti della vita umana dal concepimento alla sepoltura. L’Islam non si preoccupa solo dell’elevazione spirituale degli esseri umani ma, allo stesso modo, anche del loro benessere materiale e fisico. L’Islam guida i Musulmani in questioni finanziarie ed economiche, politiche e sociali, e anche nelle sfere morali e personali della vita umana.

Quando si tratta di questioni morali e personali, l’Islam prevede specifiche linee guida sull’alimentazione, norme igieniche, codici d’abbigliamento, ed anche regole a proposito del matrimonio, del divorzio e dell’eredità. Le leggi islamiche sul matrimonio non si limitano a come sposarsi e con chi, ma trattano anche della morale sessuale degli esseri umani.

Tale morale sessuale, come vedremo nei seguenti capitoli, e stata discussa nel Sacro Corano, e dal Profeta (S)1 e i suoi discendenti membri dell’Ahl ul-Bayt (as)2 diffusamente e apertamente. Non dovrebbe esistere quindi il benché minimo dubbio che l’Islam permetta una discussione aperta a proposito della morale sessuale.

Tutto ciò dimostra il permesso, in generale, di discutere a proposito della morale sessuale. Ciononostante, qualcuno non la considererà una spiegazione sufficiente e mi porrà la seguente domanda: “E’ necessario discutere a proposito del sesso?”

Esistono tre ragioni che giustificano la necessità di discutere a proposito della morale sessuale. La prima ragione e rilevante per tutti i Musulmani e le altre due lo sono per i Musulmani che vivono nel mondo Occidentale, che sono i principali lettori di questo libro.

Prima di tutto, tutti i Musulmani sono d’accordo che e dovere di ogni Musulmano seguire le leggi islamiche della Shari°ah, le quali non si limitano alle preghiere giornaliere, al Digiuno, al Pellegrinaggio (Hajj) e altri atti rituali. La Shari°ah prevede regole specifiche anche a proposito del sesso. Quindi, se un Musulmano desidera seguire l’Islam completamente, deve conoscere la morale sessuale islamica, proprio come deve imparare il modo di adempiere le preghiere giornaliere.

Inoltre, non sarà mai abbastanza enfatizzata la necessità di imparare la morale sessuale islamica per i Musulmani che sono esposti alla nuova morale sessuale dell’Occidente. Attualmente, i propagandisti di questa nuova morale sessuale stanno diffondendo le loro idee con ogni mezzo di comunicazione disponibile: libri, riviste, programmi televisivi, film e video. I Musulmani nel mondo Occidentale in una maniera o nell’altra sono esposti alle norme sessuali non-islamiche dell’Occidente. (In realtà, e un’affermazione piuttosto attenuata: anche i Musulmani in Oriente sono esposti alla cultura occidentale!)

Pertanto, e assolutamente necessario per loro conoscere il punto di vista islamico a proposito del sesso affinché possano condurre una vita islamica.

Infine, i bambini nel mondo Occidentale hanno accesso ad un’educazione sessuale impensabile per le generazioni precedenti; pertanto, e molto importante che i genitori di oggi siano consapevoli di ciò che e giusto e sbagliato in proposito. Solo un genitore Musulmano informato sarà capace di affrontare il problema correttamente e con responsabilità. Queste ragioni dovrebbero essere sufficienti per coloro che, per usare l’espressione coranica, hanno “un cuore o prestano orecchio con una mente presente”.
B) L’Educazione Sessuale
La terza ragione sopra fornita non significa necessariamente che io sia completamente d’accordo con la maniera in cui l’educazione sessuale viene affrontata dal sistema scolastico occidentale. Non ho nessun inconveniente ad accettare l’idea fondamentale che i bambini dovrebbero essere educati a proposito del sesso. Ciononostante, non sono d’accordo sull’età in cui comincia l’educazione sessuale e sui contenuti. La questione in sé merita una discussione dettagliata che trascende l’ambito del presente studio. In ogni modo, menzionerò brevemente quello che penso a proposito delle due questioni.

• Età. L’educazione sessuale dovrebbe cominciare con la pubertà, quando i bambini diventano sessualmente maturi. L’obiettivo dell’educazione sessuale a questo livello dovrebbe essere aiutarli a capire che sono responsabili e tenuti a rendere conto dell’uso dei loro organi sessuali. Dovrebbe essere insegnato loro come affrontare la tensione sessuale. (Ciononostante, tenendo in considerazione il livello proporzionalmente alto di abuso sessuale infantile nel mondo Occidentale –che riflette il suo grado di decadenza morale-, sono preparato ad accettare i programmi per bambini il cui obiettivo e educarli a proteggersi dall’abuso sessuale. Ma questa, secondo la mia opinione, non e educazione sessuale e quindi non e contemplata dalla presente discussione).

• Contenuti. In questa società permissiva, l’enfasi dell’educazione sessuale e centrata sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle malattie a trasmissione sessuale. Non viene fatto nessun tentativo serio teso a rendere consapevoli i giovani delle virtù di castità e di astinenza finché non si sposano; non soltanto perché la società occidentale e una società secolare e liberale, ma anche a causa della sua economia orientata al consumo.

• Se l’educazione sessuale si riduce soltanto ad insegnare come prevenire gravidanze indesiderate e malattie a trasmissione sessuale, gli studenti non impareranno nient’altro che l’importanza di usare pillole, preservativi e altri metodi contraccettivi: in altre parole, tale educazione sessuale non e altro che un programma promozionale per i fabbricanti di contraccettivi! Germaine Greer, una famosa femminista, scrisse le seguenti parole a proposito della promozione di contraccettivi nel Terzo Mondo:

• “I riformatori sessuali, che non mostrano alcun rispetto per i valori tradizionali e si rivolgono alla sessualità senza alcun interesse o comprensione della personalità intera, sono i tenutari del capitalismo.”3

• Sono completamente d’accordo con lei, non solo per quanto riguarda il Terzo Mondo, ma anche nel caso dell’educazione sessuale in Occidente. La ragione per cui gli educatori sessuali ricevono pressioni, per non parlare dei metodi naturali di controllo delle nascite, non e solo perché tali metodi non sono affidabili al cento per cento (anche un preservativo non e affidabile al cento per cento!), le vere ragioni sembrano ridursi al fatto che se i metodi naturali (come il coito interrotto e l’astinenza), che non implicano nessuna spesa, acquistassero popolarità, chi comprerebbe allora i preservativi e le pillole?

In sintesi, sono d’accordo con la necessità dell’educazione sessuale per i giovani, sempre che essa sia rispettosa dei loro valori religiosi e morali, e si occupi della questione in modo completo, senza ridursi ad essere un programma promozionale per i “tenutari del capitalismo”.
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1. (S) abbreviazione di “salla Allahu wa alehi wa aliyhi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”. (N.d.T.)

2. (as) abbreviazione di “‘aleyhi-ha-hum assalam”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadija, Fatima, Maria, Asiah) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zeynab, Ruqayya, Oum Kulthum, Fatima Masuma…(N.d.T.)

3. G. Greer, Sex and Destiny, pag. 219.
“Il sesso e intrinsecamente cattivo?”

Un Musulmano si sorprenderebbe di una domanda simile. Un pensiero cosi non gli passerebbe mai per la testa. Ma la rilevanza della domanda per la Cristianità e per il mondo Occidentale sarà chiarita nelle pagine seguenti. Negli ultimi ottant’anni, specialmente dopo le due guerre mondiali, la morale sessuale occidentale ha subito un notevole cambiamento descritto comunemente come “la rivoluzione sessuale”.

Sulle rovine dell’agonizzante morale cristiana, l’Occidente sta cercando di costruire una morale sessuale liberale conosciuta come la “Nuova Morale Sessuale”. Per capire lo sfondo sociale e storico da cui sta emergendo la nuova morale, dobbiamo studiare la morale sessuale della Chiesa cristiana.
A) Morale Sessuale Cristiana
Nonostante comunemente si creda che il Cristianesimo sia una religione basata sugli insegnamenti di Gesù Cristo, uso la parola “Cristianesimo” in questo libro per riferirmi agli insegnamenti dell’establishment della Chiesa. Faccio questa affermazione per il fatto che la Bibbia non registra niente detto da Gesù Cristo a proposito del matrimonio e del sesso, ad eccezione del sermone che condanna l’adulterio visivo e fisico:

“Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti e occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna”. (Matteo, 5:27-29) 1

La prima persona nella Cristianità a parlare di morale sessuale fu San Paolo, che disse:

“E’ cosa buona per l'uomo non avere contatti con la donna” (Corinzi I, 7:1).

In parole povere significa che la Chiesa cristiana insegna che il celibato e migliore del matrimonio, e che il corpo umano non e fatto per il piacere ma solo per il Signore.

“Il corpo poi non e per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore e per il corpo… Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?” (Corinzi I, 6:13, 15)

San Paolo sapeva che il celibato implica la soppressione della natura umana, ma la natura umana non può essere soppressa. Sapeva che se il matrimonio fosse stato completamente proibito, la gente si sarebbe abbandonata alla gratificazione sessuale illecita; pertanto dice:

“tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito” (Corinzi I, 7:2).

In seguito, come per impedire alla gente di dimenticare la santità del celibato, continua:

“Questo però vi dico per concessione, non per comando. Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. Ai celibi e alle vedove dico: e cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno contenersi, si sposino; e meglio sposarsi che ardere” (Corinzi I, 7: 6-9).

Quindi il matrimonio, paragonato alla fornicazione, e il male minore!

San Paolo prosegue sulla stessa linea e descrive il matrimonio come fonte di dolore:

“Quanto alle vergini… Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere cosi… Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne…” (Corinzi I, 7: 25-28).

Secondo la Bibbia, sposarsi e compiacere Dio sono due atti antitetici. San Paolo dice:

“Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non e sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi e sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Cosi la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che e degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni” (Corinzi I, 7: 32-35).

Egli inoltre riassume la posizione cristiana in questo modo:

“In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio” (Corinzi I, 7: 38).

La visione cristiana del matrimonio, nella sua forma originale, si può riassumere come segue:

(a) Il celibato e giusto e dovrebbe essere adottato;

(b) Il matrimonio e permesso allo scopo di evitare la fornicazione, ciononostante, e deplorevole e tutti dovrebbero fare del loro meglio per evitarlo;

(c) Sposarsi ritarda la salvezza e non fa parte delle azioni per compiacere Dio.

Tre secoli dopo San Paolo esistette un teologo conosciuto come Sant’Agostino. Come il suo predecessore, era convinto che il sesso fosse una minaccia per l’elevazione spirituale: “Sento che nulla priva maggiormente della propria sicurezza un'anima virile che le carezze della donna e quel contatto dei corpi senza di cui non si può dire di aver moglie”2.

Egli si spinse ancora più in là di San Paolo, associando la colpa al sesso. Riconosceva che era essenziale per la riproduzione, ma sosteneva che l’atto sessuale era macchiato di colpa a causa del peccato di Adamo ed Eva. Il rapporto sessuale da innocente fu trasformato in vergognoso a causa del peccato originale di Adamo ed Eva, che si trasmette di generazione in generazione.

Nella sua opera La città di Dio, Sant’Agostino dice: “La prevaricazione {il peccato originale} non tolse la benedizione, data prima del peccato, di accrescere col parto il numero degli uomini, sebbene ad essa si aggiungesse il male della concupiscenza”.3

In breve, egli predicava che:

(a) Il sesso era qualcosa di vergognoso a causa del peccato originale di Adamo ed Eva;

(b) La castità ed il celibato erano moralmente più elevati del matrimonio;

(c) Il celibato era un requisito indispensabile per preti e suore.
B) L’Epoca Vittoriana
Non c’e dubbio che passare in rassegna la morale sessuale cristiana e essenziale per capire la rivoluzione sessuale di questo secolo; ma, per comprendere a fondo il contesto storico nel quale e emersa la nuova morale sessuale, e ugualmente importante prendere in esame l’epoca vittoriana.

“Mentre i cristiani dell’epoca pre-vittoriana si accontentavano di circoscrivere il sesso al matrimonio, la preoccupazione dei vittoriani era trovare il modo di imbrigliare il sesso e canalizzarlo verso fini più elevati. Per i vittoriani un uomo con senso morale si asteneva dal sesso al di fuori del matrimonio ed era altamente selettivo e prudente nella sua espressione all’interno dello stesso. E una donna con senso morale sopportava tali supplizi occasionali e non faceva nulla per incoraggiarli. Il piacere non era un obiettivo appropriato per nessuno dei due sessi, e in special modo per la donna”4.

Si può quindi affermare quanto segue a proposito della morale sessuale dell’Occidente cristiano nel diciannovesimo secolo:

(a) Il sesso e moralmente degradante comparato al celibato;

(b) La passione sessuale negli esseri umani e il risultato del peccato originale, per cui il sesso per il piacere e un peccato;

(c) Il sesso senza piacere e consentito al solo scopo della procreazione.

All’alba del ventesimo secolo, secondo il punto di vista prevalente, il sesso era intrinsecamente cattivo, accettabile solo come il minore dei mali tra la fornicazione e il matrimonio.
C) La Rivoluzione Sessuale
Quanto detto in precedenza costituisce, in breve, il contesto storico e sociale nell’Occidente cristiano in cui stava emergendo la Nuova Morale. La Chiesa ha commesso un errore serio sopprimendo l’istinto più naturale degli esseri umani, il mezzo stesso con cui si perpetuano. Ed e ovvio che gli istinti naturali non possono mai essere soppressi. Ayatullah Rizvi5 scrive:

“Se una religione e cieca di fronte alla complessità dei problemi familiari, i suoi seguaci, presto o tardi, si ribelleranno contro di essa, distruggendo tutti i principi religiosi allo scoppio della rivolta… Il Cristianesimo ha ignorato le rivendicazioni della natura umana, esaltando l’idea del celibato. Molte persone pie hanno cercato di essere all’altezza di tale ideale. I monaci e le suore si sono rinchiusi nei monasteri. Per un breve periodo, il piano ha funzionato bene. Poi la natura si e vendicata; i monaci e gli abati coltivavano l’idea di essere rappresentanti di Cristo, e alle suore veniva dato il titolo di ‘spose di Cristo’. Cosi hanno finito per trasformare i monasteri in centri di libertà sessuale”6.

A proposito dell’atteggiamento del clero cristiano, Russell scrive: “Fu solo verso la fine del tredicesimo secolo che il celibato del clero fu rigidamente imposto. Il clero, chiaramente, continuò ad avere relazioni illecite con le donne…”7

Papa Giovanni XII fu condannato per adulterio e incesto; l’abate di St. Augustine, a Canterbury, aveva nel 1171 diciassette figli illegittimi in un solo villaggio; Henry III, vescovo di Liegi, fu deposto nel 1274 perché aveva sessantacinque figli illegittimi.

Gli scrittori del Medioevo hanno lasciato molti racconti di conventi che erano come bordelli, della gran quantità di infanticidi all’interno delle loro mura, e dell’incesto tra i vari rappresentanti del clero che obbligò la Chiesa ad annunciare che non era loro permesso vivere con le madri e le sorelle8.

Non potevano che essere queste le conseguenze di una morale sessuale innaturale. Coloro che non poterono sopprimere i loro istinti naturali si abbandonavano ad atti peccaminosi in segreto; altri, come Martin Lutero, si ribellarono contro la Chiesa e dettero inizio al movimento della Riforma, che abbandonò il celibato.

E quando la Chiesa cristiana perse la sua influenza sugli affari sociali del mondo Occidentale e si verificò una separazione tra Chiesa e Stato, anche i laici si ribellarono. La rivolta acquistò impulso dopo le due guerre mondiali; l’Occidente cristiano avviò la rivoluzione sessuale come risposta alla repressione sessuale.

Un movimento di riforma porta la società dagli estremi verso la moderazione, mentre una rivoluzione, nelle prime fasi, porta la società da un estremo all’altro. Ayatullah Rizvi commenta: “Si può paragonare la Natura ad una molla d’acciaio che, compressa, salta su con la stessa forza: quando si é vendicata dei cristiani, ha trasformato le loro società nelle più permissive, libertine e indisciplinate che il mondo abbia mai visto”9.

In questo modo, la Nuova Morale emerse in Occidente, portandolo all’altro estremo: dall’estremo di sopprimere i desideri naturali, alcuni fautori della nuova morale arrivarono all’estremo della libertà sessuale illimitata, che rappresenta l’ambito del mondo animale. Propugnarono la teoria del “sesso per divertimento”, il “sesso fine a se stesso” e il “sesso libero”, che alla fine avrebbe completamente distrutto il concetto di famiglia, il tessuto della società umana. Nei tardi anni ottanta, possiamo affermare che la molla della natura stava tornando alla sua posizione originale. Katchadourian e Lunde, nel 1980, scrivevano:

“La morale del “sesso per divertimento” o del “sesso fine a se stesso” non é mai stata attraente per la maggioranza dei giovani. Gli ideali romantici del matrimonio, della fedeltà e di una vita familiare stabile per allevare dei bambini erano ancora piuttosto presenti e influenti nella vita americana. Sta emergendo una nuova sintesi di valori. Molti dei cambiamenti, originatisi negli anni sessanta, nell’atteggiamento nei confronti del sesso sono stati accettati, ma le idee più radicali sono risultate inaccettabili per la maggior parte della gente.

Molti individui sono d’accordo con l’esplorazione prematrimoniale, ma vogliono essere sicuri che nessuno si faccia del male. Molti hanno scoperto che il “sesso fine a se stesso” non era poi cosi gratificante come sembrava quando divenne popolare per la prima volta; altri ancora hanno visto cosi tante persone danneggiate dal sesso irresponsabile, da far loro esigere una nuova morale del sesso responsabile”10.

Riassumendo, possiamo affermare che, per prima cosa, l’Occidente si é mosso da un estremo (la repressione sessuale esemplificata dalla Chiesa cristiana) all’altro (il “sesso libero” e il “sesso per divertimento” esemplificati dalla morale sessuale liberale). In secondo luogo, l’Occidente si é reso conto che il sesso libero e il sesso per divertimento non sono accettabili per la sensibilità umana.

Infine, dopo essere saltato da un estremo all’altro, l’Occidente anela “una nuova morale del sesso responsabile”. Dal nostro punto di vista, la morale del sesso responsabile é la morale sessuale equilibrata dell’Islam, di cui ci occuperemo presto.

La ragione per cui ho illustrato il contesto religioso e sociale in cui é avvenuta la rivoluzione sessuale é per spiegare ai Musulmani in Occidente e in Oriente che tale rivoluzione non é stata un corollario della scienza e della tecnologia di per sé (anche se alcune scoperte scientifiche come i contraccettivi l’hanno resa più facile): é stata piuttosto una reazione contro la morale sessuale repressiva della Chiesa cristiana.

Ciò, spero, dissiperà il mito presente tra molti asiatici ed africani, specialmente dell’élite, che qualsiasi comportamento e norma che venga dall’Occidente si basa su solide ragioni scientifiche!
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1. Tutti I versetti della Bibbia citati sono stati presi dall’edizione della C.E.I. (conferenza Episcopale Italiana), sito internet: http://www.ora-et-labora.net/bibbia/index.html [10]

2. Basic Writings of St. Augustine, pag.455; http://www.augustinus.it/italiano/soliloqui/soliloqui_1.htm [11] (N.d.T.)

3. The City of God, pag. 21. http://www.augustinus.it/italiano/cdd/cdd_14.htm [12] (N.d.T.)

4. Fondamenals of Human Sexuality, pag. 483.

5. Il grande sapiente islamico Ayatullah Seyyed Sa’eed Akhtar Rizvi, padre dell’autore del libro, nato nel 1927 e scomparso nel 2002, lasciando circa 140 tra libri e saggi, tradotti in ben ventidue lingue, sulle varie branche della scienza islamica. Ayatullah Rizvi era, infatti, un profondo conoscitore della storia e della teologia, esperto in tafsir e Ah^a-di-th, conoscitore dell’urdu, inglese, arabo, persiano, swahili, hindi e gujarati.(N.d.T.)

6. The family Life of Islam, pag. 8.

7. Marriage and Morals, pag. 64.

8. Cfr.: History of European Morals, vol. II, pag. 350-351.

9. The family Life of Islam, pag. 8-9.

10. Fondamenals of Human Sexuality, pag. 420.
A) Definizione del Punto di Vista Islamico
La morale sessuale islamica é profondamente diversa da quella della Chiesa cristiana. Ciò é dovuto alla natura onnicomprensiva della Shari°ah islamica. Dice Bertrand Russell: “I grandi leader religiosi, con l’eccezione di Maometto e Confucio (se quest’ultimo si può definire religioso), in generale sono stati piuttosto indifferenti alle considerazioni sociali e politiche, per concentrarsi sul perfezionamento dell’anima attraverso la meditazione, la disciplina e l’abnegazione”1.

Certamente l’Islam non é per nulla indifferente ai problemi sociali.

D’altro canto però, la morale sessuale islamica é profondamente diversa dalla nuova morale sessuale, in quanto non ammette il concetto di sesso libero.

L’Islam si prefigge di insegnare ai Musulmani come soddisfare i propri istinti sessuali in modo responsabile, non di reprimerli.

L’Islam riconosce le necessità sessuali degli esseri umani e crede che gli istinti naturali debbano essere educati, non repressi. L’Islam afferma che le parti biologiche del nostro corpo hanno uno scopo, non sono state create inutilmente.

In nessun testo islamico si associa il sesso con il male inerente o il peccato: tutti gli insegnamenti del Sacro Corano, del Profeta Muh^ammad (S) e dell’Ahl ul-Bayt (as) vanno nella direzione esattamente opposta.

Ciò che affermano il Sacro Corano e l’autentica Sunnah (ribadisco, autentica) a proposito del sesso, sarà trattato nelle seguenti sezioni:

• L’Islam raccomanda caldamente il matrimonio come una buona azione e non come il minore dei mali;

• L’Islam si oppone con forza al celibato e alla vita monastica,

• L’Islam crede che il matrimonio non sia per nulla un ostacolo sul cammino spirituale: al contrario, aiuta chi lo percorre.
1. Il Matrimonio e Caldamente Raccomandato
E’ importante rendersi conto che l’idea di matrimonio nei testi islamici non e circoscritta ad una relazione platonica tra marito e moglie, né e confinata al sesso a scopo di procreazione. Il termine legale per il matrimonio e "nikah", che letteralmente significa rapporto sessuale.

Il matrimonio e un’azione caldamente raccomandata. Allah (SwT) dice:

“Sposate quelli tra voi che non sono sposati e i vostri schiavi, maschi e femmine che siano onesti. E se sono bisognosi, Allah li arricchirà della Sua Grazia. Allah e largo nel dare e sapiente”. (Sacro Corano, Sura An-Nu-r, 24:32).

La prima parola del versetto e "ankihu" (Sposate!), una forma imperativa della parola nikah.

Secondo i principi della giurisprudenza islamica, ogni comunicazione in forma imperativa da parte di Allah (SwT) può avere due livelli di significato: un ordine obbligatorio o una raccomandazione molto forte. Quindi, e evidente che per l’Islam il celibato non e considerato una virtù. Il Profeta (S), basandosi sul citato versetto, disse: “Chiunque non si sposa per paura della povertà, invero ha una pessima opinione di Allah”2.

In un altro versetto Allah (SwT) dice:

“..sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola…..”. (Sacro Corano, Sura an-Nisa-’, 4:3)

Il sesso e apertamente raccomandato nel Sacro Corano:

“..Evitate dunque {di giacere con} le vostre donne durante il ciclo mestruale e aspettate che si purifichino prima di giacere con loro. Quando poi si purificano, accostatele nel modo in cui Allah vi ha comandato” (Sura al-Baqara, 2:222).

L’espressione “vi ha comandato” non si riferisce ad alcun ordine legislativo; non significa cioe che non appena la moglie si purifica dalle mestruazioni, l’uomo debba immediatamente fare del sesso con lei. Questo e un ordine creativo e si riferisce all’istinto sessuale che Allah (SwT) ha infuso nella nostra natura. E se l’istinto sessuale conta come un ordine creativo di Allah (SwT), come può essere in alcun modo associato al peccato e al male?!

Il matrimonio e il sesso sono tra i segni del potere e della benedizione di Allah (SwT). Il Sacro Corano dice:

“Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono”. (Sura ar-Ru-m, 30:21)

Da questi pochi Versetti, si può facilmente capire che secondo l’Islam:

(a) Il matrimonio e un segno del potere e della benedizione di Allah (SwT);

(b) Il matrimonio e un atto di virtù caldamente raccomandato e non dovrebbe essere evitato a causa della povertà;

(c) L’istinto sessuale e un ordine creativo che Allah (SwT) ha infuso alla natura umana. Dopo aver definito il sesso come un Suo ordine creativo, non e più possibile associarlo alla colpa, al peccato o al male.

Il Profeta (S) e gli Imam dell’Ahl ul-Bayt (as) hanno anche incoraggiato i propri seguaci a sposarsi e a soddisfare i propri istinti sessuali in modi legali, come si può vedere da quanto segue.

Il Profeta (S) disse: “Nessuna casa e stata costruita nell’Islam, più cara agli occhi di Allah, di quella attraverso il matrimonio.”3

Il Profeta (S) disse: “O voi, giovani uomini! Raccomando a voi il matrimonio.”4

L’Imam °Ali (as) disse: “Sposatevi, perché il matrimonio e la tradizione del Profeta. Egli disse ‘chiunque voglia seguire la mia tradizione, deve sapere che il matrimonio viene dalla mia tradizione.’”5

L’Imam Ridhà (as) disse: “Tre cose appartengono alle tradizioni dei messaggeri di Dio: usare il profumo, rimuovere i peli {superflui} e visitare spesso la propria moglie.”6

Ishaq bin °Ammar cita l’Imam Ja°far as-Sadiq (as): “Amare le donne fa parte delle tradizioni dei profeti.”7

Il Profeta (S) disse: “La preghiera e diventata per me la cosa più preziosa, e il mio piacere risiede nelle donne.”8

Si noti con quanta facilità il Profeta (S) passa dalla preghiera al piacere che danno le donne!

Il Profeta (S) disse: “Nessun musulmano ha ricevuto maggior beneficio dalla religione dell’Islam che una moglie Musulmana che e causa del piacere del marito ogni volta che lui guarda verso di lei…”9

L’ Imam Muh^ammad al-Baqir (as) cita il Profeta (S): “Allah dice che ‘Ogni volta che cerco di riassumere la bontà di questo mondo e dell’Aldilà per un musulmano, gli consegno un cuore umile {di fronte a Me}, una lingua che {Mi} loda, un corpo capace di sopportare l’afflizione {del mondo} e una moglie credente che e causa del suo piacere ogni volta lui guarda verso di lei e che protegge se stessa e la proprietà del marito quando e assente.”10

Si noti con quanta facilità Allah (SwT) ha unito la lode a Lui con il piacere che un uomo ottiene da una moglie fedele!

Jamil bin Darraj cita l’Imam Ja°far as-Sadiq (as): “L’umanità non ha mai goduto {di nulla} in questo mondo e nell’Aldilà più del desiderio per le donne. Allah dice: “Abbiamo abbellito, agli {occhi degli} uomini, le cose che essi desiderano: le donne …”{3:14}. La gente del Paradiso non gode di nulla che di esso più desiderabile del sesso, né cibo né bevande”11.
2) Il Celibato e la Vita Monastica sono Illeciti
Il punto di vista islamico a proposito delle cose buone del mondo non e negativo, anzi, l’Islam insegna che dovremmo apprezzarle in quanto benedizioni di Allah (SwT); di conseguenza, esso si oppone completamente alla vita monastica e al celibato.

°Uthman bin Maz'un era un buon amico del Profeta (S). Un giorno sua moglie andò dal Profeta (S) e si lamentò: “Oh Messaggero di Allah! °Uthman digiuna durante il giorno e sta sveglio a pregare durante la notte”.

In altre parole, intendeva dire che suo marito si stava astenendo dai rapporti sessuali di giorno e di notte. Il Profeta (S) si arrabbiò tanto che non si fermò nemmeno a mettersi le pantofole. Usci con le pantofole in mano e si diresse a casa di °Uthman. °Uthman stava pregando, quando arrivò il Profeta (S).

Quando °Uthman terminò le sue preghiere e si voltò verso il Profeta (S), costui disse: “Oh °Uthman! Allah non mi ha inviato alla vita monastica, anzi. Lui mi ha mandato con una semplice e diretta {shari°ah}. Io digiuno, prego e mantengo anche rapporti intimi con mia moglie. Quindi a chiunque piaccia la mia tradizione, dovrebbe seguirla, e il matrimonio e una delle mie tradizioni.”12 E, giacché °Uthman era già sposato, la parola ‘matrimonio’ nell’h^adi-th non può che riferirsi ai rapporti sessuali.

In un altro episodio, tre donne andarono dal Profeta (S) a lamentarsi del fatto che i loro mariti si stavano astenendo dalla carne, dal profumo e dai rapporti intimi con le proprie mogli. Il Profeta (S) si diresse rapidamente alla moschea, sali sul pulpito e disse: “Cos’e successo ad alcuni dei miei compagni, che non mangiano carne, non usano profumo e non vanno dalle loro donne?! Al contrario, io mangio carne, uso profumo e vado dalle mie mogli. Perciò, non e dei miei chiunque non accetti la mia tradizione.”13

Ibn Abu °Umayr riporta che Sikkin an-Nakha'i si era votato alle preghiere e all’astinenza dalle donne e dal cibo delizioso. In seguito scrisse una lettera all’Imam Ja°far as-Sadiq (as) affinché lo illuminasse sulla natura delle sue azioni. L’Imam scrisse: “..per quanto riguarda ciò che hai detto a proposito di astenersi dalle donne, di sicuro sai quante donne ha avuto il Profeta! E per quanto riguarda il cibo, il Profeta (S) mangiava carne e miele.”14 L’Imam (as), in questo caso, stava chiaramente condannando l’atteggiamento bigotto del suo amico.

Imam °Ali (as) racconta che alcuni amici del Profeta (S) avevano fatto voto di astenersi dai rapporti sessuali con le proprie mogli, dal cibo di giorno e dal sonno di notte. Oum Salamah, la moglie del Profeta (S), gli riferi di queste persone. Il Profeta (S) andò dai suoi amici e disse: “Vi astenete dalle donne, mentre io vado con le donne?! Mangio di giorno e dormo di notte! Chiunque disapprovi la mia tradizione, non e dei miei.” Dopo questo discorso, Allah (SwT) rivelò il seguente versetto:

“Oh voi che credete, non vietate le cose buone che Allah vi ha reso lecite. Non eccedete. In verità Allah non ama coloro che eccedono. Mangiate le cose buone e lecite che Allah vi ha concesso e temete Allah, Colui nel Quale credete”. (Santo Corano, Sura al-Ma’ida, 5:87-88)

Leggendo il versetto attentamente si nota che, per prima cosa, considera il sesso, il cibo e il sonno come inclusi tra “le cose buone che Allah vi ha reso lecite”; in secondo luogo, del celibato e dell’astinenza si dice che “Allah non ama coloro che eccedono”. In seguito alla rivelazione del versetto, quegli amici andarono dal Profeta (S) e dissero: “O Messaggero di Dio! Abbiamo fatto voto di astenerci da quelle cose”. In altre parole, come possiamo mai rompere il nostro voto di astinenza? Allora Allah (SwT) rivelò il seguente versetto:

"Allah non vi punirà per i vostri voti vani…." (Santo Corano, Sura al-Ma’ida, 5:89)

Di nuovo, si noti che il celibato o l’astinenza dalle cose buone e legali sono considerate dall’Islam ‘voti vani!’15

Il celibato non e sconsigliato solo per gli uomini, anche le donne sono scoraggiate dal restare nubili. L’Imam Ja°far as-Sadiq (as) disse: “Il Profeta ha reso illecito alle donne di diventare ascetiche e di negarsi ad avere marito.”16

°Abd us-Samad bin Bashir riporta che una donna andò dall’Imam Ja°far as-Sadiq (as) e disse: “Che Dio ti benedica; sono una donna ascetica”. L’Imam le disse: “Cosa significa l’ascetismo per te?” La donna rispose: “Significa che non mi sposerò mai.” L’Imam: “Perché?” La donna: “Praticando l’ascetismo, spero di conquistare il favore {di Allah(SwT)}”. L’Imam: “Vattene! Se l’ascetismo fosse una maniera di conquistare il favore di Allah, Fatima ne avrebbe avuto più diritto di te perché nessuno può conquistare più favore {agli occhi di Allah} di lei.”17

Un episodio simile si narra anche a proposito dell’Imam Ridhà (as).

Il Profeta (S) disse: “I più bassi {di status} tra i vostri morti sono i non sposati”.18

L’Imam Ja°far as-Sadiq (as) disse che un uomo andò da suo padre, ed egli gli chiese: “Hai moglie?”. Lui rispose: “No”. Suo padre disse: “Non vorrei avere il mondo con tutte le sue ricchezze se dormissi di notte senza una moglie”.19
3) Il Matrimonio Aiuta la Spiritualità
Secondo l’Islam, contrariamente al cristianesimo, il matrimonio e il sesso non sono antitetici all’amore ed al culto di Allah (SwT). Invece che un ostacolo, il matrimonio e considerato un vantaggio sul cammino della perfezione spirituale.

Il Profeta (S) disse: “Chi si sposa ha già messo in salvo la metà della sua religione, pertanto deve temere Allah per l’altra metà”.20

Una persona che può soddisfare i propri istinti sessuali lecitamente, soffre meno distrazioni nel viaggio spirituale. L’amore per le donne e la fede sono interrelati. In un h^adi-th, °Umar bin Zayd riporta che l’Imam Ja°far as-Sadiq (as) disse: “Non penso che la fede di una persona possa crescere effettivamente se non e cresciuto il suo amore per le donne”.21 Lo stesso Imam disse: “Ogni volta che l’amore di una persona per le donne cresce, la sua fede cresce in qualità”.22

Disse anche: “Chiunque aumenti il suo amore per noi {l’Ahl ul-Bayt (as)}, deve aumentare anche il suo amore per le donne”.23

Il matrimonio rende più alto perfino il valore delle preghiere. Il Profeta (S) disse: “Due rak°a-t pregate da una persona sposata sono meglio che la veglia notturna e il digiuno di una persona non sposata”.24

Il Profeta (S) disse: “Chi voglia incontrare Allah in stato di purezza, dovrebbe incontrarLo con una moglie.”25

Una donna si recò a casa del Profeta (S) e ben presto il suo forte profumo riempi la casa. Quando il Profeta (S) le chiese ragione della sua visita, la donna disse che aveva provato di tutto per attrarre suo marito, ma in vano; non lasciava la sua meditazione per stare con lei.

Il Profeta (S) le disse di informare suo marito a proposito della ricompensa del rapporto sessuale, che descrisse con le seguenti parole: “Quando un uomo si avvicina a sua moglie, e protetto da due angeli e {in quel momento agli occhi di Allah} e come un guerriero che combatte per la causa di Allah. Quando ha un rapporto con lei, i suoi peccati cadono come le foglie dall’albero {nella stagione autunnale}. Quando esegue l’abluzione maggiore (Ghusl al-Janabah), si purifica da tutti i peccati”.26 * * *

Le citazioni del Sacro Corano e le affermazioni del Profeta (S) e degli Imam dell’Ahl ul-Bayt (as) dimostrano che il punto di vista islamico a proposito del sesso e del matrimonio e in completa armonia con la natura umana. Si può facilmente concludere che per la morale sessuale islamica:

(a) Il matrimonio e il sesso sono caldamente raccomandati e non sono associati in alcun modo al male, alla colpa o al peccato;

(b) La vita monastica e il celibato sono inaccettabili;

(c) Il matrimonio e considerato un fattore vantaggioso nel cammino alla perfezione spirituale: impedisce che i Musulmani commettano peccati e, inoltre, innalza il valore dei loro atti di culto.

Tali insegnamenti neutralizzano il bisogno di una rivoluzione sessuale in una società islamica. Visto che non esiste la repressione sessuale, la questione di una rivoluzione sessuale non si pone.
B) In Difesa del Punto di Vista Islamico
Molti scrittori non Musulmani, specialmente di ideologia liberale e femminista, hanno attaccato il punto di vista islamico sulla sessualità femminile. Le loro critiche sono basate maggiormente su una serie di idee malintese a proposito della morale sessuale islamica. I problemi fondamentali di questi scrittori sono due: o studiano l’Islam basandosi su qualche teoria o modello occidentale, o non hanno la possibilità di studiare le fonti originali islamiche. Fanno affidamento soprattutto sugli scritti sull’Islam degli orientalisti o dei viaggiatori europei dei secoli passati.

In alcuni casi, libri come “Le mille e una notte” e “Il giardino profumato” sono usati per spiegare il punto di vista islamico sulla sessualità delle donne!

Tali libri, al massimo, riflettono il punto di vista arabo a proposito della sessualità femminile, non quello islamico. Pertanto, tali scritti non meritano nemmeno di essere confutati.

In ogni caso, ai fini della nostra discussione, e stata selezionata l’opera di una scrittrice femminista araba, Fatima Mernissi.

La ragione per commentare la sua opera e che si tratta di una scrittrice araba che ha avuto facile accesso alla letteratura e agli Ah^a-di-th islamici, in particolare a Ihyau °Ulumi 'd-Din27 del famoso studioso sunnita Imam al-Ghaza-li-28.

Inoltre, il libro della Mernissi e stato tradotto in varie lingue europee ed asiatiche e sta diventando popolare in qualità di testimonianza diretta!
1) Il Punto di Vista di Fatima Mernissi
Il libro di Fatima Mernissi, “Beyond the Veil” (Oltre il Velo), sottotitolato “Male-Female Dynamics in Modern Muslim Society” (Dinamiche uomo-donna nella moderna società islamica), e uno studio delle relazioni uomo-donna nella società marocchina attuale. E’ importante tener presente che l’atteggiamento dei Musulmani in Marocco non rappresenta necessariamente l’Islam. In ogni modo, la Mernissi discute la morale sessuale islamica in un capitolo intitolato “The Muslim Concept of Active Female Sexuality” (Il concetto Islamico della Sessualità Femminile Attiva). La maggior parte della discussione si incentra sul paragone tra le opinioni di Freud e al-Ghaza-li- sulla sessualità femminile.

La Mernissi riassume le proprie conclusioni affermando che l’ironia e che le teorie islamiche ed europee arrivano alla stessa conclusione: le donne sono distruttive per l’ordine sociale, secondo al-Ghaza-li- perché sono attive, secondo Freud perché non lo sono.

La Mernissi continua descrivendo l’atteggiamento negativo dell’Occidente cristiano e quello positivo dell’Islam nei confronti della sessualità in generale scrivendo: “Ordinamenti sociali distinti hanno integrato le tensioni tra la religione e la sessualità in distinte maniere. Nell’esperienza cristiana occidentale la sessualità stessa viene attaccata, degradata in quanto animale e condannata come anti-civiltà. L’individuo e diviso in due sé antitetici: lo spirito e la carne, l’Ego e l’Es. Il trionfo della civiltà implica il trionfo dell’anima sulla carne, dell’Ego sull’Es, del controllo su ciò che non e controllato, dello spirito sul sesso. L’Islam ha imboccato un cammino sostanzialmente differente. Ciò che viene attaccato e svilito non e la sessualità, bensi la donna, in qualità di incarnazione della distruzione, di simbolo del disordine. La donna e fitna, la personificazione dell’incontrollabile, la rappresentante vivente dei pericoli della sessualità e del suo rampante potenziale disgregativo… La sessualità di per sé non e un pericolo. Al contrario, possiede tre funzioni positive e vitali…”.29

Dopo aver descritto il lato positivo della morale sessuale islamica, la Mernissi attacca il concetto della sessualità femminile nell’Islam da quanto lei evince dagli scritti di al-Ghaza-li-: “Secondo al-Ghaza-li-, il dono più prezioso dato da Allah agli esseri umani e la ragione. Il suo uso migliore e la ricerca della conoscenza (… )Ma, per poter dedicare le proprie energie alla conoscenza, l’uomo deve ridurre le tensioni interne ed esterne al proprio corpo, evitare di essere distratto da elementi estranei, ed evitare di abbandonarsi ai piaceri terreni. Le donne sono una distrazione pericolosa che deve essere usata con il fine specifico di fornire prole alla nazione Musulmana e smorzare le tensioni dell’istinto sessuale. Ma le donne non dovrebbero in nessun modo essere oggetto di investimento emotivo o il centro dell’attenzione, che dovrebbe essere dedicato unicamente ad Allah sotto forma di ricerca della conoscenza, meditazione e preghiera”30.

La conclusione che l’ardente femminista araba descrive come il punto di vista islamico può essere riassunta nel modo seguente:

(a) Le donne sono considerate sessualmente attive dal punto di vista islamico;

(c) Quindi, le donne sono un pericolo per l’ordinamento sociale.

(e) Non dovrebbe esistere alcun coinvolgimento emotivo nelle donne: vale a dire, un uomo non dovrebbe sentire alcun amore per sua moglie.

(g) Perché non dovrebbe esistere amore tra marito e moglie?

La Mernissi risponderebbe che l’amore dovrebbe essere esclusivamente rivolto ad Allah (SwT). Esamineremo in seguito ciascuna di tali premesse e conclusioni gradualmente, e vedremo se provengono o no da fonti islamiche affidabili.
(a) Le Donne sono considerate Sessualmente Attive dall’Islam
L’affermazione che, secondo l’Islam, le donne sono considerate sessualmente attive, può significare due cose diverse: o che sono sessualmente più attive degli uomini o che lo sono tanto quanto gli uomini.

Nel primo caso, significherebbe che le donne possiedono un impulso sessuale più forte; nel secondo, che le donne sono normali tanto quanto gli uomini nella loro sessualità.

Dal contesto dello scritto della Mernissi, credo di poter affermare che ella stia usando l’affermazione nel primo senso, vale a dire, che le donne sono più attive sessualmente degli uomini.

Nel corso del mio studio del Sacro Corano e degli autentici Ah^a-di-th sull’argomento, non mi sono imbattuto in alcuna affermazione che dica che le donne sono sessualmente più attive degli uomini. Posso dire con tutta sicurezza che, per quanto riguarda l’Islam, non c’e nessuna differenza tra la sessualità di un uomo e di una donna. Ci sono, tuttavia, alcuni Ah^a-di-th che possono essere utilizzati dalla Mernissi per provare che le donne sono sessualmente più attive degli uomini, sempre che si attenga ad una parte degli Ah^a-di-th e ignori l’altra! E’ ovvio che un simile uso parziale degli Ah^a-di-th costituisce una pratica accademica inaccettabile.

Per esempio, in uno degli Ah^a-di-th in questione, Asbagh bin Nubatah riporta che l’Imam °Ali (as) disse: “Allah l’Onnipotente ha creato il desiderio sessuale in dieci parti; poi ha dato nove parti alle donne e una agli uomini”.31

Se l’h^adi-th finisse qui, la Mernissi avrebbe ragione, ma continua nel modo seguente: “E se Allah l’Onnipotente non avesse dato alle donne parti uguali di timidezza, ogni uomo avrebbe nove donne relazionate con lui”.32 In altre parole, Allah (SwT) ha dato alle donne una parte maggiore di desiderio sessuale, ma Egli l’ha anche neutralizzata dando loro una parte uguale di timidezza.

Visti nel complesso, questo ed altri Ah^a-di-th simili non suffragano l’affermazione che, secondo l’Islam, le donne sono sessualmente più attive degli uomini. Per quanto riguarda la questione del perché Allah (SwT) ha dato più desiderio sessuale alle donne e l’ha poi neutralizzato con la timidezza, insha’Allah me ne occuperò nel capitolo sulla tecnica sessuale.

Ma come ha raggiunto la Mernissi le sue conclusioni, dunque? Allo scopo di contrapporre il punto di vista di Freud e di al-Ghaza-li- a proposito della sessualità attiva e passiva delle donne, Fatima Mernissi ha studiato il punto di vista di entrambi gli scrittori a proposito del processo di riproduzione umana. Per prima cosa cita Freud: “La cellula sessuale maschile e attivamente mobile e va in cerca di quella femminile, mentre quest’ultima, l’ovulo, rimane immobile e aspetta passivamente…”33. Secondo la Mernissi, ciò prova che, dal punto di vista di Freud, la donna e sessualmente passiva.

In seguito lo contrappone ad al-Ghaza-li- citando quanto segue: “Il figlio non e creato solo dallo sperma maschile, ma dall’unione di uno spermatozoo dal maschio con un ovulo dalla femmina… e in ogni caso l’ovulo della femmina e un fattore determinante nel processo di coagulazione”34. Secondo la Mernissi, ciò prova che dal punto di vista di al-Ghaza-li- la donna e sessualmente attiva.

Dubito che al-Ghaza-li- sarebbe d’accordo con la conclusione che la Mernissi fa derivare da quest’ultima frase. Inoltre, anche se al-Ghaza-li- avesse voluto dire una cosa simile, l’affermazione non può essere corroborata dalle fonti originali dell’Islam, il Sacro Corano e la Sunnah.

Esiste un h^adi-th che rifiuta chiaramente una simile connotazione del processo riproduttivo. In un’occasione fu chiesto al Profeta (S): “Oh Muh^ammad! Perché in alcuni casi il figlio assomiglia ai suoi zii paterni e non mostra somiglianza alcuna con gli zii materni, e in altri assomiglia ai suoi zii materni e non mostra somiglianza alcuna con gli zii paterni?” Il Profeta (S) disse: “Il figlio assomiglierà alla persona la cui goccia d’acqua {spermatozoo o ovulo} prevarrà su quella del partner”35.

In altre parole, se l’ovulo della moglie prevale sullo spermatozoo del marito, il figlio somiglierà alla madre o agli zii materni; se lo spermatozoo del marito prevale sull’ovulo della moglie, il figlio somiglierà al padre o agli zii paterni. L’h^adi-th chiarisce che la parte maschile e quella femminile giocano un ruolo equivalente nella riproduzione; qualche volta, lo spermatozoo maschile prevale sull’ovulo femminile e altre volte accade il contrario.

Successivamente, la Mernissi riporta la seguente affermazione di al-Ghaza-li- a proposito del processo di eiaculazione dei due sessi: “...L’eiaculazione della donna e un processo molto più lento, durante il quale il suo desiderio sessuale cresce; ritirarsi da lei prima che raggiunga il piacere e per lei dannoso”36.

Attraverso tale affermazione, la Mernissi pretende provare che l’Islam considera la donna sessualmente più attiva dell’uomo. Quando ho letto l’affermazione per la prima volta, ho pensato che ciò non può sempre essere vero: a volte eiacula per primo l’uomo e a volte la donna. Mi sembrava sorprendente che al-Ghaza-li- avesse detto una cosa simile, pertanto ho controllato la fonte araba e ho notato che, nel tradurre la citazione di cui sopra, la Mernissi ha convenientemente tralasciato la parola rubbama, che significa “qualche volta”37.

In realtà, l’affermazione corretta di Ghaza-li- e: “...L’eiaculazione della donna e, a volte, un processo molto più lento...” Con tale correzione, l’argomentazione della Mernissi non e più sostenibile.
(b) Le Donne sono un pericolo per l’Ordine Sociale
La conseguenza della citata premessa della Mernissi e la seguente: visto che l’Islam considera le donne sessualmente più attive, ne consegue che le considera un pericolo per l’ordinamento sociale.

Dopo aver citato al-Ghaza-li-: “La virtù della donna e il dovere dell’uomo. E l’uomo e tenuto ad aumentare o a diminuire i rapporti sessuali con la donna secondo le necessità di lei, in modo da assicurarne la virtù”, la Mernissi commenta: “La teoria di al-Ghaza-li- relaziona direttamente la sicurezza dell’ordinamento sociale con la virtù della donna, e quindi con la soddisfazione dei suoi bisogni sessuali. L’ordinamento sociale e salvo solo quando la donna si limita a suo marito e non crea fitna, o caos, allettando altri uomini a rapporti illeciti.”38

Prima di tutto, esaminando l’affermazione di al-Ghaza-li-, non vedo nulla che possa far pensare che secondo la sua o