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L Islam e la Civilizzazione Occidentale Author : Sayyid Mujtaba Musawi LariL Islam e la Civilizzazione Occidentale Author : Sayyid Mujtaba Musawi Lari

 

Sayyid Mujtaba Musawi Làri è figlio del defunto Ayatullah Sayyid Alì Asghar Lari, una delle massime personalità iraniane in campo religioso e sociale. Suo nonno era l’Ayatullah Hajj Sayyid Abdu-l-Husayn Lari, che combatté per la libertà al tempo della Rivoluzione Costituzionale. Nel corso delle sue lunghe lotte contro il dispotico governo dell’epoca, egli tentò di costituire un governo islamico, e la cosa gli riuscì per breve tempo nel Larestan.

Sayyid Mujtaba Musawi Lari è nato nel 1314/1935 nella città di Lar, dove, dopo aver completato l’educazione primaria, ha compiuto i suoi studi islamici preliminari. Nel 1332/1953 egli parte per Qum, per portare a termine il suo studio delle scienze islamiche sotto la guida di professori e maestri delle locali istituzioni religiose, ivi incluse le principali autorità nel campo della giurisprudenza (maraji’).

Nel 1341/1962, diviene collaboratore del Maktab-i-Islam, una rivista religiosa e scientifica, dove pubblica una serie di articoli sull’etica islamica. Questi articoli vennero più tardi raccolti in un libro dal titolo “Considerazioni su problemi etici e psicologici”. Di questo lavoro, tradotto in arabo, bengalese, urdu, swahili, francese e inglese (con il titolo di “Youth and Morals”, Gioventù e Morale), sono state pubblicate nella sua versione originale persiana ben dodici edizioni.

Nel 1342/1963, Sayyid Musawi Lari si reca in Germania per sottoporsi a cure mediche, scrive un libro dal titolo “La civiltà occidentale vista attraverso gli occhi di un musulmano”. L’opera include una discussione comparativa sulla civiltà occidentale e su quella islamica, e in essa l’autore fa in modo di provare, per mezzo di un confronto esaustivo, preciso e ragionato, la superiorità della civiltà islamica, integrale e multidimensionale, su quella occidentale.

Nel 1349/1970 il libro viene tradotto in inglese da un orientalista britannico, F.G. Goulding, suscitando grande interesse in Europa. Articoli che lo concernevano apparvero su diversi periodici occidentali, e la BBC trasmise un’intervista con il traduttore nella quale venivano discusse le motivazioni della sua iniziativa, e le ragioni del successo riscosso dal libro in Europa. A tutt’oggi, della versione inglese sono state pubblicate tre edizioni in Inghilterra, due edizioni in America, ed otto in Iran.

Tre anni dopo la pubblicazione della versione inglese, Rudolf Singler, un professore universitario tedesco, tradusse l’opera in tedesco, e questa sua versione esercitò grande influenza in Germania. Uno dei capi del Partito Social-Democratico fece sapere al traduttore in una sua lettera che il libro aveva prodotto su di lui una grande impressione, inducendolo a cambiare le sue opinioni sull’Islam, e che lo avrebbe raccomandato ai suoi amici. A tutt’oggi la traduzione tedesca è giunta alla sua seconda ristampa.

Le versioni inglese e tedesca di quest’opera sono state ristampate a cura del Ministro della Guida Islamica, e sono state ampiamente diffuse nei paesi stranieri tramite il Ministero degli Affari Esteri e le associazioni degli studenti musulmani all’estero.

Contemporaneamente alla prima edizione della versione tedesca, uno studioso musulmano indiano di nome Mawlana Rawshan Alì tradusse il libro in urdu perché venisse distribuito in India e in Pakistan. Questa versione in urdu è stata ristampata per ben cinque volte. L’opera è stata tradotta anche in giapponese, spagnolo, arabo e francese.

Sayyid Mujtaba Musawi Lari ha scritto un opuscolo sul Tawh^id (unità divina) che, tradotto in inglese con il titolo “Conoscenza di Dio”, è stato pubblicato diverse volte in America. L’opera è stata tradotta anche in spagnolo, russo, polacco e urdu.

Nel 1343/1964, Sayyid Musawi Lari ha fondato nella città di Lar un’organizzazione benefica avente lo scopo di propagare l’Islam, di insegnarne i principi alla gioventù rurale, e di aiutare i bisognosi. Questa fondazione è rimasta attiva sino al 1346/1967. I suoi principali risultati furono l’invio di religiosi nelle campagne per insegnare l’Islam ai bambini e ai giovani, rifornendoli di libri, abiti e cancelleria, la costruzione di moschee, scuole e cliniche nelle città e nei villaggi, e per dispensare altri servizi sociali.

Il nostro autore ha perseguito i suoi interessi sull’etica islamica scrivendo vari articoli sull’argomento. Nel 1353/1974 un’ampia raccolta di questi articoli, con il titolo “Il Ruolo dell’Etica nello Sviluppo Umano”, venne raccolta in un unico libro, che è stato ristampato cinque volte, e di cui è in corso la traduzione in inglese.

Nel 1357/1978, Sayyid Musawi Lari si reca in America su invito di un’organizzazione islamica di quel paese. Quindi passa in Inghilterra e in Francia, e dopo il suo ritorno in Iran comincia a scrivere una serie di articoli sulla dottrina islamica sulla rivista Soroush. Questi articoli vennero in seguito raccolti in un’opera in quattro volumi sulle credenze fondamentali dell’Islam (Tawh^id, giustizia divina, profezia, imamato, resurrezione) sotto il titolo “I Fondamenti della Dottrina Islamica”.

Questo lavoro è stato tradotto in arabo, e alcune sue parti sono già alla 2° ristampa. La traduzione in inglese del 3° libro di quest’opera costituisce il contenuto del presente volume; la parte rimanente è in via di traduzione, in vista della sua pubblicazione. Sono in corso anche traduzioni in urdu, hindi e francese; della traduzione francese sono già stati pubblicati due volumi.

Nel 1359/1980, il nostro autore fondò a Qum un’organizzazione denominata “Ufficio per la Diffusione all’Estero della Cultura Islamica”, che in seguito assunse il nome di “Fondazione per la propagazione nel Mondo della Cultura Islamica.” Questo istituto invia in tutto il mondo alle persone interessate copie gratuite delle traduzioni delle sue opere, ed ha anche incominciato a stampare il Sacro Corano per distribuirlo gratuitamente a singoli individui, studiosi e associazioni, oltre a distribuirne traduzioni in inglese, francese e spagnolo.

Il mondo civilizzato di oggi, con le sue false apparenze, ci presenta ogni giorno nuovi orizzonti. Ma in verità non fa che allontanare l’uomo dal vero senso della vita. Ci si basa sulla materia e sui valori quantitativi, che rimettono in causa la stabilità dei valori tradizionali.

L’uomo, per sua natura, ha la tendenza ad orientarsi alla spiritualità, oggi non conosce più il mondo eterno. Immerso nell’agiatezza, egli dimentica le sue alte aspirazioni e passa il suo tempo ad accumulare ricchezze materiali.

In queste condizioni, com’è possibile aspirare alla felicità? Il primo passo è quello della distruzione degli idoli, per giungere a ricercare una reale rinascita culturale, al fine di ritrovare Dio, solo Essere degno di culto. Detto questo, non bisogna negare gli sviluppi sul piano tecnologico e della comunicazione, bisogna riconoscere che questi vantaggi della civilizzazione moderna migliorano le condizioni di vita dell’essere umano. Ma cosa diviene la nostra anima? Può supportare un così lungo silenzio? Non è il tempo di occuparsi dei suoi bisogni essenziali? Si può mai dimenticarsi del messaggio divino? La storia ci dimostra che ogni allontanamento dell’uomo dal Diritto Cammino, tracciato dopo il Messaggio, lo conduce automaticamente verso barbarie e atti selvaggi indegni agli stessi animali! Quanti milioni di esseri umani si sono uccisi tra loro durante le due grandi guerre? Chi potrà garantire che non ce ne sarà una terza? La situazione attuale non è più ammissibile per l’uomo orientale che si trova perso e frustrato, di fronte a tutti questi cambiamenti giunti nel ventesimo secolo. Egli ha perso ogni iniziazione e ormai non è più padrone del suo destino. Egli segue dunque, bestialmente, il mondo occidentale, senza d’altronde conoscerne il fondo il contenuto. Ed è così che egli ha difficoltà a ritrovare la sua vita. Ciononostante non bisogna mai disperare, anche se oggi constatiamo che l’indipendenza intellettuale e culturale del Terzo Mondo si trova sbeffeggiata e la nuova generazione non vi si ritrova più.

Che fare? Chi seguire? Quale avvenire attende l’uomo del ventesimo secolo che gioca all’apprendista-stregone? A tutte queste incertezze i pensatori musulmani apportano risposte rassicuranti, radicate nella ricca cultura islamica.

Ben inteso, oggi noi siamo testimoni di alcune attività di questi pensatori, ma bisogna riconoscere che l’ideologia islamica non ha ancora penetrato l’universo della gioventù musulmana come dovrebbe .

Il giovane musulmano di oggi, è sradicato dal suo patrimonio culturale e si trova, senza difesa, di fronte a questa offensiva materialista del mondo occidentale.

Questo libro prova a portare una soluzione a questo problema; quella di comparare ragionevolmente la civiltà occidentale e quella musulmana, nei campi più svariati come la società, la politica, l’economia e la cultura.

Presentando un’analisi imparziale e scientifica, questo libro dimostra che l’Islam può oggi, più che mai, rispondere ai bisogni dell’uomo moderno, per una società ideale in cui la barbarie o l’inciviltà lascerebbero il posto ad un’intesa tra i popoli di tutte le nazioni, e in cui tutto sarà posto in opera al servizio dell’umanità.

Bisogna notare che nel passato islamico, non vi sono mai state contraddizioni tra scienza e credenza. I sapienti musulmani hanno apportato i loro contributi alla civilizzazione umana, senza mai incontrare ostacoli ‘ideologici’. Così, essi furono i precursori in molte branche scientifiche, come l’algebra, la chimica, ecc… La logica non era che la religione islamica che ha sempre incoraggiato la comunità dei credenti, ad uscire dall’ignoranza per assaporare il piacere dell’apprendimento.

Il messaggio dell’Islam non è cambiato. Continua ad indirizzarsi all’essere umano, nel profondo della sua coscienza. È questa coscienza che, nella ricerca della felicità, farà sempre la differenza tra il bene e il male, il Vero e il Falso.

Teheran

Gennaio 1993

Nahid Shahbazi
 

L’Evoluzione della Vita Umana

Più gli studiosi esplorano la vita dalle prime ore della sua comparsa sulla terra, più si allontanano dai nostri tempi, e più il loro studio si estende verso i periodi più remoti. Così le problematiche si pongono in una maniera sempre più misteriosa, sempre più complicata.

Sebbene non sia trascorso molto tempo dalla comparsa dell'uomo sulla terra e il tempo trascorso sia relativamente trascurabile in rapporto all’età del pianeta ed alla perennità della vita, ci mancano ancora chiari insegnamenti in merito all’evoluzione della vita umana nelle ere preistoriche.

Pertanto, gli archeologi hanno potuto fornirci buone notizie sulle particolarità della vita umana nei differenti periodi della sua esistenza grazie ai loro scavi e alle vestigia che hanno scoperto.

Grazie a queste esplorazioni, la preistoria viene divisa in diverse ere distinte1. Nell’età della pietra, per continuare a vivere ed a sedare la fame, l’uomo si costruiva armi primitive in legno e in pietra, di cui si serviva per la caccia.

Per difendersi contro gli animali feroci, si rifugiava all’interno delle grotte. I fenomeni atmosferici lo spaventavano. L’oscurità lo infastidiva. Egli non era che un cacciatore che utilizzava tutte le proprie forze per abbattere la sua preda e vincere il suo nemico, con il suo martello, la sua mazza e la sua lancia, fatti secondo le forme più elementari.

Durante questo periodo, scoprì il fuoco con l’aiuto del quale poté cuocere i suoi pasti e vincere l’oscurità.

Passarono così molti secoli, prima che l’uomo superasse le diverse fasi dell’età della pietra.

Con la sua entrata nel ‘neolitico’ si apportarono dei cambiamenti nel suo modo di vivere. Sebbene gli strumenti di cui si serviva per vivere e lavarsi fossero ancora costruiti in pietra, apprese il metodo per realizzarli con maggiore precisione, più levigati e regolari.

Imparò a costruire le capanne, sovrapponendo pezzi di pietra e legno. Fabbricò utensili per la casa, in pasta d’argilla, aiutandosi col fuoco e col calore del sole. Pervenne a conoscere, in qualche modo, alcuni segreti dell’agricoltura e l’arte di addomesticare gli animali.

Apprese a seminare il grano, a piantare gli alberi da frutta, ad abbattere la selvaggina con l’arco e la freccia, e, infine, a pescare con la lancia.

E lasciò così, progressivamente, l’età della pietra, per cominciare quella del metallo.

Il periodo seguente fu quello in cui sbocciò la civilizzazione. In esso, la vita dell’uomo prese una nuova forma; questa fu una tappa distinta dalle altre.

L’uomo non era più come prima, un animale affamato, continuamente in cerca del proprio nutrimento. I diversi avvenimenti di cui fu testimone lo spinsero ad interessarsi di ciò che gli accadeva intorno, piuttosto che a pensare solo a soddisfare i suoi istinti animali. I suoi bisogni aumentarono parallelamente alle sue nuove conquiste della natura. In breve, quest’essere bipede, che aveva vissuto per molto tempo nella barbarie, aprì finalmente una via verso la civilizzazione e, mentre era ancora prigioniero del proprio oscurantismo, i bagliori della scienza giunsero da lontano, a colpirgli gli occhi.

Ora, ciò che distingue l’uomo dalla bestia, è la sua ragione e la sua facoltà di comprendere. Una forza interiore spinge l’uomo verso la scoperta di nuove strade.

Grazie a questo dono naturale, la ragione, l’uomo osserva con attenzione gli oggetti che lo circondano, riflette su di essi, ne trae esperienze, e immagazzina le conoscenze così recepite nella sua memoria.

Nel quarto millennio avanti Cristo, l’uomo compì progressi in diversi campi: la scrittura, la manifattura, il commercio e l’arte iniziarono a svilupparsi. Le basi della civilizzazione furono poste.

In questo periodo l’uomo consacrò una parte delle proprie attività alla scultura ed all’architettura. Per fabbricare strumenti di lavoro ed utensili, utilizzò il rame, poi il ferro… Una grande religione venne fondata a Babilonia da Abramo – che la pace di Dio sia su di lui. Egli fu incaricato da Dio di assumere la guida dello smarrito popolo che viveva in questo paese, e di migliorare la condizione morale di Babilonia. Abramo iniziò la sua missione, e per farlo, attaccò vivamente ogni idea insensata ed assurda. I difensori di queste idee – tra cui Namrud, capo di un gruppo assai potente, che si vedeva minacciato dalla propaganda di Abramo – gli opposero resistenza. Namrud specialmente, impiegò tutte le proprie forze per farlo fallire.

Ma diffondendo le sue credenze monoteistiche e perseguendo senza tregua la sua lotta contro i tiranni, Abramo riuscì a distruggere la forza infernale di Namrud. Poi, dopo aver compiuto lunghi viaggi, arrivò nella terra di Hidjaz, dove gettò, con l’aiuto di suo figlio Ismaele, le basi della Casa del Monoteismo (la Ka´bah).

All’età del metallo succedette il primo periodo storico. A partire dall’anno 750 a.C., la storia ha potuto registrare le cronache. Due secoli trascorrono dal momento della costituzione della monarchia romana, mentre Zoroastro professa le proprie idee in Persia.

In Cina e in Giappone sono Lao-Tseu e Confucio che propagano i loro pensieri filosofici. Platone ed Aristotele si elevano nella Grecia. Ed infine, in uno stato in cui il materialismo ha completamente segnato la vita dell’uomo, Gesù Cristo – che la pace di Dio sia su di lui – riceve la missione divina di riformare la società umana, per preservarla così dalla malvagità del materialismo giudaico; egli si vota alla formazione ed alla purificazione morale della società.

In questo periodo, i progressi dell’uomo si rivelano attraverso i mezzi di comunicazione, la costruzione di edifici, l’industria e la medicina.

Dall’anno 476 d.C., inizia il Medio Evo. Quest’epoca abbraccia numerosi avvenimenti. La Chiesa non si accontenta più della propria autorità spirituale: essa agisce sull’opinione pubblica. I massacri, l’ignoranza, la discordia e la barbarie caratterizzano l’Europa in questo periodo. In questa stessa epoca, si afferma in oriente la civiltà islamica, di cui parleremo nei capitoli seguenti.

La rinascita inizia a partire dal 1453, con l’entrata ad Istanbul del Sultano Muhammad, il Conquistatore, e la caduta dell’Impero Romano orientale. In Francia, in Inghilterra, in Germania e in Austria, potenti re accedono al trono. L’invenzione della bussola permette di solcare l’Atlantico e di scoprire l’America.

Questo periodo viene caratterizzato dall’intercomunicazione dei popoli, l’estensione delle potenze e un movimento scientifico-intellettuale che animano gli spiriti. Dopo la Rivoluzione Francese del 1789, l’industria assume uno slancio senza precedenti: invenzioni e scoperte si susseguono una dopo l’altra. Tutto si rinnova. E finalmente, grazie a questa grande Rivoluzione, un nuovo capitolo viene aperto nella storia dell’Europa.

La Civilizzazione Occidentale

Il mondo in cui siamo cresciuti e in cui continuiamo a vivere ha, nel corso del suo processo evolutivo, condotto l’uomo ad una fase di progresso veramente straordinaria. L’uomo di oggi vive un periodo di grande rivoluzione intellettuale. Ogni giorno prova a soddisfare sempre meglio i propri bisogni. Con il progresso della produzione e della scienza l’uomo che, per colpa della sua impotenza, conduceva un tempo un’esistenza troppo faticosa, raggiunge ora una migliore condizione di vita. Grazie alla scienza, gran parte delle fatiche condotte un tempo dall’uomo, è oggi posata sul dorso della macchina.

È così che l’uomo, sentendosi alleggerito, assapora una vita più semplice, e, disponendo di strumenti scientifici, è più attivo, e gode d’una maggior disponibilità per studiare i segreti dell’universo. Senza dubbio le attività umane hanno assunto un’andatura vertiginosa. Il tempo, una volta poco importante, essendo la giornata considerata come unità, si misura ora in minuti e secondi. Grandi opere sono oggi realizzate in tempi assai brevi.

Attualmente, enormi piroscafi, capaci di solcare gli oceani, rimpiazzano gli antichi velieri, e le auto moderne, le ferrovie e gli aerei di linea, sostituiscono le bestie da soma per trasportare i viaggiatori e le merci. In poco tempo, si percorre un’assai lunga distanza. Lo spirito dell’uomo non si limita più allo studio della Terra, passa oltre, e cerca di conquistare altri pianeti. Infine, il cielo e il fondo dei mari, ormai, sono per lui un campo di gara. Vi era un tempo in cui l’uomo non aveva che ben poche conoscenze di questo mondo senza confini.

Oggi, con l’aiuto della scienza e grazie alle sue ricerche assidue nei laboratori, ha saputo scoprire i misteri dell’universo, brulicante d’esseri microscopici. Per studiare i fenomeni naturali, i laboratori vengono dotati di ogni sorta di strumento: i microscopi elettronici permettono di vedere i batteri. Così, le conquiste del mondo occidentale hanno una grande importanza. Nessuno può negare tante agevolazioni nella vita, tanti mezzi di produzione e l’aumento di ricchezze realizzate dalla civilizzazione contemporanea.

Il progresso è particolarmente spettacolare e degno di grande considerazione, sul piano medico-igienico. La medicina, durante il suo periodo oscuro, lasciava un buon numero di malati inguaribili. Appena i nostri bimbi venivano al mondo erano attaccati da ogni sorta di virus. Alcuni morivano, e altri, che la malattia paralizzava, sopravvivevano a una vita penosa e sterile. Come dimenticare questi tristi ricordi di ieri? La vita dell’uomo non ha cessato di cambiare da quando ha messo piede in questo mondo. Pertanto, l’evoluzione dovuta al progresso della scienza e della tecnologia è stata così rapida ai nostri tempi e così prodigiosa che s’è potuto considerare la nostra epoca come quella della vittoria della scienza.

Aggiungiamo anche che, malgrado questo progresso sconvolgente, malgrado gli sforzi che hanno adoperato i sapienti naturalisti per scoprire i segreti del mondo dell’esistenza, l’abbecedario di questo universo misterioso resta sempre difficile da leggere. Bisogna riconoscere, e non senza grande dispiacere, che la civilizzazione occidentale, così ammirevole nella sua esteriorità, soffre di insufficienze e di punti deboli, a fianco dei suoi lati positivi; sebbene ognuno di noi debba vantare i meriti della scienza e della civilizzazione moderna che hanno assicurato il benessere umano, non possiamo perdere di vista, né l’annichilimento dei valori da cui dipende la felicità dell’uomo né la decadenza morale uscita da questo modernismo.

Il progresso occidentale è al suo parossismo, è vero. Lo spirito d’iniziativa dell’uomo ha conquistato vari domini e non senza gran velocità. Ma la moralità fa l’oggetto del disprezzo, i buoni valori spirituali non vengono tenuti in considerazione, e non cessano di abbassarsi man mano che la scienza progredisce. Il fuoco della discordia si attizza sempre più tra gli uomini. L’occidente ha divorziato con i valori spirituali. La macchina l’ha incatenato. Non vi è alcun dubbio che gli schiavi della macchina non accederanno alla vera felicità. La maniera di vivere che la scienza impone all’uomo gli assicura l’agiatezza, ma non gli apporta felicità. La felicità deve essere cercata altrove. La scienza non si riconnette nell’utile e nell’inutile né nel bello e nel brutto, è semplicemente capace di distinguere il falso dal vero. Secondo Bertrand Russel, l’ordine della vita umana che aveva riposato sulla scienza, deve essere rovesciato.

La civilizzazione ha offerto numerosi vantaggi all’umanità, ma una noncuranza sfrenata li ha seguiti, e non ha tardato a causare milioni di crimini dolorosi. Il fuoco dei capricci ha spietatamente bruciato tutte le anime, e ha loro levato la pace e la sicurezza. Lontano dall’essere una luce per illuminare la vita spirituale dell’uomo, la scienza non ha fatto che offuscarla. Le macchine moderne, l’aereo, i grandi complessi industriali, gli strumenti della chirurgia, i mezzi agiati della vita, ecc., sono ben intesi come vantaggi apprezzabili della civilizzazione moderna, ma le bombe distruttrici, i gas asfissianti, i raggi mortali, i missili e i jets, ai quali si aggiungono ogni sorta di crimine e di corruzione mortale, ne sono anche gli svantaggi.

Nel mondo civilizzato, la ragione serve gli interessi, non persegue che le idee che hanno qualche rapporto con la materialità. Le virtù sono dunque totalmente scomparse, i sublimi valori morali sono repressi, anzi morti, e questa ferita si avvera incurabile. Sebbene il nostro luogo abituale di vita sia lontano dal campo dove si realizzano le attività d’ordine scientifico, la civilizzazione moderna vi si è ugualmente introdotta, esercitando una grande influenza sui nostri costumi sociali e sulla nostra educazione. Oggi le frontiere non sono più chiuse alle idee che vengono dall’esterno. I costumi, le usanze, le abitudini penetrano, da un paese all’altro, come la scienza e le grandi opinioni, e, sfortunatamente, la depravazione e l’abbassamento della moralità si comunicano così rapidamente.

Di conseguenza, senza che il nostro progresso industriale e scientifico sia simile a quello realizzato dai popoli occidentali, noi prendiamo esempio dei loro costumi, della loro incoscienza e delle loro inclinazioni carnali. Per una società, lo scacco più manifesto, è perdere la facoltà di distinguere il bene dal male. Ahimè, gli alienati non vedono nella civilizzazione moderna, che le sue apparenze ingannevoli; essi non vedono il male, né la crisi morale di cui molto soffrono i nostri contemporanei, e come il mondo civilizzato che scopre solo gli aspetti esteriori del suo progresso, queste persone perdono la logica, dal momento in cui entrano a contatto con ambienti occidentali e non si vergognano dell’immortalità che vi regna. Peggio ancora, davanti all’apparente magnificenza della civilizzazione occidentale, rimangono così abbagliati che la minima differenza tra i loro abituali costumi e le usanze occidentali, ai loro occhi è come una disfatta umiliante. Al posto di cercare di sapere come gli occidentali hanno assicurato i loro progressi, rientrano nel proprio paese, contratti da mille corruzioni morali.

Quest’alienazione di se stessi, vizio manifesto che mette in evidenza la mancanza di personalità e d’indipendenza di pensiero, provando quel poco di conoscenza che si ha della ricchezza e della bellezza della propria cultura religiosa e nazionale, non tarda a deviarli dalle loro credenze religiose. Non giungendo ad elaborare un’analisi giusta e imparziale delle cose, essi pervengono fino a negare la verità. I popoli europei sono riusciti a fondare questa civilizzazione così abbagliante senza rinunciare alle loro usanze ed ai propri costumi.

Alla stessa maniera, il Giappone, conservando ugualmente bene le proprie usanze e le sue peculiarità nazionali, ha potuto aprirsi alla via del progresso, che ha percorso a grandi passi, superando così un numero di paesi tra i più avanzati. In solamente sessant’anni di sforzi che ha intrapreso, questo paese è pervenuto a sottrarsi dalla sfera dell’arretratezza. Non ha mai aderito all’occidentalismo, mai si è permesso di imitare l’occidente ad occhi chiusi. Ben al contrario, ha sempre avuto la cura di conservare tali e quali le sue tradizioni millenarie; e ancora oggi resta fedele, come in altri tempi, alla sua vecchia religione, il buddismo: una religione, d’altronde, la cui mancanza di gravità non viene ignorata da nessuno spirito saggio.

Ora, questi falsi intellettuali (i nostri), sprovvisti di una piattaforma ideologica ben precisa, incapaci di analizzare le questioni sociali più evidenti, e di comprendere le prescrizioni divine più semplici, s’inchinano, non senza umiltà, davanti ad ogni critica malvagia fatta contro le verità religiose, e lo fanno con l’intenzione di apparire degli intellettuali. Piombati nel loro sonno dell’incuria, queste persone non potranno riflettere liberamente sui fatti; la verità sfugge loro in mancanza di compiere uno sforzo mentale sufficiente. Occorre sottolineare che lo sviluppo del pensiero umano nei diversi domini della sua vita materiale, e il considerevole progresso compiuto in questi, sono dovuti agli sforzi instancabili degli esperti sapienti che, attraverso i loro studi scientifici nei laboratori, cercano di appropriarsi delle forze della natura.

Come possiamo dunque dire che l’uomo non ha seguito che i suoi capricci, poiché egli ha acceduto a delle scienze ed industrie così prodigiosamente sbocciate? Ma gli sviluppi morali e le scienze materiali non si compiono sempre nella medesima direzione, il progresso delle une, può comportare il regresso delle altre.

Qualche tempo fa, in un colloquio sulle questioni scientifiche, un professore venuto a Teheran da una celebre università europea disse: “L’Occidente ha bisogno della spiritualità dell’Oriente che è ben più ricco rispetto al primo. Se gli orientali traggono profitto dalla scienza e dall’industria occidentale, è nella spiritualità orientale che gli occidentali devono ritrovare i buoni valori morali. Le società umane hanno bisogno di seguire dei principi, altri rispetto a quelli nati dal progresso industriale e tecnologico. Se l’ordine socio-politico attuale scarta l’uomo dalla filosofia principale dalla propria esistenza, e se la vita, spossessata della causa comune a tutti gli uomini, viene condotta secondo il solo compito di assicurasi i mezzi di sussistenza, violenza senza pietà dominerà la vita di tutte le masse umane.

Sfortunatamente, l’umanità passa oggi il suo periodo d’infanzia e manca di maturità per preparare il cammino della sua salvezza. L’uomo non è all’altezza di approfittare dei tesori nascosti in seno alla natura, persino dei propri capitali essenziali. La società umana segue oggi l’esempio di questi infanti che si lasciano andare alle passioni fertili. La logica e la ragione hanno ceduto il posto ai sentimenti. L’anima umana si è fatta prigioniera della superstizione e, sotto forma del culto delle scienze materiali, del fanatismo cieco, praticato dai popoli civilizzati. Dopo tante esperienze dolorose acquisite nella sua nuova vita di dissolutezza, l’umanità si accorge ora che la sola risoluzione da prendere sia di rimettersi sulla buona strada, sulla la via della salvezza, sia di perdersi totalmente.

Il celebre sociologo contemporaneo, Pitiri A. Sorokin afferma: “La civilizzazione occidentale è in preda ad una crisi inusitata; è gravemente malata tanto nel suo corpo che nel suo spirito; possiamo appena trovarvi un organo o un nervo che funziona bene. Pertanto siamo, oggi dopo dieci secoli, teoricamente e praticamente testimoni dell’agonia della splendida civilizzazione materiale. I bagliori tremolanti del sole declinante di questa civilizzazione sono sempre più deboli; quindi, malgrado tutti gli incubi , i fantasmi e gli allarmi inquietanti in questa notte spaventosa di agonia del regno del materialismo, noi presentiamo l’alba di una nuova civilizzazione probabilmente spirituale, l’inizio di un’era feconda, che si prepara a dare il benvenuto agli uomini della generazione futura2”.

La ragione impedisce di adottare ad occhi chiusi i costumi, le usanze, e le differenti forme di vita degli altri. Atteggiandosi a semplici pappagalli, non si è nient’altro che un essere incatenato e insufficiente. L’iniziativa personale è la fonte dell’indipendenza; ma l’imitazione non fa che distruggere questa indipendenza. Il fatto di togliere un’idea ad altri, e modificarla per rimetterla quindi al mondo della scienza, senza mai agire in imitazione, è ugualmente apprezzabile. La mancanza di un ordine preciso nei nostri pensieri, l’assenza di regole nelle nostre attitudini, lo stato arretrato in cui ci troviamo, tutto ciò è dovuto al fatto che imitiamo gli altri senza riflettere. Ed è un pericolo che si aggrava, al punto che noi ci allontaniamo dalla nostra tradizione per avvicinarci maggiormente ai costumi occidentali. Un grande pensatore musulmano afferma: “Noi non dobbiamo discostarci da questa civilizzazione moderna e dal progresso, poiché ne facciamo parte. Per meglio dire, noi altri, musulmani, abbiamo contribuito largamente nell’ordine morale, intellettuale, artistico, all’edificazione di questa civiltà. Siamo noi che abbiamo offerto alla società umana, il nostro patrimonio, le basi di questo edificio sono state gettate dai nostri sapienti.

Ma ahimè noi consideriamo poco i nostri vecchi valori e il nostro diritto di superiorità spirituale. Non vedremo il ruolo essenziale del nostro raggiante passato se non quando avremo sbarazzato il nostro spirito da questa schiavitù radicata, e saremo rientrati in possesso di un’opinione pura, degna degli uomini liberi. Il male di cui noi soffriamo così amaramente viene dalla nostra abitudine umiliante di sollecitare: le braccia incrociate, ci teniamo schiavi davanti all’occidente. Non sarebbe meglio se ci rivolgessimo ad esso e alle false idee che ci ha inculcato, obbligandolo a seguirci? Distinguiamo dunque il vero senso della civilizzazione. Una buona interpretazione data dal fatto che dobbiamo rifiutarci di lasciar smarrire le nostre azioni privilegiate e il nostro apporto alla scienza, nostra gloria del passato; al contrario dobbiamo impegnarci a salvaguardare le nostre tradizioni e la nostra ancestrale visione del mondo, adattato alle esperienze della vita moderna.

Inoltre prendiamo in prestito dalle altre società e senza riflettere, le apparenze ingannatrici della civilizzazione che sono evidentemente conformi solamente alla loro maniera di vita. La civilizzazione si accorda perfettamente bene con l’ideale umano, nella sua prima interpretazione; ma nella seconda, che è quella malvagia, essa non è buona che per le scimmie imitatrici3”.

Sebbene il materialismo brutale imperversi tra i popoli civilizzati, e l’europeo cerchi solo di condurre una esistenza di carne, non è meno vero che alcuni rimangono fedeli alle loro credenze religiose in queste società. Questa gente, ha un attaccamento tutto particolare al cristianesimo, questa religione falsificata, intricata d’ogni sorta di superstizione, che non è più in grado di soddisfare i loro bisogni morali e spirituali. È pertanto curioso che una religione possa governare il mondo civilizzato. Le domeniche sono dei giorni di festa. Si sentono le chiese suonare le campane. Gente d’ogni classe sociale si riunisce in esse per ascoltare, compostamente, le parole del prete. La televisione emette programmi d’argomento religioso.

I credenti sono in genere preoccupati di portare in chiesa i loro neonati per farli battezzare dal prete che recita loro all’orecchio delle preghiere liturgiche: i dignitari ecclesiastici vengono rispettati da tutto il popolo; viene dato loro l’epiteto di “padri spirituali” della società. Per assicurare le grosse spese delle organizzazioni religiose, il governo preferisce percepire delle imposte. Bene o male i cittadini devono pagare queste imposte, che vanno messe a disposizione della Chiesa; ed è così che l’apparecchio ecclesiastico del Cristo viene finanziato in buona e dovuta forma. I giornali e la stampa in generale sono sotto il controllo di un comitato chiamato “Comitato della Stampa”, e il cui ruolo principale è assunto dalla Chiesa. Senza citare il fatto che il clero sorveglia anche l’elaborazione dei programmi d’insegnamento destinati all’uso delle scuole primarie e dei licei. Fino al loro nono anno di studi, gli allievi delle scuole devono recarsi in chiesa tutte le domeniche, per assistere ad un corso di insegnamento religioso preparato esclusivamente per loro.

Una cosa curiosa da notare, è che i bambini, innocenti come sono, devono presentarsi in un confessionale, davanti al prete confessore, a cui devono fare la confessione dei loro peccati, senza averne un’idea precisa. Le opere cinematografiche vengono controllate anzitutto da un comitato composto da membri del clero, da medici, sociologi, economisti e psicologi, che li esaminano in tutti i loro lati religiosi, psicologici, socio-economici eccetera; così esse non avranno il diritto di passare allo schermo, se respinte. Ho dovuto farmi curare una volta in un ospedale diretto sotto l’egida del clero cattolico4.

Ho ricevuto delle cure mediche particolari essendo un religioso musulmano. In ogni camera in cui venivano messi a letto i malati, vi era una statua di Gesù e quadri raffiguranti la Vergine Maria, che il saluto di Dio sia su di loro. Tutte le sere, all’ora di chiusura dei lavori all’ospedale, si pregava per la salute dei malati! A volte, vedevo anche che si accendevano nelle sale dell’ospedale dei ceri, davanti alla statua di Gesù. Attenzione prego! Accendere un cero di fianco una statua, in pieno giorno, e in uno stabile in cui si fanno lavori d’ordine scientifico.

Vogliate comparare questo ambiente con il nostro. I nostri giovani intellettuali disdegnano colui che fa la stessa cosa, la notte, nel mausoleo di un discendente dei nostri Imam, e l’accusano di reazione e d’oscurantismo. Non dimentico il giorno in cui una trasfusione sanguigna mi è stata prescritta sempre nello stesso ospedale: mi hanno domandato prima se l’Islam mi permettesse di ricevere il sangue di un non musulmano, per agire secondo le mie credenze. In una società civilizzata, la libertà ha dei limiti; tutti conoscono le sue possibilità, senza abusarne.
 

Le Fortune del Cristianesimo

A causa dei processi di alterazione di cui sono state oggetto, le religioni esistenti, divine o meno, non godono di grande fortuna nella presente epoca. Infatti, esse tendono, giorno dopo giorno, verso il declino, mentre la sola che abbia un rilievo paragonabile all’Islam è attualmente il cristianesimo, il quale è in grande attività. Il cristianesimo non deve la sua fortuna ad una particolare situazione; numerosi fattori si sono aggiunti a favorirne lo sviluppo.

Poiché l’uomo si lascia facilmente suggestionare in ragione della sua natura – la propaganda costituisce un elemento essenziale, capace di favorire il raggio di estensione del campo d’influenza di una religione e di condurre la pubblica opinione verso uno scopo prestabilito. Ciò è avvenuto perché, dopo il Rinascimento, le autorità della Chiesa hanno approfittato di tutta la loro potenza organizzativa al fine di edificare una grande istituzione per la diffusione della fede cristiana.

Così, benché i popoli civilizzati, troppo presi dalla prassi consumistico-materialistica, siano sempre stati tendenzialmente refrattari ai valori dello spirito, il flusso della propaganda cristiana è in piena. Ciò non si verifica sicuramente per noi musulmani, dato che non disponiamo di alcun mezzo per far conoscere i nobili aspetti della nostra religione nel mondo occidentale. La propaganda ha contribuito all’espansione dell’influenza del cristianesimo, e ha favorito la penetrazione, nel cuore dell’Occidente, di un complesso di credenze illogiche e di supposizioni irrazionali.

Ormai da molti secoli, i musulmani non fanno più uno sforzo degno di questo nome per diffondere la parola dell’Islam. Essi sono avanzati speditamente nei primi secoli, ma il loro movimento è stato bloccato da taluni loro capi che mancavano di intuizione politica: così essi hanno finito per dividere un fronte che sarebbe dovuto essere unico. In tal modo, vittime dei loro fallimenti politici, i paesi islamici hanno perso, a poco a poco, la loro potenza mondiale, per cadere alla fine, in una situazione di divisione, sotto le grinfie del colonialismo occidentale.

I Crimini della Chiesa

Il cristianesimo, non essendo dotato di saldi principi, leggi e di un sistema proprio alla gestione della società, e completamente povero da questo punto di vista, non è potuto intervenire nelle questioni socio-politiche e negli affari di Stato, fino al sesto secolo. Pertanto, a partire dal 752 – anno in cui il re di Francia, fece dono di una parte dei propri domini al papato – un’era maestosa si aprì dinanzi all’impero cristiano.

L’apparato religioso divenne allora, una potente autorità economica e finanziaria. Di conseguenza, degli scontri d’interesse si produssero ben presto tra autorità ecclesiastiche e secolari, che avevano condotto, da una parte e dall’altra, all’allargamento del campo della loro influenza. La concorrenza s’intensificò fra Papi e imperatori cercando, gli uni e gli altri, di governare l’Europa intera.

Pertanto i popoli, considerando la Chiesa come simbolo della spiritualità cristiana, non tardarono a sostenerla con veemenza. La Chiesa vide la sua potenza amplificarsi di giorno in giorno, fino alla stabilizzazione della sua sovranità senza rivali sull’Europa. Prima dell’inizio di gravi disaccordi religiosi, ogni città cristiana veniva amministrata da un vescovo. Dall’unione di diverse città si costituiva una provincia retta da un vicario o arcivescovo. Il Papa esercitava le funzioni di capo supremo della fede cristiana, intervenendo in tutti gli affari religiosi, tra cui la nomina e la destinazione dei vescovi e dei vicari.

Di fronte a questa situazione, i ‘vicari cristiani " di Costantinopoli concorsero presto all’idea di sottrarsi all’obbedienza del Papa e di crearsi un patriarcato indipendente. Dopo parecchie querele con il Papa, i vicari di Costantinopoli si separarono finalmente nel 1052, e il cristianesimo fu così diviso in due branche: quello dell’Europa orientale obbediente al Patriarca di Costantinopoli che si dice “Ortodosso”, e quello dell’Europa occidentale esteso dalla Polonia alla Spagna, sottomesso al Papa e chiamato “Cattolico”. Esaltando ognuno la propria linea, queste due religioni non cessarono di scomunicarsi reciprocamente.

Verso gli inizi del XVI secolo, prese corpo in Europa un’altra religione chiamata “Protestantesimo”, che era in opposizione al Papa, Lutero e i suoi seguaci volevano epurare la Chiesa e sradicarne i dogmi viziosi, per cui la venuta del Paradiso e la remissione dei peccati erano cosa insensata.

La posizione assunta da Lutero contro il Papato e i riti della Chiesa gli procurò molti seguaci in Europa. Questa evoluzione divise la religione unica di Gesù – che il saluto di Dio sia su di lui – in tre branche incompatibili. Nel corso dei secoli XII e XIII, nonostante il potere supremo del Papa sull’Europa cattolica, le eresie aumentarono fra i cristiani. Temendo uno sviluppo delle idee rigettate dal Papa, il clero ecclesiastico, fece pubblicare nel 1215, un editto, in virtù del quale venne costituta, in tutte le città di Francia, d’Italia, Spagna, Germania, Polonia, ecc. una giurisdizione ecclesiastica d’eccezione, nominata “Inquisizione”.

Ogni uomo eretico doveva comparire davanti a questo tribunale, per esservi giudicato e castigato.

Questa maledetta organizzazione dotata di una diabolica potenza, devastò ogni libero pensiero. La tirannia esercitata sulle opinioni era così spaventosa che quando qualcuno veniva accusato di avere idee ostili a quelle della Chiesa, doveva subire torture infernali. Cosa curiosa, anche i morti non venivano risparmiati da questa crudeltà! A volte venivano accusati di eresia e di apostasia e sottoposti a giudizio in seguito, nella loro tomba! Ecco come, nel suo “Storia della Civiltà”, Will Durant spiega le formalità di un processo intentato nei tribunali dell’Inquisizione: “L’Inquisizione aveva delle formalità, leggi e procedure proprie”.

Prima dell’istituzione di una giurisdizione inquisitoriale attraverso i paesi, “l’ordine della fede” si faceva sentire dall’alto del pulpito delle Chiese. Si reclamava ai credenti di denunciare al tribunale ogni atto, apostata o eretico che conoscessero. La delegazione, era un’azione incoraggiata, a volte pagata. I delatori erano al riparo, e assicurati di restare sconosciuti. Chiunque conoscesse un apostata ed evitasse di denunciarlo o lo nascondesse presso di lui, veniva scomunicato e maledetto. A volte, anche i morti potevano venire accusati di eresia! È allora che veniva loro confiscato il patrimonio, per darne una parte, dal trenta al cinquanta per cento, al delatore, mentre gli eredi legittimi si trovavano privati di questo patrimonio! La tortura veniva inflitta in differenti forme. A volte si appendeva l’accusato, con le mani legate dietro la schiena. A volte lo si attaccava in maniera che non potesse più muoversi, instillandogli dell’acqua in gola fino a soffocarlo. A volte, le corde con cui venivano legate le braccia e le gambe venivano così fortemente strette che lo penetravano fino alle ossa5”.

Così, la Chiesa divenne talmente potente in Europa che più di una decina di re e di grandi uomini di stato francesi e tedeschi, furono scomunicati dal Papa. Alcuni altri furono obbligati a pentirsi dei loro errori. Per esempio, l’imperatore tedesco, Enrico IV, non avendo obbedito all’ordine del Papa Gregorio VII, fu scomunicato nel 1075, e, sebbene che si sforzasse di recarsi, come penitente, davanti al Papa, questi lo fece attendere tre giorni per riceverlo e per espiarlo6”.

Nel 1140, Luigi VII venne cacciato come eretico dal Papa Innocenzo II. Nel 1205, la stessa sorte fu inflitta a Giovanni, re di Inghilterra, che aveva attaccato i cardinali e il Papa Innocenzo III. Egli fu obbligato a decretare: “Noi abbiamo saputo attraverso la Rivelazione, che dobbiamo consacrare l’Inghilterra e l’Irlanda, al Padre, ai suoi apostoli ed al nostro benefattore Papa Innocenzo e ai suoi successori cattolici. Oramai, consideriamo i paesi sopra citati, come affidati al Papa che ci ha designato come reggenti. Abbiamo deciso di fare regalo, alla Chiesa Romana, ogni anno in due termini indicati dell’equivalente di 1000 libbre d’argento. Chi dei nostri successori si opporrà alle disposizioni adottate in questo decreto, sarà privato del diritto di regolarità7”.

Marcel Kash scrive: “Cinque milioni di uomini furono in questo periodo, inviati alla forca o rinchiusi in prigioni nere e umide fino alla fine della loro vita per deroga all’ordine del Papa. Dal 1481 al 1499, in un lasso di 18 anni, su ordine del tribunale d’Inquisizione, 1020 uomini furono bruciati vivi, 6860 uomini furono spaccati alla lunga, e 97023 persone furono torturate crudelmente8”. Solo il numero di saggi e pensatori bruciati vivi nel medioevo dai tribunali dell’Inquisizione, arriva a 3509.

Il celebre scrittore e poeta francese, Victor Hugo, critica severamente questi tribunali: “La Chiesa fece scoppiare la pelle a Pernilli, perché aveva detto che le stelle non cadono dal loro posto! Condannò 27 volte alla prigione ed alla tortura Kampland per aver detto che esistono innumerevoli altri mondi, ed aver fatto illusione, in termini enigmatici, ai misteri della creazione! La Chiesa è quella stessa che suppliziò Harway perché egli aveva dimostrato che nelle vene dell’uomo scorre una materia fluida: il sangue! Gettò in prigione Galileo per aver parlato, a differenza della Bibbia, del movimento terrestre.

“Mise sottochiave Cristoforo Colombo, per aver scoperto una terra la cui esistenza non era provata nella Bibbia da San Paolo; passando questa scoperta come ostile alla fede cattolica. La Chiesa non esitò anche a scomunicare Pascal in nome della fede, Montaigne in nome della morale e Müller in nome della fede e della morale nello stesso tempo10”. Il fanatismo, l’odio nutrito dal Papa e dai ministri di culto, arrivò fino a scatenare, contro i musulmani, atroci guerre, nominate Crociate: mostruose carneficine riprese otto volte, tra il 1095 e il 1270.

Prima dell’inizio delle guerre, un congresso di cardinali e di ministri venne costituito dal Papa Urbano II, in cui ordinò a tutti i preti di incoraggiare le masse ad entrare in guerra contro i musulmani. Su questo, la prima armata, in cui si contavano più di un milione d’uomini, si mise in marcia per la conquista di Bayt-ul-Muqaddas (Gerusalemme). Precipitandosi come un fiume in piena verso l’Asia, questa massa umana saccheggiò i beni della gente ovunque arrivava. Incendiava tutto, gettava a mare uomini, e tagliava la testa a tutti, militari o civili, uomini, donne, bambini, ecc… Dopo tre anni di guerra, Bayt-ul-Muqaddas fu conquistata, esattamente nel mese di luglio, nel 1099, mentre non restava più nulla di questo grande esercito, che una ventina di migliaia d’uomini. Il Cristianesimo pagò cara questa guerra, in cui ebbe più di un milione di morti lasciati sul luogo dei combattimenti, o uccisi dal colera, dalla peste, ecc… Poiché i nostri lettori si facciano un’idea della ferocia che mostrò questo esercito religioso, citiamo ciò che ha detto a questo proposito il celebre storico francese, Gustave Le Bon: “La crudeltà dei crociati nelle loro spedizioni, li ha classificati tra i popoli più selvaggi. Ai loro occhi, militari o civili, donne, bambini e vecchi erano lo stesso…11”.

Il monaco Robert descrive così gli avvenimenti ai quali assistette in persona: “Le nostre truppe non cessavano di spostarsi da un luogo all’altro, si tenevano in agguato sulle piazze, sui tetti e per le strade. Con atroce crudeltà si divertivano a massacrare giovani, vecchi e bambini. Per accelerare i loro compiti appendevano alla medesima corda più persone! Erano dei predatori che non si trattenevano dallo squartare il ventre della gente che, dalla paura, aveva inghiottito i loro preziosi! Un capo dell’esercito, Boimone, fece massacrare uomini, donne, invalidi e infermi che si erano riuniti attorno al suo palazzo per lamentarsi. I giovani, li inviò ad Antakich perché li si vendesse12”.

In un elenco reso al Papa, il comandante in capo di quest’armata sanguinaria, che si diceva santo, Godefroy de Bouillon, ha scritto ciò che segue: “Per darvi un’idea del modo in cui noi trattammo i nostri nemici (i musulmani) a Bayt-ul-Muqaddas, bisogna dire che le nostre truppe galoppando nel tempio di Salomone, avevano il sangue che colava fino alle ginocchia delle loro cavalcature13”.

Ritorniamo ai crimini dei cristiani contro i grandi pensatori del Medio Evo.

Spossati dalla pressione e dalle torture che esercitavano su di loro i tribunali dell’inquisizione, i dotti europei avviarono una lotta ininterrotta per liberarsi da questa oppressione. Nonostante la censura esercitata dalle autorità della Chiesa sull’opinione pubblica, questa lotta divenne sempre più intensa; le scienze naturali non cessarono di svilupparsi e i padri costretti ad arretrare, lasciarono la via libera ai difensori della scienza.

Tutte queste brutalità, questi crimini, infami per le dignità ecclesiastiche, condussero molti pensatori ad aborrire la religione, a considerarla un dogma nemico della scienza, e fonte di superstizioni. La ferocia dei tribunali d’inquisizione portò discredito alle religioni celesti. D’altra parte, l’intransigenza della Chiesa verso i “diseredati”, provocò, in Russia, una viva reazione che favorì largamente il movimento comunista al suo insediamento. I dirigenti di questo movimento, avviarono una lotta serrata contro la religione, che ai loro occhi, non poteva che servire da pretesto ai capitalisti per sfruttare la classe operaia.

A questo proposito Fredov scrive quanto segue: “Nella Russia zarista, la Chiesa possedeva beni incalcolabili. I suoi domini privati s’estendevano su milioni d’ettari, i suoi depositi presso le banche arrivavano a centinaia di milioni di rubli d’oro. Traeva profitto da vasti pascoli. Il commercio, l’industria e la pesca le procuravano guadagni considerevoli. In quanto capitalista, proprietaria terriera, e banchiere per eccellenza nella Russia zarista, la Chiesa non cessava di sfruttare spietatamente i contadini, e, siccome ostacolava i progetti e i tentativi che potevano migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita, un odio ragionevole scaturì verso i servitori della Chiesa, o come li definivano loro stessi i “difensori della schiavitù vestiti da preti14”.

Ora, questo stesso cristianesimo, fiero di così brillanti antecedenti, simbolo di reazione, dispone oggi d’ogni mezzo per consolidarsi.

Non perdiamo di vista il fatto che la Chiesa cattolica, lei sola, detiene attualmente quattromila missioni religiose incaricate di propagare la fede cristiana ovunque nel mondo. I missionari, che dispongono di un gran budget, si spostano da un luogo all’altro senza dimenticare i luoghi più sconosciuti del Congo, i villaggi Tibetani, e le contrade abitate dagli africani. Solo la Chiesa d’Inghilterra beneficia ogni anno di un budget equivalente a nove miliardi di rial iraniani! Compareremo, non senza rammarico, questa cifra con la somma delle spese destinate alla diffusione dell’Islam.

Fino ad oggi il Vangelo è stato trattato in più di un migliaio di lingue, e, negli Stati Uniti, tre case editrici tra le altre, ne hanno pubblicato, nel 1937, circa 24 milioni di copie. Il Vaticano pubblica un quotidiano con una tiratura di trecentomila copie chiamato ‘Osservatore Romano", senza contare i circa cinquanta altri periodici che vengono posti in vendita all’inizio di ogni settimana o mese. Più di 32 mila scuole primarie e secondarie, università e ospedali sono state fondate dalla Chiesa fino ad oggi. Quattro potenti emittenti radiofoniche propagano la fede cristiana al mondo, tra cui la città del Vaticano e la capitale dell’Etiopia Addis Abeba.

Un altro aspetto della propaganda della Chiesa è di costruire fino al possibile, edifici consacrati al culto della fede cristiana: basiliche, cattedrali, templi, ecc… Da parte sua, la Chiesa protestante è ricorsa anch’essa ad attività spettacolari. In merito il Reader Digest scrive: “La percezione della decima Tithin, imposta prelevata un tempo su certe derrate dalla Chiesa, è stata rimessa in vigore, fatto che ha insufflato una nuova anima nel corpo del protestantesimo americano, e l’ha resuscitato tanto sul piano materiale tanto su quello morale. Dal 1950, questa sorta d’attività rinnovate, almeno in una decina di parrocchie, hanno prodotto buoni risultati. Le organizzazioni religiose hanno duplicato le loro opere comuni; hanno rinforzato la Chiesa e hanno rinvigorito le missioni tanto internamente quanto all’esterno del paese. E i fedeli hanno velocemente riconosciuto come fosse felice e fruttuosa l’idea di resuscitare questa tradizione di lunga data”.

Il Cristianesimo non teme né il Giudaismo, né l’Induismo, né il Buddismo e li considera come appartenenti ad etnie chiuse. La sola religione che teme è l’Islam che è dotato di un’ideologia viva.

In un discorso inaugurante il Consiglio dei Cardinali15 in Vaticano, il Papa ha affermato: “Il pericolo che l’Islam fa planare in Africa, sulla cattolicità e sul mondo occidentale in generale, è più terribile del pericolo comunista in questo stesso continente16”.

Sebbene la propaganda fatta dai musulmani al mondo per divulgare la nostra dottrina si riduce a zero non resta meno vero che la fede muhammadiana, ricca di contenuto, non cessi di svilupparsi, soprattutto nel continente africano. L’Islam è il miglior rifugio per i neri tirannizzati, e vi è là un pericolo che la Chiesa non può prendere alla leggera.

Secondo il rapporto pubblicato da due istituti belgi di ricerche, agli inizi del XX secolo, vi erano solo quattromila musulmani in una regione congolese; oggi, il numero dei musulmani che vivono nelle sole città di Maniema, Kivo e Stanleyville, arriva a 236.000.

Citando Marcel Carder, esperto europeo in materia dell’Islam, la rivista parigina Preuve scrive: “Essendo originariamente la religione dei principi, l’Islam è divenuto attualmente quella delle masse popolari, che si muovono a guisa di un impetuoso torrente, per giungere ad una vita migliore e più calma. Il fatto che l’Islam sormonti attualmente il continente africano, dal nord al sud, e vi avanzi a passo risoluto e senza tregua è confermato da incontestabili statistiche”.

Un'altra rivista francese Rive de Paris che, dopo il computo dei musulmani dei cristiani e degli idolatri in Africa, ha provato la superiorità numerica dei musulmani nel continente nero, scrive: “In generale, metà degli africani neri ha aderito all’Islam; questo si propaga con una rapidità enorme, e ogni anno, in media si convertono circa 500 mila africani. Questa prosperità dell’Islam in Africa non rileva affatto l’influenza esercitata un tempo sugli spiriti, ma è nata da condizioni dell’epoca contemporanea, che s’impongono negli ultimi cent’anni. Nel 1950, quattro diplomati dell’università egiziana Al-Azhar, intrapresero la fondazione, nella città di Mabaku, di una scuola d’alti studi islamici. Questa scuola fu calorosamente accolta dal popolo, ma il governo francese non tardò a chiuderne le porte”.

Un professore dell’Università di Napoli, il dottor Veccia Vaglieri scrive: “Come si giustifica il fatto che malgrado la grande libertà di cui godono i non musulmani nei paesi islamici e il fatto che questi paesi non approfittano di alcuna organizzazione propriamente detta di propaganda, questa religione non cessa di svilupparsi nei continenti afro-asiatici? Non è certamente più la spada dei conquistatori musulmani che spiana la strada all’Islam, al contrario, anche nelle regioni in cui un governo non islamico ha rimpiazzato un regime musulmano, i potenti apparati di propaganda a disposizione del potere, non arrivano ad allontanare il popolo dell’Islam.

Qual è dunque la forza miracolosa di questa religione? Di quale strana pasta è fatta, questa religione così potente da soddisfare gli spiriti? Come giunge a penetrare le profondità dell’anima umana, perché questa esaudisca bene il suo appello alla verità ed alla giustizia?” I cristiani ricorrono a qualsiasi mezzo per distruggere i musulmani, il grande maestro Muhammad Ghotbe afferma: “Il direttore cristiano di una delle compagnie inglesi di navigazione marittima nella sua sede del sud dell’Africa, fece fatica a sopportare i suoi lavoratori musulmani africani. Per infastidirli, ebbe la bella idea di pagare una parte del salario dei suoi operai con bottiglie di bevande alcoliche! Questi musulmani che, seguendo l’ordine dell’Islam, non potevano né berle né venderle, rompevano le bottiglie e perdevano così gran parte di ciò che guadagnavano. Fino a quando un giurista musulmano messo al corrente di tutto, li consigliò di rifiutare questo genere di pagamento, così raro in tutto il mondo, e di sporgere querela se la compagnia non avesse risposto alla loro richiesta.

Ma sapete come andò a finire? Gli operai musulmani furono tutti messi alla porta!” Ecco ciò che chiamiamo “Umanità”! Pertanto, vasti orizzonti si aprono attualmente in Africa, all’attività d’organi di propaganda islamica. Se questi ultimi si mettessero seriamente in marcia, le masse africane non tarderebbero a convertirsi, anima e corpo, all’Islam.

L’Africa, attualmente, ha sete di un culto capace di armonizzare gli aspetti morali e materiali della vita dei suoi abitanti. Una religione che faccia regnare l’uguaglianza nella società, e che chiami il popolo alla pace e alla verità.

Senza alcun dubbio il cristianesimo nello stato in cui si trova, è incapace di ricoprire una tale responsabilità. La Chiesa stessa non fa che seminare discordia. La maniera in cui tratta i neri è inumana. In Africa, impedisce ai neri di riunirsi in uno stesso luogo con i bianchi per pregare Dio! In un giornale parigino il defunto leader congolese, Patrice Lumumba scrisse una volta: “Non ho mai capito il perché nelle scuole s’insegnavano a rispettare i principi della fede cristiana, mentre al di fuori dell’ambiente scolastico noi vediamo gli europei violare perfino i principi della morale umana. Gli insegnamenti che ci hanno impartito a scuola non si accordavano affatto con l’attitudine degli europei verso i neri”.

Ancor più che lo splendore dell’Islam nel continente africano, sono le adesioni massicce dei neri americani all’Islam che inquietano i missionari cristiani negli Stati Uniti. È per questo che usano tutti i mezzi per smantellare le loro organizzazioni. A dispiacere vi sono giornali americani che si astengono dall’attaccare i neri.

Ugualmente, nel Congresso, alcuni senatori americani avendo giustificato anzitutto i neri musulmani, chiesero al presidente degli Stati Uniti di dissociare le organizzazioni dei musulmani neri americani e di interdire le loro attività.

Pertanto, tutti questi sforzi utilizzati per dissuadere i neri musulmani dalle loro rivendicazioni sono votati al fallimento, le loro organizzazioni diventano sempre più potenti e le loro attività s’intensificano. In 27 stati americani hanno insediato più di 70 centri d’attività, e hanno creato a Chicago e Detroit due centri culturali islamici. Hanno costruito numerose moschee, e pubblicano un quotidiano chiamato “Parole di Muhammad”. In alcune città americane organizzano manifestazioni in cui portano cartelli sui quali si legge: “Non v’è altra divinità all’infuori d’Allah. Muhammad è il suo Messaggero”.

I neri musulmani praticano i loro doveri religiosi con la con la più grande fedeltà. Le loro donne portano il velo. Per fare le loro spese si rivolgono volentieri a forni e ai magazzini in cui i proprietari sono musulmani.

Essi s’interessano grandemente ad apprendere la lingua araba ed incoraggiano i loro bambini a fare altrettanto, poiché è la lingua del Sacro Corano.

I missionari cristiani insediati in Africa non si curano affatto di civilizzare i neri e di formarli moralmente! Cercano al contrario di farne gente docile alla Chiesa e al governo. È una realtà attestata dal maestro Westermann che si esplica come segue: “Quando un nero aderisce all’Islam, egli si eleva ad un rango superiore, trova una migliore confidenza in sé, prende conoscenza della sua situazione, si sente un individuo come gli altri e si considera come uguale agli europei con cui è chiamato ad intrattenere relazioni ragionevoli. Il nero che viveva poco tempo fa miseramente nelle bidonvilles e tra i rifiuti, trova ora grazie all’Islam, una personalità che anche gli europei rispettano. Cosa che non è assolutamente il caso del nero che adotta la fede cristiana e che è messo da parte, dato che noi cristiani non amiamo mescolarci con i neri che non sono ancora iniziati alla nostra civilizzazione e non vogliamo più fare sforzi per insegnargliela. Abbiamo sottovalutato la civilizzazione dei neri e non abbiamo fatto quasi nulla per evolverla. Questi stessi neri che disprezziamo tanto, l’Islam li rispetta e li fa godere di tutti i diritti d’uguaglianza con i bianchi; mentre noi facciamo fatica ad accettare questi diritti anche ai neri europei e civilizzati! Sì, per molti europei, un nero è un nero, che sia cristiano o ateo. Il nero cristiano che vive in Europa viene trattato come il nero non religioso che vive tra le spazzature, è perché questi fra loro che si sono nuovamente convertiti al cristianesimo, si rendono conto della superiorità dei neri musulmani e diffondono l’Islam.

“I neri cristiani africani, non avendo la speranza di vedersi uguali nei diritti con i loro confratelli europei preferiscono adottare le credenze islamiche. È così che l’Islam è riconosciuta essere l’unica religione del continente africano17”.

La Propaganda dei Cristiani Contro l’Islam

Gli ecclesiastici temono l’influenza spirituale dell’Islam sull’opinione generale. Per intaccarne il credito universale, essi ricorrono a una propaganda chiassosa, e non rifuggono dal volgere ogni sorta di calunnie contro i musulmani.

A dire il vero, essi cercano, non importa con quale mezzo, di eclissare questo brillante sole di verità, soffocando l’autentica voce di questa nobile religione.

In occasione di un servizio giornalistico riguardante le moschee e le preghiere dei musulmani nello Yemen, un annunciatore della televisione tedesca ha detto: “Questa religione ha impedito agli Yemeniti di progredire. Essa li ha fatti ritardare di 200 anni rispetto all’evoluzione della civilizzazione industriale del mondo. Fare in modo che essi vivano nelle condizioni dell’uomo primitivo e che siano in ritardo rispetto alle idee dei loro tempi, ecco il programma che l’Islam ha offerto loro. Il fatto che essi siano così lontani dalle esigenze del mondo moderno deriva verosimilmente dalla loro passione rivolta all’osservanza dei comandamenti religiosi!”.

Potete immaginare l’effetto di questa propaganda velenosa, accortamente predisposta, sullo spirito di un europeo che non conosca minimamente i precetti islamici. Quale potrebbe essere il suo giudizio, se non distorto, sull’Islam? Non significa forse commettere un crimine contro il genere umano, alterare così spudoratamente la verità? Se è vero che il ritardato sviluppo della vita materiale di cui soffrirebbe il popolo dello Yemen deriva dalle sue credenze religiose, perché dunque il Sud dell’Italia, dove c’è il Papa, versa storicamente e cronicamente in una situazione di strutturale arretratezza rispetto al Nord dell’Italia? Perché gli abitanti di queste zone hanno alimentato per decenni un vasto movimento emigratorio, adattandosi a sopportare lavori molto pesanti per garantirsi i mezzi vitali di sussistenza? Per