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L'ABC Dell'Islam Author : Ayatollah Ibrahim Amini Il presente libro costituisce una breve introduzione ai principi e alle norme dell’Islam, ed è stato scritto allo scopo di dare al lettore italiano le prime nozioni necessarie alla comprensione di questa straordinaria religione.


Esso si suddivide in due fondamentali parti: “I Principi” e “Le Norme”. Nella prima parte sono stati esposti i principi fondamentali della fede islamica, dei quali s’è omesso, per brevità, le relative dimostrazioni, rimandando il lettore che fosse interessato ad approfondire l’argomento alla lettura di testi specializzati in materia.

Nella seconda parte invece vengono spiegate alcune delle norme che regolano la quotidiana vita del musulmano praticante; particolare importanza è stata data alle norme che regolano la Preghiera, che costituisce la “colonna portante” della Religione. È stato dato anche un breve accenno alle norme che regolano il famoso digiuno del mese di Ramadha-n.

Non sarebbe poi stato inopportuno aggiungere una terza parte riguardante l’etica islamica; si è però preferito non appesantire la trattazione, dando solo un breve accenno a questo importante argomento alla fine della seconda parte.

Nella speranza che quest’opera possa essere d’aiuto ai non musulmani per conoscere meglio l’Islam ed evitare di cadere nella trappola tesa da coloro che vedono nella diffusione di questa religione un pericolo per i loro interessi personali, e possa altresì giovare ai musulmani per approfondire le proprie conoscenze religiose e procedere meglio sul Sentiero di Allah (SwT), chiediamo a Allah (SwT) di perdonare le nostre colpe e di guidarci sul Retto Sentiero.

Gruppo di Traduzione “Islam Shi°ita”
La corretta pronuncia dell’arabo è indispensabile al corretto compimento della preghiera e tutti i musulmani hanno perciò il dovere di apprenderla.

Le ventuno lettere dell’alfabeto italiano non sono sufficienti a rendere l’esatta pronuncia dell’arabo ed è quindi necessario servirsi di un convenzionale sistema di traslitterazione che permetta al lettore italiano di risalire alla corretta pronuncia delle parole arabe. Siccome poi alcuni suoni non trovano corrispondenza né in italiano né in altre lingue europee, si consiglia di apprenderne la corretta pronuncia dalla viva voce di un Arabo o di una persona che conosce bene la lingua araba.

Chi non è in grado di pronunciare correttamente l’arabo è tenuto a perfezionare la propria pronuncia e, fino a quando non l’ha perfezionata, deve eseguire le proprie preghiere giornaliere in congregazione. Laddove ciò non sia possibile o comporti grandi difficoltà, è necessario compiere la preghiera come meglio si può: l’imperfetta pronuncia dell’arabo non è un buon motivo per non eseguire la preghiera.

La convenzione usata al fine di rendere i suoni dell’alfabeto arabo è la seguente:
ORIGINALE CONVENZIONE SUONO
ب
b
B
stesso suono della lettera bi italiana
ت
t
T
stesso suono della lettera ti italiana
ث
th
TH
“th” in thursday (pronuncia inglese)
(lettera doppia = thth o THth )
ج
j
J
“g” dolce, come in gelato
ĥ
Ĥ
h aspirata
kh
KH
“ch” in “buch” (pronuncia tedesca)
(lettera doppia = khkh o KHkh )
d
D
stesso suono della lettera di italiana
ż
Ż
“th” in “that” (pronuncia inglese)
ر
r
R
stesso suono della lettera erre italiana
ز
z
Z
“z” in “zero” o “zéro” (inglese/francese)
s
S
“s” forte (che troviamo in “santo”), non varia suono se compresa tra due vocali
sh
SH
“sc” in “scena”
(lettera doppia = shsh o SHsh )
ŝ
Ŝ
lettera enfatica (suono velarizzato)*
dh
DH
lettera enfatica (suono velarizzato) *
( lettera doppia = dhdh o DHdh )
ť
Ť
lettera enfatica (suono velarizzato)*
ď
Ď
lettera enfatica (suono velarizzato)*
°
°
Fricativa laringale*
gh
GH
“r” in “grassayé” (francese - parigino)
(lettera doppia = ghgh o GHgh)
f
F
stesso suono della lettera effe italiana
q
Q
Simile alla “q” di “quadro”*
k
K
stesso suono della “c” in “caldo”
l
L
stesso suono della lettera elle italiana
m
M
stesso suono della lettera emme italiana
n
N
stesso suono della lettera enne italiana
ھ
h
H
“h” leggermente aspirata, come in “house” (pronuncia inglese)
w
W
“w” di “window”
y
Y
“y” di “yankee”
ء
Hamza, stop glottale nella parola*
        • َ
a
A
“Fatha”:“a” breve (suono intermedio tra la “a” e la “e” in Italiano)
ُ
u
U
“Dhamma”: “u” breve
                • ِ
i
I
“Kasra”:“i” breve ( suono intermedio tra la “e” e la “i” in Italiano)
ā
Ā
“a” mediamente prolungata
(suono intermedio tra la “a” e la “e” )
آ
ã
Ã
“a” molto prolungata (‘aa)
ﻯﺍ
ī
Ī
“i” mediamente prolungata
ﻭﺍ
ū
Ū
“u” mediamente prolungata
-
-
-
unire le due parole come nella “Liaison” nella lingua francese
[ ]
[ ]
[ ]
lettere da integrare nella lettura della parola se non si effettua una pausa
* Suoni che non trovano corrispondenza né in italiano né in altre lingue europee. Si consiglia perciò di apprendere la corretta pronuncia di questi suoni dalla viva voce di un Arabo o di una persona che conosce bene la lingua araba.
Ayatullah Ibrah^im Amini nacque nel 1925 nella città di Najafabad nella provincia di Isfahan. Nel 1942 terminò gli studi primari a Najafbad e si trasferì ad Isfahan dove incominciò i suoi studi presso il centro di studi teologici o Hawza al-°Ilmiyyah della città.

Dopo aver completato il suo curriculum di studi religiosi primari ad Isfahan, nel 1947 si trasferì a Qum per continuare gi studi religiosi ad un livello più avanzato. Nella Hawza di Qum studiò il Dars a-Kharij,1 Giurisprudenza e i suoi principi, e i seguenti libri filosofici: “Manzoomeh” di Hakim Sabzavari, “Isfar” of Sadr al-Mutaleheen e Shifa di Avicena, sotto la guida di eminenti insegnanti dell’epoca. Studiò inoltre le scienze religiose del Kalam (Discorso), e del Tafsir(Commentario del Sacro Corano).

In contemporanea, continuò ad approfondire i suoi studi di letteratura, giurisprudenza, filosofia e delle tradizioni (Ah^adi-th) del Santo Profeta (S) e degli Imam dell’Ahl ul-Bayt (as). Oltre ad essi, essendo sempre stato interessato alla psicologia, in particolare quella infantile, ed all’educazione ed alla formazione dei bambini, al diritto e all’etica familiare, studiò queste discipline in modo molto approfondito.

Fin dal 1945 cominciò a scrivere numerose opere ed articoli su diversi argomenti: politica, ideologia, società, etica, educazione ecc. Molte delle sue opere sono state tradotte in varie lingue. Attualmente, l’Ayatullah Ibrah^im Amini è un eminente sapiente esperto in giurisprudenza islamica, professore alla Hawza al-°Ilmiyyah di Qum ed oltre ad insegnare e scrivere vari testi, in virtù della sua vasta preparazione, rappresenta spesso la Repubblica Islamica dell’Iran in varie conferenze internazionali.

Oltre a questi suoi lavori accademici riveste numerose cariche nazionali: Membro e Vice Presidente dell’Assemblea degli Esperti (Majlis-e-Khubrigan), Segretario Generale dell’Ufficio per l’Educazione e la Ricerca dell’Assemblea degli Esperti, Membro del Consiglio Accademico e Capo degli Affari Culturali della Hawza al-°Ilmiyyah di Qum, Membro del Consiglio di Amministrazione del Centro Mondiale delle Scienze Islamiche, Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Imam As-Sadiq di Teheran, e Membro del Consiglio Supermo dell’Assemblea Mondiale dell’Ahlul Bayt(as). Fra le sue opere ricordiamo:

Dad-Gustar -e-Jahan (L’amministratore della Guistizia Mondiale) sulla vita dell’Imam Mahdi (aj);
Barrasi Masail-e-Kulli Imamat (Discorso Generale sull’Imamato);
Aayeen-e-Hamsar Dari (Principi di Etica Familiare e Matrimoniale);
Aayeen-e- Tarbiyat dar Tarbiyate-Kudak (Principi di Educazione e Formazione dei Bambini);
slam wa Talim wa Tarbiyat (Educazione e Formazione nell’Islam);
Intekhab-e- Hamsar (Selezione di un Giusto Sposo);
Bano-e-Namuna-e-lslam (La Donna Ideale dell’Islam), sulla vita di Fatima az-Zahra (as), la figlia del Profeta (S);
Aamuzish-e-Din (Educazione Religiosa per Bambini): le “Radici” (Usul) e i “Rami” (Furu’) della religione spiegati in maniera semplice;
Droos min al-Saqafateh al-Islamiyah: un corso completo delle “Radici” (Usul) e i “Rami” (Furu’) della religione per un livello intermedio.
________________________
1. Il più alto livello di educazione teologica, impartito sotto forma di lezioni private senza l’ausilio di libri di testo, che dura generalmente da sei a dieci anni o anche oltre, a seconda delle capacità dello studente, terminato il quale si ottiene il grado diMujtahid, colui che conosce le Leggi islamiche così bene dal poter emettere Fatawa (responsi giuridici) che la gente normale è tenuta a seguire. Si può accedere a questo tipo di corsi solo dopo aver completato con successo prima i corsi introduttivi, oMuqaddimat, che durano in genere tre anni, ed in seguito il Dars al-Sutuh, corso di studi che usualmente dura cinque anni. (N.d.T.)
 
Conoscere Allah (SwT)

La Religione della Sapienza
L’Islam è la religione della scienza e della sapienza: essa pretende impegno e serietà nell’apprendimento del sapere dai suoi seguaci, valuta gli individui in base alle loro conoscenze e considera l’istruzione un dovere di tutti. Dice infatti il Sacro Corano:

«…sono forse uguali coloro che sanno e coloro che non sanno?…»( Sura az-Zumar, 39:9)

Il grande Profeta Muh^ammad (S)1 ha detto:

«L’apprendimento del sapere è obbligatorio per ogni uomo e donna musulmani».

Il nobile Imam °Ali- (as)2 descrive infine la sapienza nel seguente modo:

«Nessun tesoro è meglio della sapienza»
Il Creatore dell’Universo
Quest’immenso universo è stato creato e viene diretto da un’entità superiore, ed è assurdo pensare che sia venuto ad esistere da sé, senza una precisa causa.

Quando vediamo una nuova costruzione siamo, infatti, sicuri che è sorta grazie al lavoro di un ingegnere, un capomastro e di alcuni operai; mai invece ci verrà il dubbio che sia venuta ad esistere in modo del tutto casuale.

E quindi assurdo pensare che quest’immenso e complesso universo sia privo di un creatore, sia venuto ad esistere da sé. Concludiamo quindi affermando che esiste un’entità superiore che ha creato questo strabiliante universo e che magnificamente lo dirige: tale entità è comunemente chiamata “Dio”o “Allah”, nell’Islam.
Allah (SwT) è Unico
Allah (SwT)3 è Uno, non esiste altra divinità all’infuori di Lui e non si è associato con niente e nessuno nel creare questo sterminato universo: Egli è l’assoluta causa del creato.

Credere nell’unicità di Allah (SwT) ci porta a considerare qualsiasi cosa (all’infuori di Lui, ovviamente) debole ed incapace, a vederLo come l’unico essere al quale si deve ubbidire, a non buttarci ai piedi di nessuno, a non essere servili se non nei Suoi confronti, a non lodare e riverire nessuno oltre misura, a considerare l’adulazione un difetto, a ubbidire e rispettare i Profeti (as), gli Imam (as) e le guide religiose soltanto in ragione del fatto che è Lui che lo ha ordinato, e a visitare le loro tombe non in segno d’adorazione, bensì per rispetto della loro elevata stazione spirituale.
Allah (SwT) è Equo
Allah (SwT) è equo, non opprime nessuno, non esegue azioni cattive, agisce in assoluta saggezza, non lascia irremunerate le rette azioni dei probi, non viola le promesse, non mente e non manda all’Inferno gli innocenti.
Gli Attributi di Allah (SwT)
Allah (SwT) è in grado di fare tutto ciò che è possibile fare, sa tutto e compie le sue azioni in modo volontario ed intenzionale. È sempre esistito e sempre esisterà.

Allah (SwT) non è composto da parti, non è corpo, non è visibile, non è ignorante, non è incapace, non ha soci, non è ingiusto, non è situato in alcun luogo4 e non ha bisogno di nulla e di nessuno5.

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1. (S) abbreviazione di “Sallal-La-hu °alayhi wa ãlihi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”.

2. (as) abbreviazione di “°alayhi-ha-hum assala-m”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadi-ja, Fa-tima, Maria, Asya) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zaynab, Ruqayya, Um Kulthu-m, Fa-tima Masuma…

3. (SwT) abbreviazione di “Subh^a-na wa Ta°a-la”, Lode a Colui che è privo di ogni imperfezione, l’Altissimo.

4. Il fatto che durante le preghiere alziamo le mani verso il cielo non sta ad indicare che consideriamo Allah (SwT) situato in cielo, significa bensì che vogliamo, con tale gesto, esprimere la nostra bassezza ed incapacità rispetto alla magnificenza ed alla potenza di Allah (SwT). Considerare poi le moschee e il sacro edificio della Ka°ba, case di Allah (SwT), significa considerare questi santi edifici come i luoghi nei quali s’adora Allah (SwT), non come le dimore di Allah (SwT).

5. Il fatto che Allah (SwT) ci ha assegnato determinati compiti e doveri (come la preghiera ed il digiuno), non significa che ha bisogno della nostra ubbidienza, bensì vuole con ciò perfezionare le nostre anime, facendoci così arrivare alla beatitudine eterna.

 
La Profezia
Allah (SwT), al fine di guidare ed istruire l’umanità, ha inviato una serie d’individui eccellenti, chiamati profeti, ispirando loro i principi e le norme religiose.
Le Qualità di un Profeta
Un Profeta deve essere:

1) dotato di un potere occulto che gli permetta di non commettere alcun peccato e di mettersi altresì al sicuro da qualsiasi errore;

2) a conoscenza di tutte le norme religiose;

3) in grado di compiere miracoli (per poter dimostrare la propria sincerità).
Come riconoscere un Profeta
Esistono due modi per riconoscere un Profeta:

1) un altro profeta, la cui profezia sia stata già provata, attesti la sua profezia oppure comunichi in anticipo la notizia della sua venuta, fornendo precisi e inequivocabili segni di riconoscimento;

2) dimostri da sé la propria profezia, facendo un miracolo.
Il Numero dei Profeti
Gli Ah^a-di-th 1 dicono che Allah (SwT), al fine di istruire e guidare gli uomini, ha mandato complessivamente centoventiquattromila profeti, il primo dei quali è il nobile Adamo (as) e l’ultimo è il grande Profeta Muh^ammad (S).

Questi nobili inviati di Allah (SwT) non erano tutti uguali, possedevano bensì caratteristiche diverse tra di loro, in base alle quali possiamo suddividerli in diverse categorie:

1) Profeti che vennero a conoscenza dei propri doveri tramite ispirazione divina, senza però ricevere l’ordine di trasmettere alla gente ciò che era stato loro ispirato;

2) Profeti che vennero a conoscenza dei propri doveri tramite ispirazione divina, ricevendo anche l’ordine di trasmettere alla gente ciò che era stato loro ispirato;

3) Profeti che portarono una nuova religione e legislazione;

4) Profeti che diffusero la religione e la legislazione di un altro profeta;

5) Profeti detentori di libri ispirati (come il Corano, il Vangelo e la Torah)2;

6) Profeti non detentori di libri ispirati;

7) Profeti inviati a tutta l’umanità;

8) Profeti inviati ad un particolare gruppo di persone.
Muh^ammad, il Sigillo dei Profeti (S)
Il grande Profeta Muh^ammad (S) nacque il 17 (del mese di) rabi-°ul-’awwal, nell’anno denominato °a-mul-fi-l (Anno dell’Elefante), nella santa città della Mecca. Suo padre si chiamava °Abdullah e sua madre ãmina.

All’età di quarant’anni iniziò la sua missione profetica; trascorse, invitando la gente all’Islam, i primi tredici anni della sua difficile e nobile missione profetica nella città natale. In questo periodo solo una parte della gente si convertì all’Islam, mentre i miscredenti e gli idolatri rifiutarono il suo invito e iniziarono con tutte le loro forze ad opporsi al progresso ed allo sviluppo dell’Islam, a tormentare e torturare l’Inviato di Allah (SwT) ed i Musulmani. Arrivarono addirittura ad attentare alla vita del Profeta (S), il quale si vide costretto a emigrare a Medina e fu gradualmente raggiunto dal resto dei Musulmani. Fu così che questa santa città si trasformò nella prima sede del governo islamico, nella quale il santo Muh^ammad (S) svolse per dieci anni la sua missione di profeta e capo dello stato islamico.

Il 28 Safar dell’anno 11 (egira lunare) lasciò questo mondo e la sua pura salma fu sepolta nella città di Medina, nel luogo ove oggi sorge una sacra e rispettata moschea denominata “Masjidun-Nabiyy” (Moschea del Profeta). Egli è stato il migliore dei profeti e, con la sua benedetta venuta, ha sigillato3 e chiuso per sempre il ciclo della Profezia.
Il Sacro Corano: l’Eterno Miracolo del Profeta Muh^ammad (S)
Il Profeta Muh^ammad (S), lungo tutto il periodo della sua nobile vita, fece diversi miracoli4, ai quali accennano i testi di storia (dell’Islam) e le raccolte di Ah^a-di-th. Il Sacro Corano è l’eterno miracolo di questo nobile profeta ed è la sicura prova dell’autenticità della sua profezia.

I nemici dell’Islam non si sono risparmiati nulla al fine di sconfiggere quest’invincibile religione; a tal proposito hanno affrontato difficili e pericolose guerre, subendo enormi danni. D’altra parte non sono mai riusciti a vincere la sfida lanciata dal Sacro Corano, che dice:

«…Se dubitate nel Corano che abbiamo fatto discendere sul Nostro Servo, portate allora una sura simile ad esso…»(Sura al-Baqara, 2:23).

«… Di’: se i jinn e gli esseri umani si alleassero per creare un corano simile a questo non ci riuscirebbero mai…» (Sura al-’Isra-’, 17:88).

Se ciò fosse stato loro possibile, senza dubbio lo avrebbero preferito alle difficili guerre intraprese e si sarebbero così risparmiati inutili fatiche e tribolazioni.

Il nobile Corano è gradualmente disceso sul Profeta Muh^ammad (S) nel corso di ventitré anni. I suoi compagni scrivevano e conservavano le stesse e identiche parole a lui rivelate da Allah (SwT), le quali vennero in seguito raccolte e rilegate nel modo in cui oggi le ritroviamo nel Sacro Corano che è nelle nostre mani. Esso è l’unico Libro Divino a non aver subito alcun’alterazione né falsificazione; senza alcuna aggiunta o diminuzione è a disposizione dell’intera umanità.

________________________
1. pl. di h^adi-th, tradizioni del Profeta (S) e dei puri Imam della sua Famiglia, o Ahl ul-Bayt (as). 2. Tra i profeti detentori di libri ispirati ricordiamo i cosiddetti “Profeti Dotati di Determinazione”: Noè (as), Abramo (as), Mosè (as), Gesú (as) e Muh^ammad (S).

3. Riferimento al Versetto n. 40 della Sura al-Ah^za-b,n. 33, del Sacro Corano: «…Muh^ammad non è padre di nessuno dei vostri uomini, egli è l'Inviato di Allah e il sigillo dei profeti . …».

4. Il miracolo è definito come un’azione fuori dal normale che avviene per cause e fattori non comuni e il cui compimento è fuori dalla portata umana.
L’Imamato
Abbiamo in precedenza affermato che Allah (SwT), al fine di guidare la gente sul Retto Sentiero, ha inviato i profeti, mettendo a loro disposizione le leggi e le norme religiose. Ora sosteniamo che, siccome il Profeta (S) non vive in eterno e con la sua morte è possibile che le norme divine siano dimenticate e annientate, è necessario che dopo di lui vi sia una persona che, senza alterarle, le preservi, le diffonda tra la gente, faccia sì che vengano eseguite e curi e salvaguardi i diritti e gli interessi della gente. La persona avente tali caratteristiche viene chiamata da noi shi°i-ti “Imam”.
Gli attributi di un Imam
Un Imam deve possedere i seguenti attributi:

1) Immunità dal peccato e dall’errore. L’Imam deve, nell’apprendimento, nella trasmissione e nell’esecuzione delle norme divine, essere al sicuro dall’errore: solo in questo modo potrà trasmettere alla gente le norme di Allah (SwT), come Lui le ha inviate al Suo Profeta (S) (senza la minima alterazione), e guidare la società verso il bene e la beatitudine. L’Imam deve inoltre essere immune dal peccato, rispettare i precetti al cui rispetto invita gli uomini, affinché le sue parole non perdano il loro valore e la loro credibilità. Se l’Imam dovesse peccare, la gente prenderebbe esempio da lui e, di conseguenza, si travierebbe.

2) Sapienza. L’Imam deve conoscere tutte le norme e le leggi della religione, deve avere cognizione di tutto ciò che è necessario allo svolgimento della sua funzione di guida.

3) Virtù e perfezione. L’Imam dev’essere il più perfetto, il più virtuoso degli esseri umani.

4) Potere d’eseguire miracoli. Anche l’Imam, al pari del profeta, dev’essere in grado di compiere miracoli e deve eseguirli quando le circostanze lo rendono necessario, ad esempio quando la dimostrazione del suo Imamato o della sua immunità dal peccato e dall’errore è vincolata al compimento di un miracolo.
Metodi per riconoscere un Imam
Esistono due metodi per riconoscere un Imam:

1) un profeta o un Imam lo presenti in qualità d’Imam e lo nomini suo successore e guida degli uomini;

2) dimostri il suo Imamato facendo un miracolo.
Differenze esistenti tra un Imam e un Profeta
Le differenze esistenti tra un Imam e un profeta sono:

1) il profeta è il fondatore della religione, il portatore delle norme della legislazione di questa religione, mentre l’Imam ha solo il compito di proteggere, conservare ed eseguire tali norme;

2) il profeta riceve le norme e le leggi della legislazione tramite ispirazione divina, l’Imam invece le riceve dal profeta.
Dimostrazione dell’Imamato e Numero degli Imam nell’Islam
Chiunque abbia l’incarico di dirigere un determinato complesso, se decidesse temporaneamente di assentarsi dal proprio posto di lavoro, senza dubbio, designerebbe un sostituto, incaricandolo della direzione di tale complesso.

Anche il Profeta dell’Islam (S) era perfettamente conscio di tale questione e dedicava molta attenzione ad essa: per ogni villaggio, per ogni città che veniva conquistata dai musulmani designava immediatamente un governatore; quando mandava un’armata in guerra nominava a capo d’essa un comandante e a volte anche dei comandanti di riserva; ogni volta che andava in viaggio oppure partecipava a una guerra, designava un sostituto e lo incaricava della direzione della società di Medina.

Insomma, il Profeta Muh^ammad (S) non ignorava che, dopo la sua morte, la società islamica avrebbe avuto bisogno d’essere diretta da una guida infallibile, che, grazie all’esecuzione delle norme divine, la guidasse sul retto sentiero. L’Inviato di Allah (SwT) (S) sapeva benissimo che i Musulmani, senza una guida infallibile, non sarebbero più stati un popolo unito e potente. Sono questi i motivi in base ai quali si può decisamente affermare che è impossibile che l’Inviato di Allah (SwT) abbia trascurato di designare il suo successore, è impossibile che abbia abbandonato la giovane società islamica senza una guida. Concludiamo quindi, con assoluta certezza, che il nobile Profeta Muh^ammad (S), prima di morire, ha designato il suo immediato successore.

In molti Ah^a-di-th del Profeta (S) il numero degli Imam ammonta a dodici. Egli (S) dice infatti: «Dopo di me ci saranno dodici califfi, tutti appartenenti ai Quraysh: il primo di loro sarà °Ali- (as) e l’ultimo sarà il Mahdi- Promesso».

In altri Ah^a-di-th sono infine citati, uno ad uno, i nomi di queste dodici persone.
Breve biografia dei dodici Imam (as)

Il Primo Imam
Il nobile Imam Abul-Hasan °Ali- Bin Abi- Ta-lib, al-Murtadha (as) nacque il 13 Rajab, ventitré anni prima dell’Egira, nella città santa della Mecca. Suo padre era il celebre Abu Ta-lib e sua madre si chiamava Fatima.

Fu educato, fin dall’infanzia, dall’Inviato di Allah (SwT) (S); fu il primo in assoluto a diventare musulmano ed ebbe il grande onore di sposare la nobile e immacolata figlia del Profeta Muh^ammad (S). Era virtuoso e sempre pronto a sacrificarsi per l’Islam; in fatto di timor di Allah (SwT), sapienza, coraggio e generosità era impareggiabile. Era acerrimo nemico dell’ingiustizia, difendeva gli oppressi e aiutava i poveri. Amava l’agricoltura e si adoperava nel piantare alberi, bonificare terreni incolti e creare canali sotterranei per irrigazione.

L’Inviato di Allah (SwT) (S), dall’inizio della sua missione profetica sino alla morte, presentò diverse volte °Ali- (as) come suo successore e guida dei Musulmani. Nell’ultimo anno della sua nobile vita si recò in pellegrinaggio alla Mecca e al ritorno, quando raggiunse la località di Ghadi-r, gli fu rivelato il seguente versetto:

«Messaggero, comunica ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, e [sappi che] se non [lo] farai non avrai annunciato il Suo messaggio. Allah ti proteggerà dalla gente» (Sura Ma-’ida, 5:67).

Il Profeta Muh^ammad (S) sostò dunque in quella località e ordinò a tutti i Musulmani di fare altrettanto: più di settantamila persone si riunirono attorno a quel nobile inviato di Allah (SwT). Fece preparare un pulpito, vi salì, portando con sé °Ali- (as) (affinché la gente potesse vedere quel nobile Imam), e, dopo aver recitato un sermone, disse: «Di chiunque son io il signore, la guida, è °Ali- suo signore e guida. O Allah (SwT), sii amico di chi lo è con °Ali- e nemico di chi è nemico suo». °Umar fu il primo a giurare fedeltà ad °Ali- (as), dicendo: «Auguri °Ali-! Tu sei diventato il signore e la guida di noi credenti». Dopo di lui anche il resto dei Musulmani giurò fedeltà ad °Ali- (as).

Nel torrido clima e bruciante sole dell’h^ija-z, °Ali- (as) fu così ufficialmente designato alla carica di successore del Profeta (S) ed Imam dei Musulmani.

Dopo la morte del Profeta (S) però, un gruppo di persone decise d’usurpare il diritto al califfato del nobile °Ali- (as), ignorando le sue virtù, la sua superiorità e trascurando tutte le raccomandazioni, le disposizioni del Profeta (S) riguardo alla questione del califfato. Per giustificare questo loro indegno comportamento dissero: «°Ali- è giovane e, per questo motivo, non è adatto al califfato... °Ali- in guerra ha ucciso una gran quantità di persone e, per questo motivo, la gente lo odia e mai accetterà d’essere governata da lui»

Durante i governi di Abu Bakr, °Umar ed °Uthma-n, che durarono complessivamente venticinque anni, il pio °Ali- (as) si tenne lontano dalle questioni di potere. Dopo l’assassinio d’°Uthma-n però, la gente accettò il suo califfato ed egli poté così governare - per quattro anni e nove mesi - la nazione islamica.

Nella diciannovesima notte del mese di Ramadha-n dell’anno 40 dell’Egira, all’età di sessantatré anni, nella santa Moschea di Ku-fa, ricevette, mentre stava pregando, un colpo di spada sulla testa dal crudele Ibn Muljam e, due notti dopo, per effetto del veleno che era stato messo sulla spada, morì martire; fu seppellito nella santa città di Najaf.
Il Secondo Imam
L’Imam Abu Muh^ammad h^asan Bin °Ali-, az-Zakiyy, al-Mujtaba (as) nacque nella santa città di Medina, il 15 Ramadha-n dell’anno 3 dell’Egira. Suo padre era l’Imam °Ali- (as) e sua madre la nobile e casta Fa-tima (as), figlia del Profeta Muh^ammad (S).

Il Profeta (S) amava molto l’Imam h^asan (as) e suo fratello h^usayn (as), e nei loro riguardi diceva: «h^asan ed h^usayn sono i migliori giovani della gente del Paradiso»

L’Imam h^asan (as), dopo il suo nobile padre, divenne califfo e trovò di fronte a sé la tenace opposizione del perfido Mu°a-wiya, con il quale, alla fine, fu costretto a scontrarsi in guerra. Dopo aver subito il tradimento di molti dei comandanti del suo esercito, fu però costretto a far pace con Mu°a-wiya. Fu avvelenato dalla moglie Ju°da, istigata dal maledetto Mu°a-wiya, e morì così martire il 28 safar dell’anno 50 dell’Egira; fu sepolto nel celebre cimitero al-Baqi- di Medina.
Il Terzo Imam
L’Imam Abu °Abdillah h^usayn Bin °Ali-, Sayyidash-shuhada-’ (as) nacque a Medina il 3 sha°ba-n dell’anno 4 dell’Egira. Suo padre era l’Imam °Ali- (as) e sua madre la purissima Fa-tima (as), figlia del Profeta Muh^ammad (S).

Durante la dittatura di Mu°a-wiya viveva nelle peggiori condizioni di vita: le norme e le leggi divine non venivano eseguite, la volontà di Mu°a-wiya aveva preso il posto di quella di Allah (SwT) e questo perfido e spietato tiranno era pronto a tutto pur d’annientare l’Ahl ul-Bayt (as) e i seguaci di °Ali- (as). L’Imam h^usayn (as) sopportò però tutte queste tribolazioni, finché, un lieto giorno, Mu°a-wiya perì; gli successe però il suo depravato figlio Yazi-d, il quale ordinò al governatore di Medina di costringere l’Imam h^usayn(as) ad accettare il suo califfato e, nel caso in cui si fosse rifiutato, d’ucciderlo. Il governatore di Medina comunicò allora l’ordine di Yazi-d al nobile Imam (as), il quale prese un giorno di tempo per riflettere. Siccome però accettare il califfato di Yazi-d non avrebbe giovato all’Islam e, d’altra parte, rifiutarlo avrebbe messo seriamente in pericolo la sua vita, decise di lasciare Medina e rifugiarsi nel Sacro Santuario di Allah (SwT) alla Mecca.

La vicenda di Yazi-d, dell’Imam h^usayn (as) e della sua partenza per la Mecca, si diffuse nelle città. La gente dell’Iraq, soprattutto la gente di Ku-fa, scontenta dei governi di Mu°a-wiya e Yazi-d, scrisse molte lettere al probo Imam, invitandolo in Iraq e implorandolo di curarsi di loro, di guidarli sul retto sentiero. Intanto il malvagio Yazi-d aveva ordinato d’uccidere o arrestare il nobile Imam h^usayn (as), il quale, per rispetto del Santuario di Allah (SwT) e per continuare la sua lotta contro l’oppressione ommaìade, uscì dalla santa città della Mecca e si diresse verso Ku-fa, nella quale vi erano molti shi°i-ti che avevano promesso d’aiutarlo e sostenerlo. Purtroppo però questa vile gente, intimorita dalle minacce degli uomini di Yazi-d, si rifiutò di aiutarlo e lo tradì. Fu così che il coraggioso Imam h^usayn (as) e i suoi validi uomini, il 10 Muh^arram dell’anno 61 dell’Egira, nella torrida piana di Karbala-’, dopo una tragica guerra contro l’infernale armata di Yazi-d, furono tutti martirizzati.

Noi shi°i-ti consideriamo il decimo giorno del mese di Muh^arram - chiamato di solito °A-shura-’ - giorno di lutto, e al fine di mantenere vivo tra la gente lo spirito di sacrificio sul sentiero di Allah (SwT) e per ricordare sempre che non bisogna mai piegarsi di fronte all’oppressione dei tiranni, organizziamo ogni anno riunioni, nelle quali commemoriamo le tribolazioni e le difficoltà subite dall’Imam h^usayn (as) e dagli altri martiri di Karbala-’, nella loro instancabile lotta contro la tirannia del perfido Yazi-d.
Il Quarto Imam
L’Imam Abu Muh^ammad °Ali- Bin h^usayn, Zayn ul-°a-bidi-n, As-Sajja-d (as) nacque a Medina il 15 juma-di Ath-tha-ni- dell’anno 38 dell’Egira. Suo padre era l’Imam h^usayn e sua madre si chiamava Shahre Ba-nu, figlia del re Yazdjerd.

Questo nobile Imam (as) era così assiduo nelle prosternazioni e nell’adorazione di Allah (SwT) che venne chiamato As-Sajja-d (colui che si prosterna molto) e Zayn ul-°a-bidi-n (fregio di coloro che adorano Allah).

Visse la tragedia di Karbala-’, siccome però era malato non poté partecipare alla battaglia ed in tal modo si salvò. Venne tuttavia fatto prigioniero insieme alle donne ed ai bambini della carovana del santo Imam h^usayn (as).

I perfidi uomini del malvagio Yazi-d costrinsero queste nobili creature a peregrinare di città in città, nelle più umilianti condizioni; quando arrivarono a Ku-fa e a Damasco, il quarto Imam (as), con incredibile coraggio, pronunciò storici discorsi, con i quali informò la gente della dolorosa vicenda di Karbala-’, dimostrò la santità dell’obiettivo che suo padre (as) perseguiva combattendo contro Yazi-d.

Questo probo Imam (as) non aveva libertà d’azione e non poteva liberamente diffondere tra la gente le conoscenze e le norme islamiche. Si ritirò perciò in adorazione di Allah (SwT) e, quando fu possibile, si dedicò all’insegnamento ed all’istruzione. Trasmetteva le conoscenze ed il sapere religioso sotto forma di invocazioni. Il famoso libro As^-s^ah^i-fatus-sajja-diyya è una raccolta delle sue preziose invocazioni.

L’Imam As-Sajja-d morì martire a Medina, all’età di cinquantasette anni, nel mese di Muh^arram dell’anno 95 dell’Egira, e fu sepolto nel cimitero al-Baqi- di questa santa città.
Il Quinto Imam
L’Imam Abu Ja°far Muh^ammad Bin °Ali-, al-Ba-qir (as) nacque a Medina il 3 safar dell’anno 57 dell’Egira. Suo padre era l’Imam As-Sajja-d (as) e sua madre si chiamava Fa-tima ed era la figlia del secondo Imam (as).

Questo nobile Imam (as)ebbe un’occasione che non si presentò a nessuno degli Imam (as) che lo precedettero: approfittando delle lotte intestine e delle dispute tra i califfi s’impegnò seriamente nella diffusione delle conoscenze religiose e delle norme della legislazione islamica, lasciandoci in eredità migliaia di preziosissimi Ah^adith.

Mori martire a Medina il 2 z.ul-Hijja dell’anno 114; fu sepolto in questa santa città, nel cimitero di al-Baqi.
Il Sesto Imam
L’Imam Abu °Abdillah Ja°far Bin Muh^ammad, as^-s^a-diq (as) nacque a Medina il 17 rabi-°ul-’awwal dell’anno 83. Suo padre era il grande Imam Al-Ba-qir (as) e sua madre si chiamava Ummu Farwa.

All’epoca dell’Imam As^-s^a-diq (as) le discordie e le lotte tra la dinastia ommayade e quella abbàsside si erano intensificate e ciò aveva indebolito il governo in carica. Inoltre gli Abbàssidi, per contrastare gli Ommayadi, prendevano le parti dell’Ahl ul-Bayt (as). Il nobile Imam As^-s^a-diq (as) approfittò allora di questa favorevole situazione per organizzare lezioni, nelle quali educò quattromila allievi, i quali lasciarono alle generazioni future uno straordinario patrimonio di conoscenze e un gran numero di preziosi Ah^a-di-th. Questo straordinario contributo che l’Imam As^-s^a-diq (as) ha dato alla dottrina Shi°ita, ha fatto sì che questa sia spesso chiamata “Dottrina Ja°fari-ta”.

Questo nobile Imam (as) morì martire a Medina nell’anno 148 e fu sepolto nel cimitero al-Baqi- di questa santa città.
Il Settimo Imam
L’Imam Abu Ibrahi-m Mu-sa Ibn Ja°far, al-Ka-d(im (as) nacque in una località situata tra Mecca e Medina, il 7 safar dell’anno 128. Suo padre era il nobile Imam As^-s^a-diq (as) e sua madre si chiamava h^ami-da.

Era così pio e dedito alla preghiera e all’adorazione di Allah (SwT) che prese il nome d’Al-°abdus^-s^a-lih^ (il probo servo di Allah (SwT)). Era poi così paziente e calmo di fronte alle vicissitudini, che prese il nome di al-Kad(im (colui che reprime l’ira).

La dura repressione attuata su questo nobile Imam(as) dalla dittatura vigente rendeva la diffusione del sapere islamico assai difficile; nonostante ciò, un gran numero di persone riuscì a giovarsi della sua immensa sapienza; molti sono gli Ah^a-di-th rimasti in eredità da questo santo Imam (as).

Ha-ru-n, (califfo abbàsside) nel 179, lo fece trasferire da Medina all’Iraq. Per anni rimase recluso a Bassora e a Baghdad, fino a quando, il 25 rajab dell’anno 183, all’età di cinquantacinque anni, in una delle prigioni di Baghdad, fu avvelenato e morì in tal modo martire. Fu sepolto nel luogo ove oggi sorge il celebre santuario di Ka-d(imiyya, che contiene anche la tomba del nono Imam (as).
L’Ottavo Imam
L’Imam Abu’l-h^asan °Ali Bin Mu-sa, ar-Ridha- (as) nacque a Medina l’undici z.ul-Qi°da dell’anno 148. Suo padre era il settimo Imam (as) e sua madre si chiamava Najma.

Era il più sapiente della sua epoca e i ricercatori di verità venivano da lui per giovarsi delle sue immense conoscenze. Teneva dibattiti e dispute assai interessanti con i sapienti delle diverse religioni e nessuno era in grado di superarlo.

Fu avvelenato dal malvagio califfo abbàsside Al-ma’mu-n e morì così martire nella città di Tus (in Iran), nell’ultimo giorno del mese di Safar dell’anno 203; fu sepolto nell’attuale Mashhad, ove oggi sorge il santuario più visitato dell’Iran.
Il Nono Imam
L’Imam Abu Ja°far Muh^ammad Bin °Ali-, al-Jawa-d (as) nacque a Medina nell’anno 195. Suo padre era l’ottavo Imam (as) e sua madre si chiamava Sabi-ka.

Diventò Imam quando ancora era un bambino, ma la sapienza e le virtù che Allah (SwT) gli aveva donato erano tali da permettergli di guidare l’intera umanità. Risolveva nel migliore dei modi le intricate questioni religiose che gli venivano poste per metterlo alla prova. Era così generoso che si meritò il titolo di al-Jawa-d (il generoso), ed era così timorato che prese il nome di At-Taqi- (il pio). Morì martire a Baghdad nell’anno 220 e fu sepolto nell’attuale Kad(imiyya, accanto alla tomba del settimo Imam (as).
Il Decimo Imam
L’Imam Abu’l h^asan °Ali- Bin Muh^ammad, al-Ha-di- (as) nacque nei pressi di Medina nell’anno 212. Suo padre era il nono Imam (as) e sua madre si chiamava Samma-na.

Quando aveva otto anni, perse il padre e diventò così Imam. In fatto di sapienza era impareggiabile e le sue straordinarie virtù attiravano la gente verso di lui.

Nel 243 il malvagio califfo abbasside Al-mutawakkil, per ostacolare la crescente simpatia e amicizia della gente verso questo nobile Imam (as), lo convocò a Samarra’ e lo mise sotto controllo. Morì martire a Samarra’ e fu sepolto in questa santa città, nel luogo ove oggi sorge un sacro santuario.
L’Undicesimo Imam
L’Imam Abu Muh^ammad h^asan Bin °Ali-, al-°Askari- (as) nacque a Medina nel mese di rabi°uth-tha-ni- dell’anno 232. Suo padre era il decimo Imam (as) e sua madre si chiamava Hudayth.

Al pari del suo nobile padre (as), era tenuto sotto controllo nella città di Samarra’, e trascorse ingiustamente una parte della propria vita in prigionia. Tutti conoscevano il suo amabile carattere, le sue virtù e la sua immensa sapienza.

Morì martire l’otto rabi°ul-’awwal dell’anno 260 e fu sepolto, come il suo nobile padre, nella santa città di Samarra’.
Il Dodicesimo Imam
Il dodicesimo Imam, Abul Qa-sim Muh^ammad Bin h^asan, al-Mahdi-, al-h^ujja, al-Qa-’im (aj)1, è nato a Samarra’ il 15 sha°ba-n dell’anno 255. al-Mahdi- (il Guidato {da Allah (SwT) sul retto sentiero }), al-h^ujja (la Prova), al-Qa-’im (colui che si leva {contro il male}) e Ima-m uz-Zama-n (l’Imam del Tempo) sono i suoi epiteti. Suo padre era l’undicesimo Imam (as) e sua madre si chiamava Narjis.

Perse il padre (as) all’età di cinque anni e diventò in tal modo Imam.

Gli spietati califfi abbassidi - che erano informati dei segni di riconoscimento di questo nobile Imam (as) e ai quali erano pervenuti gli Ah^a-di-th del Profeta (S) denotanti il fatto che l’undicesimo Imam avrebbe avuto un figlio, il quale combatterà l’oppressione e rovescerà il governo dei tiranni - avevano la ferma intenzione di uccidere, una volta venuto al mondo, il figlio dell’Imam al-°Askari-. Per questo e per altri motivi il dodicesimo Imam (aj) era costretto a vivere in segreto, in stato d’occultamento; manteneva però il rapporto con la gente per mezzo dei suoi luogotenenti, che si chiamavano:

1) °Uthma-n figlio di Sa°i-d
2) Muh^ammad figlio di °Uthma-n
3) h^usayn figlio di Ru-h^
4) °Ali- figlio di Muh^ammad.

A quest’occultazione “minore”, nella quale la gente, pur indirettamente, poteva comunicare con l’Imam (aj), ne susseguì una maggiore, cominciata con la morte dell’ultimo dei suoi luogotenenti, nella quale il rapporto ufficiale di questo nobile Imam (aj) con la gente s’interruppe del tutto.

Il dodicesimo Imam (aj) vive, ancora oggi, in condizione d’occultamento maggiore. Tale situazione permarrà fino al momento in cui la maggior parte della gente del mondo non desidererà con l’anima e col cuore il predominio del monoteismo, non si convincerà del fatto che la risoluzione dei problemi del mondo sta nel rispetto delle leggi divine; non sarà sfinita dalla molta oppressione e tirannia esistente e non sarà pronto il terreno per l’istituzione di un governo mondiale dell’Islam. Solo allora questo nobile e pio Imam si manifesterà, vincendo l’ingiustizia e colmando il mondo d’equità.
Gli Shi°iti Duodecimani
Coloro che considerano l’Imam °Ali- (as) califfo e immediato successore del Profeta Muh^ammad (S) sono chiamati “shi°i-ti”.

Noi Shi°i-ti Duodecimani consideriamo l’Imam °Ali- (as), i suoi due figli h^asan (as) e h^usayn (as) e i nove infallibili discendenti dell’Imam h^usayn (as), le guide sul retto sentiero, e seguono2 ciò che loro dicono e fanno. Noi shi°i-ti, nonostante la discordia che abbiamo con i fratelli sunniti (riguardo alla questione del califfato), consideriamo il resto dei Musulmani nostri fratelli: adoriamo un unico Allah (SwT), seguiamo tutti la religione del nobile Profeta Muh^ammad (S), preghiamo cinque volte al giorno verso la stessa direzione e tutti, indistintamente, consideriamo il glorioso Corano parola di Allah (SwT).

Noi siamo convinti che il mondo islamico potrà essere vivo e potente, ritrovare la sua magnificenza e liberarsi dai soprusi e dalle ingiuste imposizioni degli stranieri, solo quando eviterà le discordie e le lotte intestine, concentrando le proprie forze verso un unico obiettivo: la magnificenza dell’Islam ed il progresso dei Musulmani.

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1. (aj) Abbreviazione di “°Ajjalal-La-hu farajah”, che Allah (SwT) affretti la sua venuta.

2. La parola Shi-°a letteralmente significa “seguace”.
La Resurrezione
Tutti i profeti (as) e i Libri Divini concordano sul fatto che la vita dell’essere umano non finisce con la morte e che dopo questo mondo (Dunya) vi sarà un’altra vita (ãkhira), nella quale gli esseri umani riceveranno la ricompensa o il castigo per le proprie azioni: le persone che avranno compiuto il bene avranno una vita ultraterrena piacevole e saranno circondati da infinite grazie, mentre quelle che avranno compiuto il male avranno una vita ultraterrena difficile e riceveranno torture e tormenti.
La Morte
La morte è definita come la separazione dell’anima dal corpo. L’Islam c’insegna che l’essere umano non si annienta in seguito alla morte, bensì passa da una forma di vita ad un’altra. Dice infatti il grande Profeta Muh^ammad (S): «Voi non siete stati creati per l’annientamento, ma per la permanenza e la vita eterna: non fate altro che passare da questo mondo a un altro mondo»

L’Islam c’insegna inoltre che la separazione dell’anima dal corpo non avviene in tutte le persone allo stesso modo: i peccatori e coloro che sono molto attaccati a questo mondo, che non hanno alcun interesse per l’Aldilà, moriranno patendo dolori e sofferenze, mentre i probi moriranno in assoluta tranquillità.
Al-Barzakh
Il periodo che va dalla morte alla resurrezione, è detto “Al-Barzakh”. Il Sacro Corano e gli Ah^a-di-th ci dicono che prima della resurrezione esiste un periodo di vita che costituisce il tramite tra questo mondo e l’Aldilà.

Durante questo periodo i probi si troveranno sul sentiero che conduce al Paradiso, una delle sue porte sarà aperta davanti a loro e, in attesa dell’avvento del Giudizio Universale, godranno dei suoi beni. I malfattori, invece, saranno messi sul sentiero dell’Inferno e una delle sue porte sarà aperta davanti a loro. Rimarranno fino al Giorno del Giudizio nelle torture e nei tormenti, passeranno un triste e spiacevole periodo e dalla paura dell’avvento del Giudizio Universale e dei tormenti dell’Inferno si troveranno in una condizione d’angoscia e di terrore.
Il Giudizio Universale
Il Sacro Corano e gli Ah^a-di-th del Profeta (S) e degli Imam (as) descrivono il Giudizio Universale dicendo che in esso il sole e la luna si spegneranno, le montagne si disgregheranno disperdendosi, i mari si prosciugheranno, il sistema solare si sconvolgerà e la terra ed i cieli si altereranno mutando d’aspetto; a quel punto tutti i morti verranno risuscitati e dovranno rendere conto delle azioni che hanno commesso durante la loro vita terrena.

I miscredenti e chi ha commesso peccati imperdonabili saranno mandati all’Inferno, mentre i probi credenti andranno in Paradiso. I credenti invece che hanno commesso peccati perdonabili, dopo aver subito le dolorose conseguenze delle loro cattive azioni, saranno perdonati ed andranno anche loro in Paradiso.
Il Paradiso (al-Janna)
Il Paradiso è la ricompensa delle persone degne, dei probi. In esso esiste tutto ciò di buono che è possibile immaginare; i doni del Paradiso sono così sublimi che non possono essere nemmeno paragonati a quelli di questo mondo. In esso non esiste nessun tipo di dolore, tristezza, difficoltà e chiunque vi entra vive in esso eternamente beato.

Il Paradiso possiede diversi livelli. Le persone che hanno raggiunto gradi di spiritualità e perfezione più elevati, che hanno compiuto una maggiore quantità di buone opere, abiteranno i livelli più alti; le persone invece che, pur avendo compiuto i propri doveri, non sono riusciti a raggiungere tali gradi di perfezione ed hanno compiuto una quantità minore di buone opere, abiteranno live