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Alla scoperta dell Islam Shi'ita by : Mohammad Ali Shomali

 

Il presente libro è in larga parte una versione sintetica di: “Shi°i Islam: Origins, Faiths and Practice (2003, ICAS Press)”, opera dello stesso autore. Questa versione condensata si prefigge lo scopo di illustrare in generale le principali caratteristiche dell’Islam, e dell’Islam Shi’°ita in particolare. Questi due lavori rappresentano un modesto tentativo di colmare alcuni dei vuoti che esistono nel campo degli studi Islamici, e sulla Shi°a in particolare.

Sebbene siano scritti in modo chiaro e semplice, essi sono il risultato di più di venti anni di studi Islamici, e basati su alcune estensioni di due serie di conferenze sull’Islam Shi°ita fatte per un auditorio inglese: una prima serie di 50 letture al Jami’at al-Zahrà (il principale Seminario Islamico Femminile) in Qum, Iran, nel 1995 e 1996, e una seconda serie di 30 letture al Manchester Islamic Institute ed al Shi°ia Welfare Centre di Manchester, Inghilterra, nel 1998 e 1999.

Il primo capitolo inizia esponendo e spiegando il significato letterale e quello tecnico del termine “Shi°a”, e vi sono inoltre vari riferimenti ad affermazioni di famosi religiosi a questo proposito. Poi il capitolo procede con lo studio delle origini dell’Islam Shi°ita e di come esso nacque.

Il secondo capitolo studia le fonti del pensiero Shi°ita, cioè il Sacro Corano, la Sunna, la Ragione ed il Consenso. Discutendo dell’importanza del Sacro Corano, il capitolo stabilisce che gli Shi°iti come gli altri Musulmani credono che il Sacro Corano presente oggi sia un’incarnazione della Rivelazione Divina fatta al Profeta Mohammad (S)1. Il capitolo prosegue spiegando la seconda fonte principale, la Sunna, che include i detti e le azioni del Profeta Muhammad (S).

Il Sacro Corano stesso chiede ai Musulmani di prendere il Profeta (S) come modello di comportamento, di rivolgersi a lui per giudicare e risolvere i loro conflitti, e parla del Profeta(S) come di colui che recita, insegna e spiega il Sacro Corano. In questo capitolo c’è anche la discussione sulla famiglia del Profeta(S) (Ahl ul-Bait) e il loro ruolo nel presentare la Sunna. Segue un’analisi dell’importanza della Ragione e del suo ruolo nella comprensione del credo islamico, dei suoi valori e delle norme pratiche. Infine si prende in esame il Consenso (al-ijma°) e la sua valutazione rispetto alla Sunna dal punto di vista shi°ita.

Il terzo capitolo studia i principi fondamentali della Shi°a. Oltre alle dottrine dell’Unicità di Dio, della Profezia e della Resurrezione, che costituiscono i Principi della Religione (dell’Islam e delle altre religioni Divine), si studiano altri principi come la Giustizia Divina e l’Imamato. Questi principi sono in parte condivisi anche da altri musulmani, ma solo gli shi°iti credono in tutti quanti questi principi.

Il quarto capitolo è un breve resoconto delle pratiche di culto shi°ita con qualche riferimento agli obiettivi e ai principi che le sottendono. Queste pratiche di culto sono in linea di massima condivise da tutti i musulmani, con qualche piccola differenza fra diverse scuole islamiche.

Il quinto ed ultimo capitolo è un breve esame del mondo shi°ita oggi. Il capitolo inizia con un breve resoconto delle statistiche più recenti sulla presenza islamica e shi°ita nel mondo. C’è inoltre un’analisi della presenza shi°ita in alcuni paesi con una lunga tradizione shi°ita al loro interno. Sebbene non vi siano statistiche accurate e confermate sulla attuale popolazione shi°ita nel mondo, sono stati fatti sforzi per raccogliere le più attendibili .

Vorremmo anche precisare che l’autore sostiene il concetto di unità nel mondo Islamico in modo sincero e partecipe e spera che questa opera possa contribuire a fare un passo verso il raggiungimento di una vera fratellanza fra musulmani. Uno dei mezzi migliori per conseguire l’unità ed il senso di fratellanza, infatti, è il conoscersi reciprocamente ed il superare i pregiudizi storici che impediscono una comprensione reciproca obiettiva. Secondo un detto dell’Imam °Ali (as)2: “la gente prova avversità verso ciò che non conosce”3.

Un attento studio delle principali scuole islamiche mostra che esse hanno in comune più di quanto le fa divergere. Tutti i musulmani credono nello stesso Dio, lo stesso Profeta e lo stesso Sacro Corano. Tutti credono nel Giorno della Resurrezione, nelle ricompense e nei castighi di Dio. Tutti recitano le preghiere giornaliere rivolti verso la stessa direzione, cioè la Mecca. Tutti digiunano durante il mese di Ramadan. Tutti vanno in pellegrinaggio a Mecca (Hajj) nello stesso periodo. Tutti credono giusto fare la carità, esortare a compiere il bene e proibire ciò che è malvagio (al-°amr bil ma°rûf ua an-nahî °anil munkar).

Tutti credono giusto fare amicizia con persone di fede ed oneste e credono giusto allontanarsi dai nemici di Dio. Tutti sostengono le stesse virtù e gli stessi valori. Secondo il Sacro Corano, tutti i credenti sono fratelli. Al di là del loro colore, razza, sesso e setta, vi sono alcuni doveri reciproci che i fratelli e le sorelle credenti devono compiere. Una volta Mu’alla Ibn Khunays chiese all’Imam As-Sadiq (as) quali doveri un musulmano ha verso gli altri. L’Imam (as) rispose: “Ci sono sette doveri che deve compiere. Se egli dovesse trascurarne anche solo uno, egli non sarebbe un amico o un servo di Dio e in verità egli non farebbe nulla per amore di Dio”.

« له سبع حقوق واجبات ، ما منهن حق إلا وهو عليه واجب إن ضيع منها شيئا خرج من ولاية الله وطاعته، ولم يكن لله فيه نصيب».

L’Imam (as) indicò i seguenti doveri:

Desidera per tuo fratello ciò che desideri per te stesso e spera che ciò che non desideri per te non succeda a tuo fratello. Non irritare tuo fratello, cerca invece di compiacerlo soddisfacendo i suoi desideri Aiutalo con il tuo animo, la tua lingua, le tue mani e i tuoi piedi. Sii gli occhi con cui egli vede, la sua guida e il suo specchio.

Non mangiare a sazietà quando egli ha fame, non bere e non ricoprirti di abiti quando lui ha sete ed è nudo.

Se lui non ha servitori ma tu ne hai, è doveroso che tu gli mandi il tuo servo perché gli lavi gli abiti, gli cucini del cibo e distenda il suo giaciglio.

Accetta la sua promessa ed il suo invito; visitalo quando è ammalato, partecipa al suo funerale e provvedi alle sue necessità prima che lui te lo chieda e affrettandoti a farlo, se puoi4.
« أيسر حق منها أن تحب له ما تحب لنفسك ، وتكره له ما تكره لنفسك ، والحق الثاني : أن تجتنب سخطه ، وتتبع مرضاته ، وتطيع أمره ، والحق الثالث : أن تعينه بنفسك ومالك ولسانك ويدك ورجلك ، الحق الرابع : أن تكون عينه ودليله ومرآته ، والحق الخامس : أن لا تشبع ويجوع ، ولا تروى ويظمأ ، ولا تلبس ويعرى ، والحق السادس : أن يكون لك خادم وليس لأخيك خادم ، فواجب أن تبعث خادمك فتغسل ثيابه ، وتصنع طعامه ، وتمهد فراشه ، والحق السابع : أن تبر قسمه ، وتجيب دعوته وتعود مريضه ، وتشهد جنازته ، وإذا علمت أن له حاجة تبادره إلى قضائها ولا تلجئه إلى أن يسألكها ، ولكن تبادره مبادرة ».
الكافي 2 : 135 | 2
Sfortunatamente ci sono sempre state persone poco lungimiranti all’interno di ogni gruppo o setta che hanno cercato di esagerare le differenze ed hanno cercato la separazione invece di tendere all’unità ed alla fratellanza all’interno della Ummah Islamica. Si affrettano a trovare dei motivi per chiamare chiunque non sia in accordo con loro un kafir (miscredente) o un mushrik (politeista) e chiamare una qualunque azione che a loro non piaccia bid°ah (innovazione).

Naturalmente ci sono miscredenti e ci sono eretici, ma si deve essere molto prudenti nell’attribuire questi nomi. Grandi autorità ed eruditi islamici, sia sunniti che shi°iti, non si sono mai attribuiti reciprocamente simili nomi. Così, nelle loro fatawa, nelle loro parole e azioni essi hanno rappresentato il vero spirito dell’Islam, il suo messaggio equilibrato e universale di pace, giustizia, unità e misericordia.

L’Islam portò unità e solidarietà a coloro che subivano inimicizia e ostilità:
 
﴿ وَاعْتَصِمُوا بِحَبْلِ اللّهِ جَمِيعاً وَلاَ تَفَرَّقُوا ﴾
Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi” (Sacro Corano,3:103)
Questa azione di unire le genti è considerata un’azione Divina
﴿ وَأَلَّفَ بَيْنَ قُلُوبِهِمْ ﴾
“E (Dio) instillò la solidarietà nei loro cuori”. (Sacro Corano, 8:63)
Al contrario l’atto di dividere le genti fu un’azione di persone tali quale fu Faraone
﴿ إِنَّ فِرْعَوْنَ عَلاَ فِي الاَرْضِ وَجَعَلَ أَهْلَهَا شِيَعاً ﴾
“Davvero Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi abitanti…”(Sacro Corano, 28:4)
Il Sacro Corano ammonisce i credenti dicendo loro che se cominceranno ad avere dei contrasti fra loro si indeboliranno e perciò saranno sconfitti
﴿ وَلاتَنَازَعُوا فَتَفْشَلُوا وَتَذْهَبَ رِيحُكُمْ ﴾
“…Non siate discordi, ché altrimenti vi scoraggereste e verrebbe meno la vostra risolutezza …”(Sacro Corano,8:46)
Infatti il richiamo all’unità non è limitato ai musulmani. Il Sacro Corano invita tutti i credenti, come Ebrei e Cristiani, ad unire i loro sforzi e concentrarsi sulla loro base comune
﴿ قُلْ يَآ أَهْلَ الْكِتَابِ تَعَالَوْاْ إِلَى كَلِمَةٍ سَوَآءٍ بَيْنَنَا وَبَيْنَكُمْ اَلاَّ نَعْبُدَ إِلاَّ اللَّهَ وَلاَ نُشْرِكَ بِهِ شَيْئاً وَلاَيَتَّخِذَ بَعْضُنَا بَعْضاً أَرْبَاباً مِنْ دُونِ اللّهِ﴾
“Di’: "O gente della Scrittura, addivenite ad una dichiarazione comune tra noi e voi: {e cioè} che non adoreremo altri che Allah, senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori all’infuori di Allah" (Sacro Corano, 3:64)
Speriamo e preghiamo che, giorno dopo giorno, questo senso di unità e solidarietà diventi più forte ed intenso.

Infine vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutte le persone e le organizzazioni che mi hanno incoraggiato, in particolare Ayatullah Muhsin Araki, e l’“Islamic College for Advanced Studies”. Per la versione italiana ringrazio i fratelli dell’Associazione Islamica “Ahl-al-Bait”. Da ultimo, ma non da meno, vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a Dio per tutta la benevolenza che ci ha concesso nel passato e nel presente.
Mohammad A. Shomali
Ramadan 1423, Novembre 2002
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1. (S) abbreviazione di “salla allahu wa alehi wa aliyhi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”.

2. (as) abbreviazione di “‘aleyhi-ha-hum assalam”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadija, Fatima, Maria, Asya) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zeynab, Ruqayya, Oum Kulthum,Fatima Masuma ...

3. Najul-Balaghah, dell’Imam °Ali (as), pag. 696 ed. WOFIS; Teheran, Iran.

4. "Al-Kâfî", 2/135, H. 2; "Wasa’al ul-Shi°a", 12/205, H. 6097; "Al-Khesâl", 2/350, H. 26; "Mosâdaqat al-Ikhwân", 143/4; "Al-Amâlî" di al-Tusî, p. 98, H. 149/3. Cfr. Anche: “The Faith of Shi°ah Islam”, di Muzaffar, pp. 76 –77, ed. Italiana: “Il Credo dell’Islam Shi°ita”, pag. 170.
Il significato della parola Shi°a
In arabo la parola Shi°a ha come significato primario e letterale quello di “uno o un gruppo di seguaci”. Nel Santo Sacro Corano la parola Shi°a è usata parecchie volte con questo significato. Per esempio, nel versetto 15 della Sura 28, Dio parla di uno dei seguaci di Mosé (as) come di uno della sua Shi°a.
﴿ فَوَجَدَ فِيهَا رَجُلَيْنِ يَقْتَتِلاَنِ هَذَا مِن شِيعَتِهِ وَهَذَا مِنْ عَدُوِّهِ فَاسْتَغَاثَهُ الَّذِي مِن شِيعَتِهِ عَلَى الَّذِي مِنْ عَدُوِّه فَوَكَزَهُ مُوسَى فَقَضَى عَلَيْهِ ﴾
“.. entrando in città in un momento di disattenzione dei suoi abitanti , trovò due uomini che si battevano, uno era dei suoi {shi°a} e l’altro uno degli avversari . Quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l’altro dell’avversa fazione: Mosè lo colpì con un pugno e lo uccise….”(Sacro Corano, 28:15)
Altrove Abramo (as) è presentato come una Shi°a di Noè (as)
﴿ وَإِنَّ مِن شِيعَتِهِ لإِبْرَاهِيمَ ﴾
“In verità Abramo era certamente uno dei suoi seguaci {shi°a} {di Noè }..”(Sacro Corano, 37:83)
All’inizio della storia dell’Islam la parola Shi°a veniva usata nel suo significato letterale come seguaci di persone diverse. Per esempio, in alcuni Ahadith (tradizioni) si parla della Shi°a di °Ali Ibn Abu-Talib (as) e in altri della Shi°a di Mu°awiyah Ibn Abu Sufyan. Comunque a poco a poco la parola acquisì un significato più specifico, cioè si riferì ai seguaci di °Ali (as), a coloro che credevano nel suo Imamato (guida divina).

Shahrestani (m. 548 A. H.) nella sua opera “Al-Milal wa al-Nihal”, un testo notevole sulle diverse sette nell’Islam, scrive: “I seguaci della Shi°a sono coloro che seguirono °Ali (as) in modo particolare e credevano nella sua qualifica di Imam e di Califfo, secondo i chiari insegnamenti e la volontà del Profeta Muhammad(S)”1.

Questa è una definizione molto accurata, poiché gli stessi shi°iti affermano di seguire °Ali (as) perché ciò fu richiesto loro dal Profeta (S): non fu loro scelta personale chi seguire, a differenza dei non shi°iti che, dopo la morte del Profeta Muhammad (S), seguirono colui che era stato scelto alla Saqi-fah e credevano che il Profeta(S) avesse lasciato alla gente la libertà di seguire chiunque scegliessero. Ma poi, il primo califfo, Abu Bakr Ibn Abi Quhafa che fu scelto con tale modalità, credeva di dover scegliere il suo successore. E il secondo Califfo, °Umar Ibn Khattab, a sua volta nominò un consiglio di sei persone per scegliere uno fra loro, secondo una procedura che lui stesso aveva istituito. E’ interessante notare che fu °Ali (as), il quarto Califfo, che fu scelto e invero costretto, da quasi tutti i musulmani, dopo l’assassinio del terzo Califfo, °Uthman Ibn °Affan, ad assumere l’incarico di Califfo.

Nell’opera “Firaq al-Shi°a” al-Hasan Ibn Musa al-Nawbakhti (m. 313 A. H.), un famoso erudito shi°ita, scrive: “La Shi°a è la fazione che seguì °Ali Ibn Abu-Talib (as). Il gruppo di seguaci fu chiamato Shi°a di °Ali (as) quando il Profeta (S) era ancora in vita e anche dopo la sua morte: i seguaci sono conosciuti come coloro che seguono °Ali (as) e credono nel suo Imamato”.2

Shaykh al-Mufid (m. 413 A. H.) uno dei primi notevoli studiosi shi°iti, definisce la Shi°a come il gruppo di fedeli che seguono °Ali (as) e credono nella sua successione diretta al Profeta(S).3

Passando poi a spiegare perché la Shi°a è chiamata anche ‘Imamiyah’, egli dice: “E’ un epiteto riferito a coloro che credono nella necessità dell’Imamato e nella sua continuità nel tempo e a coloro che credono che ogni Imam debba essere scelto in modo esplicito e debba essere infallibile e perfetto.”4

Di conseguenza si può dire che i musulmani shi°iti sono coloro che, a proposito della successione al Profeta Muhammad (S), credono fermamente che:

Il successore del Profeta (S) svolge una funzione divina.

Come il Profeta (S) fu scelto da Dio così il suo successore o Imam dev’essere scelto da Dio e il suo nome poi reso noto dal Profeta (S).

Il successore diretto scelto dal Profeta Muhammad (S), era °Ali (as).
Quando ebbe origine lo Shi°ismo?
Sorge ora spontaneo domandare quando nacque lo Shi°ismo. Ci sono molti Ahadith (tradizioni) narrati da shi°iti e da non shi°iti circa la questione dell’Imamato, questione che sarà studiata in seguito, quando prenderemo in esame le dottrine shi°ite. Successivamente, comunque, esamineremo alcuni Ahadith, nei quali il Profeta Muhammad (S) parlò di un gruppo di persone definendole Shi°a (seguaci) di °Ali (as), poi faremo riferimento ad altri elementi che, tratti da Ahadith o eventi storici islamici, possono gettare ulteriore luce sull’argomento. Tutti gli Ahadith citati qui di seguito sono tratti da autorevoli fonti sunnite. Sono solo alcune delle più importanti narrazioni e molte altre si possono trovare negli autori citati come in altri autori.

Ibn °Asakir (m.571 a.H.) narrò che Jabir Ibn °Abdullah al-Ansari aveva detto:

“Un giorno eravamo col Profeta Muhammad(S) quando giunse °Ali (as), e il Profeta (S) disse di lui: “Giuro su Dio, che ha la mia vita nelle Sue mani, che sicuramente questo uomo e la sua Shi°a saranno felici nel Giorno del Giudizio”. Poi fu rivelato il versetto: “Certamente coloro che credono e fanno buone azione sono i migliori uomini” (Sacro Corano, 98:7). In seguito, ogni volta che i compagni del Profeta Muhammad (S) vedevano °Ali (as) avvicinarsi dicevano: “E’ giunto il migliore degli uomini”5.
- ابن عساكر ، المتوفى سنة 571 هجرية ، عن جابر بن عبد الله ، قال : كنا عند النبي ( صلى الله عليه وآله ) فأقبل علي ( عليه السلام )، فقال ـ أي النبي ـ : « و الذي نفسي بيده إن هذا وشيعته لهم الفائزون يوم القيامة » فنزل قوله تعالى :﴿ إِنَّ الَّذِينَ آمَنُوا وَعَمِلُوا الصَّالِحَاتِ أُوْلَئِكَ هُمْ خَيْرُ الْبَرِيَّةِ ﴾. فكان أصحاب النبي إذا أقبل علي قالوا:جاء خير البرية.
تاريخ ابن عساكر (ترجمة علي عليه السلام): 2 / 442 ، طبعة : دار الفكر / بيروت. الدر المنثور للسيوطي 6/ 0589
Ibn Hajar (m. 974 a.H.) narrò che Ibn °Abbas riferì che quando scese il versetto (98:7), il Profeta (S) disse ad °Ali (as): “Quelle persone siete tu e la tua Shi°a. Tu e la tua Shi°a, il Giorno del Giudizio, sarete lieti e allieterete Dio mentre i vostri nemici saranno adirati e afferrati per il collo.”6
2- ابن حجر : أحمد بن حجر الهيثمي ، المتوفى سنة : 974 هجرية ، ع ابن عباس قال : لما أنزل الله تعالى: ﴿ إِنَّ الَّذِينَ آمَنُوا وَعَمِلُوا الصَّالِحَاتِ أُوْلَئِكَ هُمْ خَيْرُ الْبَرِيَّةِ ﴾، قال رسول الله ( صلى الله عليه وآله ) لعلي ( عليه السلام ): « هم أنت وشيعتك يوم القيامة راضين مرضيين ، و يأتي عدوّك غِضابا مقمحين ».
الصواعق المحرقة : باب 11 ، الفصل الأول ، الآية : 11 ، طبعة : القاهرة
Ibn al-Athir (M.606 a.H.) narrò che il Profeta (S) disse, rivolgendosi ad °Ali (as): “Oh °Ali! Tu e la tua Shi°a raggiungerete Dio lieti e Lo allieterete, mentre i vostri nemici, quando giungeranno davanti a Dio, saranno adirati e afferrati per il collo” poi il Profeta (S) fece vedere in che modo mettendogli una mano sul collo7.
3- روى ابن الأثير في نهايته: قال النبي مخاطبا عليا : « يا علي، إنك ستقدم على الله أنت و شيعتك راضين مرضيين،و يقدم عليه عدوك غضابا مقمحين » ثم جمع يده إلى عنقه يريهم كيف الإقماح.
النهاية مادة قمح 4/106 و رواه ابن حجر في الصواعق 154
Ci sono altri Ahadith nei quali il Profeta Muhammad (S), rivolgendosi ad °Ali (as), usò l’espressione “la nostra Shi°a”. Ciò è in linea con quello che è stato affermato in precedenza, e cioè che i seguaci della Shi°a sono coloro che seguono °Ali (as) secondo gli insegnamenti del Profeta (S) e non per loro personale decisione. Per esempio, Ibn °Asakir narrò che il Profeta (S) disse:
“Certamente c’è una sorgente in Paradiso più dolce del nettare, più soffice del burro, più fredda del ghiaccio e con un profumo migliore del muschio. In quella sorgente vi è l’argilla (tinah) con la quale noi {la mia famiglia ed io} fummo creati e la nostra Shi°a è fatta della stessa argilla”8
« إنَّ في الفردوس لَعيناً أحلى من الشهد، وَألين من الزبد، وأبرد من الثلج وأطيب من المسك، فيها طينة خلقنا اللَّه منها، وخلق منها شيعتنا ».
تأريخ دمشق ، ترجمة الإمام علي (ع) 1: 129.
Ci sono ancora altri Ahadith nei quali il Profeta (S), rivolgendosi ad °Ali (as), usò le parole “Shi°a dei nostri discendenti”. Questo conferma ciò che è stato detto in precedenza, e cioè che i seguaci della Shi°a sono coloro che seguono °Ali (as) perché credono nell’Imamato. Come vedremo poi in modo più dettagliato, la Shi°a crede che °Ali (as) fu il primo Imam e che dopo di lui l’istituzione dell’Imamato continuò nei discendenti di °Ali (as) e di Fatima (as), che furono scelti da Dio e presentati dal Profeta (S). Per esempio, Zamakhshari (m.528 a.H.) nel suo Rabi’ al-Abrar riferisce che il Profeta (S) disse: “Oh °Ali! Quando verrà il Giorno della Resurrezione io mi terrò vicino a Dio, tu ti terrai vicino a me, i tuoi discendenti si terranno vicino a te e la loro Shi°a si terrà vicino a loro. Poi vedrete dove saremo condotti.”9
« يا علي، إذا كان يوم القيامة أخذت بحجزة الله تعالى،و أخذت أنت بحجزتي، و أخذ ولدك بحجزتك، و أخذ شيعة ولدك بحجزهم،فترى أن يؤمر بنا » .
Si deve sottolineare che, secondo il Sacro Corano, l’ispirazione divina della profezia era anche concessa per eredità. Il Sacro Corano dice:
﴿ وَلَقَدْ أَرْسَلْنَا نُوحاً وَإِبْرَاهِيمَ وَجَعَلْنَا فِي ذُرِّيَّتِهِمَا النُّبُوَّةَ وَالْكِتَابَ ﴾
“E invero noi abbiamo inviato Noé (as) ed Abramo (as) e noi concedemmo la profezia e il Libro ai loro discendenti”(Sacro Corano, 57:26)
Questo significa che coloro che avevano i requisiti necessari per essere scelti da Dio come profeti furono annoverati fra i loro discendenti.

Oltre al contenuto degli Ahadith già citati e di quelli sull’Imamato che menzioneremo in seguito, vi sono molte altre ragioni che rendono la comparsa di un gruppo di persone come quello della Shi°a durante la vita del Profeta (S) un fenomeno molto naturale e perfino necessario. Per esempio, all’inizio dell’Islam, quando Dio chiese al Profeta (S) di iniziare ad invitare pubblicamente la gente all’Islam cominciando dai suoi congiunti, egli li invitò a consumare un pasto con lui.

Dopo il pasto, il Profeta manifestò le sue intenzioni e invitò gli ospiti ad aderire all’Islam: disse che chi di loro credeva nell’Islam e lo avesse aiutato sarebbe diventato suo successore. Tutti rimasero in silenzio. L’unico che accettò l’invito ad aiutarlo fu °Ali (as), all’epoca ancora un ragazzo. Il Profeta (S) gli chiese di sedersi e ripeté l’invito una seconda e una terza volta. Per due volte ancora °Ali (as) si dichiarò pronto a sostenere il Profeta (S). Il Profeta (S) allora accettò la sottomissione di °Ali (as) a Dio ed eseguì la volontà di Dio, nominandolo suo successore. Questo episodio è documentato da varie fonti.10

In un’importante dichiarazione il Profeta (S) disse in modo molto chiaro che °Ali (as) era sincero, privo di false convinzioni e di attività scorrette, e ciò riguardava sia la sua condotta sia i suoi discorsi e il suo discernimento: in modo implicito il Profeta (S) invitava i musulmani a diventare seguaci di °Ali (as). Umm Salamah riferì che il Profeta (S) aveva detto: “°Ali è sempre con la Verità (al-Haqq) e il Sacro Corano e la Verità sono sempre con lui, e fino al Giorno del Giudizio non si separeranno mai”11.
« علي مع الحق والحق مع علي ، ولن يفترقا حتى يردا عليّ الحوض يوم القيامة ».
تاريخ بغداد 14/322 . تاريخ دمشق 42/449
Inoltre il Profeta (S) disse:
“°Ali sta con il Corano ed il Corano sta con °Ali, e non si separeranno mai, finchè raggiungeranno la Fonte (il Kawthar)”12
« علي مع القرآن والقرآن مع علي لن يتفرقا حتى يردا علي الحوض ».
المستدرك على الصحيحين 3/134 برقم : 4628
Questi Ahadith sono stati narrati da Ibn °Abbas, Abu Bakr, ‘Aishah, Abu Sa’id al-Khuddari, Abu Layla e anche da Abu Ayyub al-Ansari.13
Si dice anche che il Profeta (S) ebbe a dire: “Possa Dio benedire °Ali. Dio mio, fa sì che la verità sia sempre con lui”.14
« رحم الله ‏ ‏عليا ‏ ‏اللهم أدر الحق معه حيث دار »
سنن الترمذي - المناقب عن رسول الله - مناقب علي بن أبي طالب رضي الله عنه
– 3647
In varie occasioni il Profeta (S) affermò che °Ali (as) era il più istruito fra i suoi uomini in fatto di scienze islamiche. Per esempio il Profeta (S) disse: “La saggezza è divisa in dieci parti: nove parti sono date ad °Ali e una parte è distribuita fra le rimanenti persone”.15
« قسمت الحكمة عشرة أجزاء، فأُعطي علي تسعة أجزاء، والنّاس جزءاً واحداً ».
البداية والنهاية/ ج7/ ص359
In seguito il secondo Califfo confermò le parole del Profeta (S) dicendo: “Possa Allah non affliggermi mai dandomi un incarico difficile del quale °Ali non ne faccia parte.”16
اعوذ بالله من معضلة ليس لها أبو الحسن، على بن أبي طالب.
ذكره الحاكم في المستدرك (كتاب المناسك) ،ج 1،ص 457
Si deve, inoltre, prendere in considerazione l’impegno e il senso del sacrificio propri di °Ali (as) che furono così pregevoli e basilari tanto che lo resero in grado di conseguire la funzione che ebbe fra i musulmani. Per esempio, quando i miscredenti di Mecca progettarono di uccidere il Profeta (S) e Dio lo informò dei loro piani, il Profeta (S) chiese ad °Ali (as) se sarebbe stato disposto a dormire nel suo giaciglio al posto suo, così i pagani avrebbero pensato che egli era ancora in casa: ciò gli avrebbe permesso di lasciare Mecca senza alcun pericolo. °Ali (as) accettò ed in quella occasione fu rivelato il seguente versetto:
﴿ وَمِنَ النَّاسِ مَن يَشْرِي نَفْسَهُ ابْتِغَآءَ مَرْضَاتِ اللّهِ ﴾
“E fra le genti vi sono quelli che vendono le loro anime per conquistarsi il favore Divino” (Sacro Corano, 2:207)
L’emigrazione del Profeta (S) (Hejira) da Mecca a Medina segna l’inizio del Calendario Islamico. °Ali (as) servì la causa dell’Islam combattendo nelle battaglie di Badr, Uhud, Khaybar, Khandaq e Hunayn, nelle quali ebbe un ruolo cruciale. Le sue imprese sono tutte narrate in numerose opere storiche e in raccolte di Ahadith scritte da eruditi non shi°iti.
Come abbiamo accennato precedentemente, gli Ahadith sul ruolo dell’Imamato in generale e su °Ali (as) in particolare saranno esaminati in seguito. Comunque vorremmo concludere facendo riferimento al famoso hadith di Ghadir Khumm. Tornando dal suo ultimo pellegrinaggio a Mecca, il Profeta (S) chiese alle migliaia di musulmani che lo accompagnavano di fare una sosta. Egli si erse ritto in piedi su una piattaforma formata da selle e disse: “Chiunque mi abbia scelto come guida (Mawlà) ora abbia °Ali come sua guida.”17.
« ‏من كنت ‏ ‏مولاه ‏ ‏فعلي ‏ ‏مولاه »
سنن الترمذي - المناقب عن رسول الله - مناقب علي بن أبي طالب رضي الله عنه – 3646
Allora le persone presenti, compresi i futuri primo e secondo Califfo, giurarono fedeltà ad °Ali (as) e si congratularono con lui. Questo hadith è trasmesso da più di cento fonti. Per una lista completa delle fonti non shi°ite di questo hadith consultare: °Abaqat al-Anwar di Mir Hamid Husayn al-Hindi (m. 1306 A.H.) e Al-Ghadir di °Abd al-Husayn al-Amini (m. 1390 A. H.). Avendo affermato la veridicità di questo hadith, alcuni scrittori sunniti hanno interpretato la parola Mawlà utilizzata in questo hadith in un altro modo: secondo loro il termine Mawlà è usato con il significato di “amico”. Che ciò sia accettato o no, non vi è dubbio che quelle parole e l’evento in sé fecero di °Ali (as) una figura unica e di grande rilievo fra i compagni del Profeta (S).

Così appare chiaro che le diverse raccolte di Ahadith, assieme all’evento storico sopra citato, non lasciano alcun dubbio sul fatto che durante la vita del Profeta (S) molti musulmani amarono °Ali (as) profondamente, cercarono di avere buoni rapporti con lui ed erano determinati a seguirlo dopo la morte del Profeta (S). Quelle persone furono così spesso e in modo così significativo chiamate la Shi°a di °Ali (as) che a poco a poco la parola Shi°a da sola divenne l’equivalente di Shi°a di °Ali (as). Ancora più rilevante è il fatto che l’idea dell’Imamato di °Ali (as) sicuramente ebbe origine durante la vita del Profeta Muhammad (S).

La dipartita del Profeta (S) ovviamente portò il problema in primo piano e differenziò coloro che ancora credevano nella necessità di seguire °Ali (as) dagli altri musulmani, che, a poco a poco, arrivarono a credere nell’istituzione del Califfato, inteso come successione al Profeta (S) nella guida della società islamica, non come ruolo divino. Nel descrivere gli avvenimenti che ebbero luogo dopo la morte del Profeta (S), al-Masudi (m. 345 A. H.), un grande storico sunnita, scrive:“Sicuramente l’Imam °Ali e i seguaci della sua Shi°a che erano con lui si trovavano nella sua casa mentre si ratificava la fiducia ad Abu Bakr.18”

In seguito alcuni avvenimenti, come le guerre che ebbero luogo durante il Califfato di °Ali (as) e il tragico episodio di Karbala, durante il quale Husayn (as), il terzo Imam della Shi°a e settantadue persone fra suoi familiari e compagni, furono uccisi, resero la Shi°a di °Ali (as) più riconoscibile e ne definirono in modo netto le peculiarità.

Per esempio, in una delle prime opere leggiamo che °Ali (as), condannando Talhah e Zubayr, ebbe a dire: “Sicuramente i seguaci di Talhah e Zubayr a Bassora uccisero la mia Shi°a e i miei delegati”19. Abu Mikhnaf (m. 158 A. H.) riferisce che, dopo la morte di Mu’awiyah, i seguaci della Shi°a si riunirono nella casa di Sulayman Ibn Surad ed quest’ultimo disse loro: “Mu’awiyah è morto, Husayn si è rifiutato di giurare fedeltà agli Omayyadi e si è diretto verso Mecca: voi siete la sua Shi°a e la Shi°a di suo padre”.20
La Shi°a dei primi anni
Naturalmente l’Islam shi°ita ebbe la sua origine nello Hijaz, fra i compagni del Profeta (S). I vari testi storici e biografici indicano che l’elenco dei seguaci della Shi°a fra i compagni del Profeta (S) include i seguenti e molto noti bani Hashim (discendenti di Hashim, bisnonno del Profeta(S)):

Ibn al-°Abbas, al-Fadl Ibn al-°Abbas, °Ubaydillah Ibn al-°Abbas, Qiththam Ibn al-°Abbas, °Abd al-Rahman Ibn al-°Abbas, Tamam Ibn al-°Abbas, Aqil Ibn Abu-Talib, Abu Sufyan Ibn al-Harth Ibn °Abd al-Mutallib, Naufil Ibn al-Harth, °Abdullah Ibn Ja°far Ibn Abu-Talib °Awn Ibn Ja°far, Muhammad Ibn Ja°far, Rabi’at Ibn al-Harth Ibn °Abd al-Mutallib, al-Tufayl Ibn al-Harth, al-Mughayrat Ibn Nawfil Ibn al-Harith, °Abdullah Ibn al-Harth Ibn Nawfil, °Abdullah Ibn Abi Sufyan Ibn al-Harth, al-°Abbas Ibn Rabi’at Ibn al-Harth, al-°Abbas Ibn °Utbah Ibn Abi Lahab, °Abd al-Mutallib Ibn Rabi’at Ibn al-Harth, Ja°far Ibn Abi Sufyan Ibn al-Harth.

La lista dei seguaci della Shi°a fra i compagni del Profeta (S) che non erano bani Hashim comprende:

Salman, Miqdad, Abu Dharr, °Ammar Ibn Yasir, Hudhayfah Ibn al-Yaman, Khuzaymah Ibn Thabit, Abu Ayyub al-Ansari, Abu al-Haytham Malik Ibn al-Tihan, Ubayy Ibn Ka’b, Qays Ibn Sa’d Ibn °Ubadah, °Adiy Ibn Hatam, °Ubadah Ibn al-Samit, Bilal al-Habashi, Abu Rafi°, Hashim Ibn °Utbah, °Uthman Ibn Hunayf, Sahl Ibn Hunayf, Hakim Ibn Jibillah al-°Abdi, Khalid Ibn Sa’id Ibn al-’Aas, Ibn Husayb al-Aslami, Hind Ibn Abi Halah al-Tamimi, Ju’dah Ibn Hubayrah, Hujr Ibn °Adiy al-Kindi, °Amr Ibn al-Hamq al-Khuza’i, Jabir Ibn °Abdullah al-Ansari, Muhammad Ibn Abu Bakr (il figlio del primo Califfo), Aban IbnSa’id Ibn al-Asi, Zayd Ibn Sauhan.21
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1. Shahrestani , vol. 1, p. 146.

2. Al-Nawbakhti , p. 17

3. Al-Mufid, p. 36

4. Al-Mufid, p. 38

5. Ibn °Asakir, vol. 2, p. 442 e al-Suyuti, vol. 6, p.5890

6. Ibn Hajar, Parte 11, Capitolo 1, verso 11. Nella stessa opera Ibn Hajar ha anche narrato che Umm Salamah disse che una notte, quando il Profeta (S) era nella sua casa, giunse Fatima (as) seguita da °Ali (as). Il Profeta (S) allora disse: “Oh °Ali! Tu e i tuoi compagni siete in Paradiso. Tu e la tua Shi°a siete in Paradiso.”

7. Ibn al-Athir, Al-Nihayah, alla voce “qa-ma-ha”.

8. Ibn °Asakir, vol. 1, p. 131, n. 180.

9. Citato in Subhani, vol. 6, p. 104

10. Fra le fonti non shi°ite si può fare riferimento a Tarikh al-Umam wa al-Muluk di Tabari (m. 310 A. H.), vol. 3 pp. 62-6; Al-Kamil fi al-Tarikh di Ibn al-Athir (m. 630 A. H.) vol 2, pp. 40-41 e Musnad di Ahmad b. Hanabal, Musnad al-‘Asharah al-Mubashsharin bi al-Jannah, parte 841.

11. Ta’rîj Bagdâd, T.14, p. 322. Ta’rîj Dimashq, T. 42, p. 449.

12. Al-Mustadrak °ala As-Sahîhain, Al-Hâkim An-Nishâbûrî, T. 3, p. 134, nº 4628.

13. Secondo Jafari, p.10, questa narrazione è stata trasmessa da quindici canali non shi°iti, come ad esempio Mustadark di ibn Hajar, Kanz al-‘Ummal e Yanabi ‘al-Mawaddah.

14. Vedere, per esempio, al-Tirmithi , Kitab al-Manaqib, parte n. 3647

15. Al-Bidayah wa al-Nihayah di Ibn Kathir ( m. 774 A. H.), vol. 7, p. 359

16. Vedere, per esempio, Al-Isabah fi Tamyiz al-Sahabah di Ibn Hajar, vol. 2, p. 509 e Al-Bidayah wa al-Nihayah di Ibn Kathir, vol. 7, p. 36.

17. Sunan al-Tirmidi, sezione : “Le virtù trasmesse dall’Inviato di Dio (S)”, capitolo:”Le virtù di ‘°Ali ibn Abu Talib(as)”, hadith numero 3646

18. Ithbat al-Wasiyah, p . 121.

19. Waq‘at Seffin di Nasr b. Muzahim (m. 212 a. H.)

20. Maqtal al-Imam al-Husayn di Abu Mikhnaf, p. 15

21. Si possono consultare i seguenti testi:

-Buhuth fi al-Milal wa al-Nihal di J. Subhani, vol. 6, pp. 109 e 110.

-Sayyid °Ali al-Madani m. 1120 A.H.) nella sua opera Al-Darjat al-Rafi°at fi Tabaqat al-Shi°a al Imamiyah cita i nomi di sessantanove Compagni del Profeta (S) che erano seguaci della Shi°a.

-Sayyid ‘Abd al-Husayn Sharaf al-Din (m. 1377 A. H.) nell’opera Al-Fusul al-Muhimmah fi Ta‘lif al-Ummah cita i nomi di più di duecento Compagni del Profeta Muhammad (S) che erano seguaci della Shi°a, elencandoli in ordine alfabetico, iniziando da Abu Rafi° e finendo con Yazid b. Hautharah al-Ansari.

-Yousuf b. °Abdullah (m. 456 A. H.) nell’opera Isti°ab, Ibn al-Athir nell’opera Usd al-Ghabah e Ibn Hajar (m. 852 a.H.) nell’opera Al-Isabah sono alcuni degli eruditi non shi°iti che hanno citato i nomi di alcuni primi seguaci della Shi°a.
Prima di prendere in esame i principi fondamentali e le pratiche di culto della Shi°a è importante conoscere le fonti sulle quali la Shi°a si basa. Nelle pagine seguenti prenderemo in esame le quattro fonti che, dal punto di vista shi°ita, devono essere alla base di qualunque studio dell’Islam: il Sacro Corano, la Sunna, la Ragione e il Consenso.
Il Sacro Corano
Senza alcun dubbio il Sacro Corano è la più importante fonte per tutti i musulmani, compresa la Shi°a.

Il Sacro Corano è, inoltre, un elemento fondamentale di unità fra tutti i musulmani. Malgrado i diversi atteggiamenti e le diverse esperienze culturali, tutti i musulmani fanno riferimento allo stesso Libro, considerandolo la Guida Divina che regge la loro vita. Da sempre, e dunque ancora oggi, in tutto il mondo musulmano esiste una sola versione del Sacro Corano, senza alcun tipo di aggiunte o alterazione dell’originale. Un tipico punto di vista shi°ita nei riguardi del Sacro Corano è espresso da queste parole 1:

“Noi Shi°iti duodecimani crediamo che il Sacro Corano fu divinamente ispirato e rivelato da Allah (SwT) tramite il Suo onorevole Profeta (S), e crediamo inoltre che esso contenga tutto ciò che è necessario per la Guida dell’umanità. Esso è il miracolo perenne del Profeta (S), che nessun essere umano ha saputo e saprà mai imitare, in quanto ad eloquenza, chiarezza, verità e conoscenza. Esso inoltre non ha mai subito alcuna alterazione, cambiamento o modifica2.

Il Sacro Corano che abbiamo oggi è esattamente quello che fu rivelato dal Profeta (S) e chiunque affermi il contrario è in malafede, un mero sofista o una persona in errore, ed in ogni caso uno sviato, poiché esso è la parola di Allah (SwT) stesso, e come afferma il Sacro Corano stesso:
﴿ لاَ يَأْتِيهِ الْبَاطِلُ مِن بَيْنِ يَدَيْهِ وَلاَ مِنْ خَلْفِهِ تَنزِيلٌ مِنْ حَكِيمٍ حَمِيدٍ﴾
“L’errore non lo sfiora in alcuna delle sue parti”. (Sacro Corano, 41:42)
…..Noi crediamo inoltre di dover rispettare e venerare il Sacro Corano e questo sia con la parola che con le azioni. Perciò Esso non deve essere alterato intenzionalmente, neppure per quanto riguarda una sola lettera, e non deve essere toccato da una persona che non sia Tahir3(pura). E’ infatti detto nel Sacro Corano:
﴿ لاَ يَمَسُّهُ إِلاَّ الْمُطَهَّرُونَ ﴾
“Nessuno lo può toccare tranne i puri” (Sacro Corano, 56:79)
La Shi°a nega qualunque alterazione nel Sacro Corano
Come già detto, la Shi°a nega qualunque possibile alterazione nel Sacro Corano e crede che il Sacro Corano che leggiamo oggi sia lo stesso che fu rivelato al Profeta Muhammad (S). Il Sacro Corano è completo. Nessuno ha mai visto una copia del Sacro Corano diversa dalla copia che leggiamo in qualunque parte del mondo islamico. Ancora oggi manoscritti del Sacro Corano, che risalgono all’epoca degli Imam shi°iti sono reperibili e il testo è esattamente quello che leggiamo oggi.

Il Nobile Sacro Corano dice in modo chiaro che Dio protegge il Sacro Corano da qualunque alterazione e mutilazione4 :

﴿ إِنَّا نَحْنُ نَزَّلْنَا الذِّكْرَ وَإِنَّا لَهُ لَحَافِظُونَ ﴾

“Invero Noi abbiamo rivelato l’Ammonimento e Noi ne siamo i custodi” (Sacro Corano, 15:9)

A proposito di questo versetto °Allamah Tabataba’i nel suo famoso Al-Mizan fi Tafsir al-Qur’an, uno dei più importanti commenti del Sacro Corano, dice:

“…Il Sacro Corano è un Ammonimento vivo ed eterno che non morirà mai ne sarà mai dimenticato. E’ immune da ogni aggiunta o mutilazione. E’ immune e protetto da qualunque alterazione, nella forma e nello stile, che potrebbe alterare la sua qualità e il suo ruolo, cioè quello di essere l’Ammonimento di Allah che esprime la verità e la conoscenza divine. Per questa ragione il versetto citato sottolinea che il Libro Divino è sempre stato e continuerà a essere protetto da qualunque alterazione e mutilazione”.
La Sunna
Dopo il Nobile Sacro Corano la fonte più importante per capire l’Islam e quindi anche il pensiero shi°ita è la Sunna del Profeta Muhammad (S), ossia i suoi detti e le sue azioni. Il Sacro Corano stesso assegna in modo esplicito al Profeta (S) il ruolo di colui che è responsabile della spiegazione del Sacro Corano:
 
﴿ وَأَنزَلْنَآ إِلَيْكَ الذِّكْرَ لِتُبَيِّنَ لِلنَّاسِ مَا نُزِّلَ إِلَيْهِمْ وَلَعَلَّهُمْ يَتَفَكَّرُونَ﴾
“..E su di te abbiamo fatto scendere il Monito , affinché tu spieghi agli uomini ciò che è stato loro rivelato e affinché possano riflettervi”.(Sacro Corano, 16:44)
dell’insegnamento del Sacro Corano e della saggezza
﴿ رَسُولاً مِنْهُمْ يَتْلُواْ عَلَيْهِمْ ءَايَاتِهِ وَيُزَكِّيهِمْ وَيُعَلِّمُهُمُ الْكِتَابَ وَالْحِكْمَةَ ﴾
“Egli è Colui che ha inviato tra gli illetterati un Messaggero della loro gente, che recita i Suoi versetti, li purifica e insegna loro il Libro e la Saggezza..”(Sacro Corano, 62:2)
Il Profeta (S) è un esempio perfetto per i credenti
﴿ لَقَدْ كَانَ لَكُمْ فِي رَسُولِ اللَّهِ اُسْوَةٌ حَسَنَةٌ ﴾
"Avete nel Messaggero di Allah un bell’esempio per voi…” (Sacro Corano, 33:21)
Egli non parla mai d’impulso
﴿ وَمَا يَنطِقُ عَنِ الْهَوَى ﴾
“E neppure parla d’impulso” (Sacro Corano, 53:3)
Ai musulmani si chiede di astenersi da tutto ciò che lui proibisce
﴿ وَمَآ ءَاتَاكُمُ الرَّسُولُ فَخُذُوهُ وَمَا نَهَاكُمْ عَنْهُ فَانتَهُوا ﴾
“ Prendete quello che il Messaggero vi dà e astenetevi da quel che vi nega…” (Sacro Corano, 59:7)
Conoscendo questi versetti e molti altri sul ruolo del Profeta (S) e tenendo conto dell’importanza del ruolo di messaggero divino, messaggero che Dio scelse direttamente e con il quale parlò, la Shi°a, assieme agli altri musulmani, coltivò amore sincero e devozione per il Profeta Muhammad (S).
La famiglia del Profeta (S)
Sembra non ci sia disaccordo fra i musulmani sulla validità del fatto che si debbano seguire anche gli insegnamenti dei familiari del Profeta (S) per capire l’Islam, specialmente se si considera il punto di vista dei sunniti che credono anche tutti i compagni del Profeta (S) fonti attendibili.5 Non vi è quindi alcun dubbio che la famiglia del Profeta (S) sia attendibile e veritiera nel proporre l’Islam.

Questa circostanza appare anche più chiara quando consideriamo le affermazioni del Profeta (S) sui suoi familiari ed esaminiamo ciò che dissero gli eruditi sunniti dei familiari del Profeta (S). Ad esempio l’Imam Malik ibn °Abbas disse: “Nessun occhio ha mai visto, nessun orecchio ha mai udito e nulla è mai giunto al cuore di un uomo che sia migliore di ciò che disse Ja°far Ibn Muhammad, e della sua conoscenza, della sua devozione e del suo ascetismo nel servire Dio”.
« ما رأتْ عينٌ ، ولا سمعتْ اُذنٌ ، ولا خطرَ على قلبِ بشر أفضلَ من جعفر الصّادق فضلاً وعلماً وعبادةً وورعاً ».
ابن شهرآشوب / المناقب / ج 4 / ص 247
Questo è ciò che Ibn Taymiyah riferisce citando l’Imam Malik nel suo libro.6 In uno studio sulle persone che riportarono le parole dell’Imam As-Sadiq (as), Shaykh al-Mufid (m. a. H 148), nella sua opera al-Irshad, afferma che coloro che erano attendibili fra i seguaci delle diverse scuole de pensiero erano quattromila. Non vi è dunque ambiguità in tutta la questione e per questo motivo molti eruditi sunniti, come ad esempio il defunto Shaykh Shaltut, hanno messo in risalto in modo molto chiaro il fatto che ogni musulmano può agire secondo gli insegnamenti di una delle cinque scuole islamiche di fiqh: i Ja°fariti, gli Hanafiti, gli Hanbaliti, i Malikiti e gli Sha°afiti.

La ragione è chiara, poiché se l’Imam Ja°far As-Sadiq (as) (o un altro componente della famiglia del Profeta (S)) non avesse posseduto una maggiore conoscenza o un accesso alla conoscenza del Profeta (S) superiore a tutti gli altri, si dovrebbe ammettere che egli abbia avuto questa conoscenza almeno allo stesso livello degli altri: particolarmente visto che egli insegnò a studenti come Abu Hanifa, l’Imam dei musulmani hanafiti, che frequentò le lezioni dell’Imam As-Sadiq (as) per due anni. Ci si aspetta perciò che le persone colte e quelle che cercano la verità esaminino tutte le fonti islamiche disponibili e di conseguenza poi indichino le vie che portano i musulmani a condurre una vita esemplare. Certamente una fonte preziosa è costituita dagli insegnamenti dei familiari del Profeta (S).

Ora esaminiamo se è necessario fare riferimento ai familiari del Profeta (S) per capire l’Islam oppure no. Per dare una risposta metteremo in risalto alcune affermazioni del Profeta (S) esposte da grandi narratori sunniti e accettate dagli eruditi sia sunniti sia shi°iti. Innanzitutto si deve notare che tutti gli insegnamenti dei familiari del Profeta (S) furono sempre basati sul Nobile Sacro Corano e la Sunna del Profeta (S).

Nessuno dovrebbe pensare, ad esempio, che l’Imam As-Sadiq (as) potesse affermare qualcosa sull’Islam secondo la sua opinione personale. Tutto ciò che essi affermarono era esattamente ciò che avevano udito dal Profeta (S). Ci sono molte narrazioni al riguardo. Ad esempio, in Usu-l al-Kafi leggiamo che l’Imam As-Sadiq (as) disse che qualunque cosa egli affermasse era ciò che aveva udito, tramite i suoi antenati, dal Profeta (S).

Una di queste narrazioni riguarda il famoso “hadith al-Thaqalayn”. Il Profeta (S) ne parlò in diverse occasioni, anche nel giorno di °Arafah, durante il suo ultimo pellegrinaggio, e nel diciottesimo giorno di Zul-Hajjah a Ghadir Khum. Nonostante qualche piccola differenza espositiva, la sostanza è la stessa in tutte le versioni narrate. Ad esempio, in una versione il Profeta (S) dice: “Oh genti! Vi lascio due cose preziose: il Libro di Dio e la mia famiglia. Fino a che vi atterrete ad essi non vi svierete ” 7

« إني قد تركت فيكم ‏ ‏الثقلين ‏ ‏أحدهما أكبر من الآخر كتاب الله عز وجل حبل ممدود من السماء إلى الأرض ‏ ‏وعترتي ‏ ‏أهل بيتي ألا إنهما لن يفترقا حتى يردا علي الحوض ‏».
مسند أحمد - باقي مسند المكثرين - مسند أبي سعيد الخدري رضي الله تعالى عنه - 10779
Secondo un’altra narrazione il Profeta (S) disse:
“Lascio a voi due cose preziose, e se vi atterrete ad esse non vi svierete: il Libro di Dio, che è come una corda tesa fra il cielo e la terra, e la mia famiglia. Queste due cose non si separeranno mai l’una dall’altra fino a che mi raggiungeranno vicino alla fonte {il Kawthar} nel Giorno del Giudizio. Badate bene a fare attenzione a come li tratterete dopo di me.”8
‏« ‏إني تارك فيكم ما إن تمسكتم به لن تضلوا بعدي أحدهما أعظم من الآخر كتاب الله حبل ممدود من السماء إلى الأرض وعترتي أهل بيتي ولن يتفرقا حتى يردا علي الحوض فانظروا كيف ‏ ‏تخلفوني ‏ ‏فيهما ».
سنن الترمذي - مناقب أهل بيت النبي صلى الله عليه وسلم – رقم 3720
Queste parole indicano come il Profeta (S) fosse preoccupato del modo in cui i musulmani, o almeno una parte di essi, avrebbero trattato il Sacro Corano e la sua famiglia. Secondo un’altra narrazione egli disse:
“Lascio due successori: primo, il Libro di Dio, che è una corda tesa fra il cielo e la terra e, secondo, la mia famiglia. Non si separeranno mai l’uno dall’altra fino a quando verranno a me, vicino alla fonte di Kawthar.”9
‏‏‏«‏ ‏إني تارك فيكم خليفتين كتاب الله حبل ممدود ما بين السماء والأرض ‏أو ما بين السماء إلى الأرض ‏ ‏وعترتي أهل بيتي وإنهما لن يتفرقا حتى يردا علي ‏ ‏الحوض ».
مسند أحمد - مسند الأنصار رضي الله عنهم - 20596
Queste considerazioni possono essere trovate citate nelle maggiori raccolte sunnite come: Sahih Muslim (vol. 8, p. 25, n. 2408), Musnaddell’Imam Ahmad (vol.3, p. 388, n. 10720), Sunan di Darimi (vol. 2, p. 432) e Sahih di Tirmithi (vol. 5, p. 6432, n. 3788). Esse sono anche citate in opere come Usd al-ghabah di Ibn Athir (vol. 2, p. 13), Al-Sunan al-Kukra di Bayhagi (vol. 2, p.198) e Kanz al-’Ummal (vol. 1, p. 44).
Ora riflettiamo sul contenuto dell’hadith, cioè il fatto che il Profeta (S) abbia lasciato ai musulmani “due cose pesanti”, il Sacro Corano e la sua famiglia: finché le genti si atterrano a ciò che essi dicono non devieranno dalla retta via. Ciò significa che queste due “cose” devono essere sempre in armonia fra loro e non contraddirsi mai. In caso contrario il Profeta (S) non avrebbe detto di seguirle ambedue. Inoltre le genti si sentirebbero confuse su come comportarsi se la famiglia del Profeta (S) dovesse dire loro di andare in una direzione ed il libro di Dio gli dovesse dire di andare in un’altra. Sebbene ciò sia chiaro in modo implicito sin dall’inizio dell’hadith, il Profeta (S) stesso poi, in modo chiaro, lo conferma dicendo: “Esse non si separeranno fino a quando giungeranno a me vicino alla fonte Kawthar”.

Possiamo dire che questo hadith, in tutte le sue versioni, dice che: Dal tempo del Profeta (S) fino alla fine del mondo il Libro di Dio e la famiglia del Profeta (S) saranno sempre insieme.

Nessuno può dire che il Libro di Dio sia sufficiente e che noi non abbiamo bisogno della famiglia del Profeta (S), o viceversa; infatti il Profeta (S) disse:“Vi lascio due cose preziose che voi dovete avere care e comprendere: se farete ciò non sarete fuorviati”.

I familiari del Profeta (S) non faranno mai errori, essi saranno sempre veritieri.

E’ interessante sottolineare che, secondo questo hadith, i familiari del Profeta (S), come il Sacro Corano stesso, sono considerati immutabili e durevoli fino al Giorno del Giudizio. Così i familiari del Profeta (S) non scompariranno mai, neppure per un breve periodo di tempo.

L’altro hadith che esaminiamo è l’hadith al-Safi-nah (nave). Tutti i musulmani hanno narrato che il Profeta (S) disse:

“Siate consci del fatto che l’esempio dato dalla mia famiglia a voi è come l’esempio dato dalla nave di Noè. Chiunque salì a bordo della nave di Noé si salvò e chiunque rifiutò di entrare nella nave di Noè annegò”.
« مثل أهل بيتي فيكم مثل سفينة نُوحٍ مَنْ ركبها نجا ومَنْ تخلَّف عنها غرق »
حديث السفينة، رواه الحاكم في المستدرك ج3، ص151، عن أبي ذرّ وصححّه
L’hadith al-Safi-nah, pur nelle sue diverse versioni, tratta lo stesso argomento e si trova citato in diverse raccolte sunnite. Per esempio, lo si può trovare citato in Mustadrak di Hakim Nishaburi, vol. 3, pagg. 149 e151, in Arba’in Hadith di Nabahani, in Al-sawa ‘iq al-Muhriqah di Ibn Hajar fra le altre fonti.

Secondo questo raccolte di tradizioni l’enfasi posta sul ruolo guida della famiglia del Profeta (S) è di assoluta importanza.

Nota

L’hadith al-Thaqalayn è citato sia nelle fonti sunnite sia nelle fonti shi°ite ed è quindi un fattore di intesa fra tutti i musulmani. Comunque esiste una versione dell’hadith nella quale il Profeta (S) dice “la mia Sunna” al posto di “la mia famiglia”. Sebbene questa versione si trovi citata solo in alcune fonti sunnite, non è difficile capirne il significato, ammesso che anche questa versione possa essere considerata autentica. Il Profeta (S), in molte sue dichiarazioni narrate da tutti i musulmani, ha detto: “Vi lascio due cose preziose ed esse sono il Sacro Corano e la mia famiglia”.

Secondo alcune dichiarazioni raccolte solo da un particolare gruppo di musulmani, il Profeta (S) ha detto: “Il Nobile Sacro Corano e la mia Sunna”. Ovviamente la conclusione di tutto ciò è che sì un elemento delle due frasi è lo stesso, anche l’altro elemento deve essere equivalente. Perciò “la mia Sunna” e “la mia famiglia” devono indicare la stessa cosa, altrimenti si potrebbe affermare che non vi è coerenza nelle parole del Profeta (S). Così l’atto stesso di fare riferimento agli insegnamenti ed ai consigli offerti dalla famiglia del Profeta (S) equivale all’atto di fare riferimento alla Sunna del Profeta (S). L’unico modo, dunque, di avvicinarsi alla Sunna e di capire esattamente cosa essa fu è quello di fare riferimento a quelle persone che ebbero rapporti più profondi con il Profeta (S) e che conoscevano meglio di chiunque altro cosa egli disse, fece o approvò.
Chi sono i componenti della famiglia del Profeta?
L’altro problema riguarda l’esatto significato della parola ‘famiglia’. Secondo molte tradizioni, ci viene detto di fare riferimento alla famiglia del Profeta (S) indicata con le parole ‘Ahl ul-Bayt’ o ‘Itrah’.

A chi si riferiscono queste parole? Nell’Islam non vi è alcun dubbio sull’esistenza della famiglia del Profeta (S), ma può essere necessario prendere in considerazione la famiglia del Profeta (S) per vedere se essa includa qualunque persona che fosse parente del Profeta (S). Naturalmente non vi è alcun dubbio fra i musulmani che Fatima (as), la figlia del Profeta(S), l’Imam °Ali (as) e i loro due figli, Imam Hasan (as) e Imam Husayn (as), siano componenti della famiglia. Si tratta ora di stabilire se vi siano altri parenti che possano essere inclusi in questa definizione di “famiglia” e fino a che livello.

I musulmani sunniti credono che si intendano inclusi nella famiglia tutti i parenti del Profeta (S). Naturalmente essi escludono coloro che non aderirono all’Islam, come Abu Lahab, uno degli zii del Profeta (S) e allo stesso tempo uno dei suoi più accaniti nemici che fu oggetto di maledizione nel Sacro Corano. I musulmani shi°iti credono che l’Ahl ul-Bayt sia costituita dalle persone che conseguirono un livello di conoscenza e di fede tali che esse furono citate nel Sacro Corano, nelle narrazioni come